IL PARADISO E' COSA SOLO LORO !
Ma guardateli, guardateli bene, osservateli, studiateveli ben bene e sopratutto riconosceteli, ricordatevi i nomi ed i cognomi di questi cinematografari squittenti, guardate chi sono veramente e da dove vengono e sopratutto di chi son figli o parenti o famigli e cosa han fatto per meritare di stare sul quel pavimento che , come se Hollywood fosse la Borgata Finocchio e per aureolare sempre di più il proprio " appeal", il proprio apparire, chiamano, con quel modo nauseabondo di parlare veltroniano e ridicolo che sembra sentire la brutta scopiazzatura dell'Albertone di " Un americano a Roma", " red carpet" , anzichè tappetino rosso. Rampolli arroganti di famiglie castali ( sempre le stesse famiglie, a Roma ed in Italia, dominano solo quelle famiglie e quelle da costoro ammesse - ammissione sulle quali ci sarebbe da investigare ben bene - sapete bene chi esse siano e se non lo sapete chiedetemelo e ve lo dirò -) arricchitesi, spesso molto al di là del merito , per stolta masochistica idolatriale munificenza popolare , figli di eroi di cartapesta spesso mascherati da Masanielli ma sostanziali Arlecchini o Pulcinella da avanspettacolo , che si vendono per un cachet, per una comparsata in pubblico, altezzosi e schifeltosi cinematografari che han fatto - oh! quale meritocrazia democratica, quale spontaneismo popolaresco !- con grande e fascista corporativismo del loro mestiere una casta dorata ( altro che Notai , altro che politici, altro che Baroni uniiversitari ! ) ma rigorosamente riservata , senza neanche la pur minima parvenza di qualcosa che somigli ad un concorso aperto a tutti, solo ed esclusivamente ai loro figli e nipoti ed asserviti affini e famigli. Come se saper recitare, saper parlare, essere belli, fotogenici, fosse una dote che un Dio razzista ha inoculato solo nel DNA del capostipite, un Dio razzista, tipo Hitler e la sua i,becille razza Ariana. Altro che il famigeratio " Lei non sa chi sono io!" urlato con sommo sprezzo del ridicolo da un Eugenio Scalfari in versione Onorevole in Parlamento per una sola stagione! Tutti come novelle Marie Antoinette, viziati , abituati a mangiare briosches o squisitezze esclusive, ma non certo " ciriole e sputo ", tutti lì, imbellettati , liftati, sfacciatamente ingordi, incontentabili e pretenziosi , a protestare vistosamente ,( con un'ostinazione imbarazzante e ridicola se paragonata ai loro sontuosi anche se ben nascosti cachet ) contro i tagli ineludibili ed attuati non contro di loro, ma per il bene del Paese . Protesta senza discussione è l'abc della dittatura di una casta, altro che ridicolo e bambinesco pugno chiuso di sedicenti attori con germe del protagonismo incorporato, altro che democrazia malata! Protesta certamente sproporzionata davanti peraltro ad un impegno , ancorchè successivo, governativo di rifinanziare , con modulazione da concordare, il famoso FUS , ovvero il calderone alimentato, ca va sans dire , a nostre esclusive spese, una sorta di Pozzo di San Patrizio da dove le " famiglie cinematografare" , questi moderni Spartiati , attingono a piene mani i loro munifici e regali appannaggi , ai quali il nostro servile silenzio e la complicità di prezzolati giornalisti li hanno ormai abituati . Tutti lì, a " fasse vède", tutti " agghindati e accostumati " , abiti stragriffati e gioielli lucenti, denti perfetti da milioni di Euro passati in parte anche dalla mutua, tutti lì a preficare ( lamentazioni ritualistiche funebri) , ad invocare " la democrazia in pericolo" per mascherare un più sincero " Sta pè finì la pacchia!", a scimmiottare gli umili ilioti d'oggi, come se loro fossero delle tute blu di Pomigliano, tanto per dire , tutti lì a concedersi alla plebe maleodorante ed adorante , tutti a concedersi democraticamente " e guardame quanto so' bello ! " e " roditi quanto so' ricco ! " e " alla faccia del tuo precariato !" e alla faccia del tuo portafoglio vuoto di biglietti di Euro . Ridicola, offensiva , melensa e arrogante poi la indegna piazzata da lavandaie del
" branco squittente" sul tappetino rosso , con i cori buffoneschi, con i cartelli " andate a casa" e simili giovanili superficialità, armamentari impolverati di un sessantottismo ormai obsoleto e sconfitto dalla vita , dalla storia e sopra tutto dalla cultura , che queste " comparse ormai a vita " istericamente inscenano solo quando da difendere, in verità , ci sono i loro regali e gratuiti appannaggi o i loro miliardari cachets, i loro immondi privilegi castali mascherati dietro impalpabili pretese o inesistenti rivendicazioni. Una casta degna della Sparta degli Spartiati tiranni e degli Iloti diseredati e schiavi , una casta pervasa da malinteso senso di illimitato potere, da un erroneo senso di propria e fascistodide indispensabilità corporativa che induce i cinematografari a fregarsene altamente dell'Italia, a sbattersene di come stanno gli italiani e l'Italia, a strafottersene dei limiti economici che il Paese deve rispettare per colpe che non sono, si badi bene, dell'Italia , che non sono di questo o di quel Governo italiano, ma che sono invece di tutto il mondo , al quale ormai non possiamo non appartenere. Il loro castale, spartiatico , squittente e strepitante egoismo è una spettacolo inverecondo, ignobile, inguardabile, imbarazzante. Risparmi, tagli, sacrifici? Sono cose che non li riguardano affatto, perchè loro son loro e tutti gli altri sono il nulla. Non contano un c...o, cme diceva il Marchese del Grillo. Guadagnarsi il pane con la fatica senza più munifici e regali appannaggi a spese degli altri? Cosa meschine che al limite riguardano solo il popolaccio , ma non loro; il popolaccio questuante e squittente , quella massa di ignobili individui che li disturba per strada chiedendo loro, autografi santificanti , ma mai possono riguardare il loro esclusivo e regale Eden. Eccoli gli spartiati , ma senza Sparta.
LA COERENZA E LA COSCIENZA , SCONOSCIUTE A D'ALEMA ED AL PD.
Sbilenca, a dir poco, la coerenza, in Massimo D'Alema , come la sua coscienza d'altronde, da sempre . Costui, davanti alle abitudini private e personali del Premier, delle quali Berlusconi deve rispondere alla propria coscienza ed eventualmente al proprio confessore e basta ( ancora lo Stato etico non è stato instaurato in Italia, anche se la sinistra spinge molto in quella direzione e per ora si accontenta di introdurre surrettiziamente la dittatura della " Magistratocrazia" amica ) invita la Chiesa a provocare una crisi di Governo. Una ingerenza mostruosa ed inaudita, una sortita patetica e disperata che meriterebbe si e no un sorrisetto di puro compatimento, di commiserazione e di pena per una evidente senilità galoppante sia morale che ideologica , ma che mi induce anche ad una riflessione politica parallela. Quando i Vescovi invitarono i politici cattolici a non collaborare alla abrogazione della Legge che limita l'uso della fecondazione assistita, D'Alema ed il suo partito gridarono scandalizzati che si trattava di una indebita ingerenza vaticana nella vita politica del nostro Paese. Oggi è lo stesso D'Alema che si attacca al nulla ed invoca l'intervento della Chiesa a causa delle abitudini eterosessuali di Berlusconi. Pur con tutto il mio laicismo, senz'altro, però, educato e rispettoso di tutte le opinioni , non vedo per quale ragione la Chiesa dovrebbe intervenire su richiesta di un D'Alema qualsiasi. Gli ricordo, ove non fosse in grado di rammentarselo, che la storia della Chiesa insegna come la stessa non sia affatto adusa a lanciare lampi ed anatemi su temi di questo genere. Ricordo all'ormai stantio uomo poliitco di sinistra , a quello stesso politico che , con estrema raffinatezza d'animo, mandò il Direttore Sallusti, in diretta TV, " a farsi fottere" - quando si dice la raffinatezza innata! - che, per dire, Vittorio Emanuele II non fu scomunicato dalla Chiesa perchè si sbatteva alla grande la bella Rosin, ma per ben altre ragioni che il Ras delle Puglie certamente non dovrebbe ignorare. Insomma, il Vaticano per costui sarebbe come una specie di gomma americana: da masticare o da sputare a seconda della convenienza della sua botteguccia . Eccola la coerenza e l'altrui rispetto di D'Alema e del PD.
UN CERTO SIGNORE
Un certo signore, un tale che non ha mai lavorato in vita sua, che ha sempre campato sulla politica, che ha sempre sfruttato la politica politicante , un tizio che oggi rappresenta in assoluto il monumento mondiale alla incoerenza politica ( essendo passato dall'essere fascistone ad essere comunisteggiante) , un tizio che per conquistarsi una donna ha dovuto ingraziarsi il fratello regalandogli tre quarti di una casa che non era sua ma che amministrava per conto di altri ( defraudati ), che ha concusso, se non addirittura corrotto, svariati dirigenti della RAI ( cito a caso Ugo Paglia se non Bruno Soccillo, Mauro Mazza ed altri) per far ottenere alla mamma di questa donna un contratto miliardario come fornitrice della RAI pubblica, uno che con gli stessi sistemi arroganti e vessatori ha regalato sempre allo stesso fratellino altri miliardari contratti di fornitura alla RAI pubblica, uno che ha insistito per candidare al Senato nel 2008 un tale come il Senatore Di Girolamo oggi inquisito per reati mafiosi e contro il patrimonio ( case da terzo mondo !), uno che ha usato la sua carica pubblica ( la terza, mica noccioline o bambole da pettinare!) per costringere un privato a pagare miliardi di Euro al Signor De Vito Piscicelli - quell'imprenditore amicone di Anemone, inquisiti per i fatti dell'Aquila, quello che sghignazzava al telefono la notte del terremoto , felice del terremoto - per lavori di una piscina di Roma che lo sghignazzatore non aveva mai eseguito ( ma non sa di ricatto?), un tizio che alle domande non risponde mai ed anzi appena gliele fai corre a nascondersi fra le gonnelle delle Toghe amiche che cercano di salvarlo; un tizio che non riesce neanche a comandare a casa sua dove fa comandare un ragazzino viziosetto o una suocera ambiziosetta, un tizio che è come una pallina da flipper tanto cambia opinione con velocità supersonica, uno che ci ha messo quarantanni per capire che " il fascismo è il male assoluto"( ignorando quanto è stato invece bello il comunismo che ha distrutto il mondo intero ), uno che ci ha messo poi altri diciassette anni prima di capire che un certo Dr. Berlusconi era un altra specie di " male assoluto" ma che intanto per diciassette anni ne ha sfruttato le risorse economiche e di consenso politico per essere ammesso in Parlamento, essere sdoganato dalla fogna dove l'avevano ingabbiato i suoi attuali amichetti comunisti, così da assumere incarichi di prestigio ed anche incarichi costituzionali. Insomma un tizio fatto proprio come avete capito, al quale non darei da amministratore neanche una mela marcia, bene un tizio così trova pure la faccia tosta per dire che " il mondo ride dell'Italia per colpa di Berlusconi" .Regaliamo uno specchio a questo ridicolo signore. E che se vada fuori dai piedi, a buscar tierra.
LA STORIA DOVREBBE INSEGNARE , MENO CHE IN ITALIA DOVE LA STORIA ...........................................
DITELO AD ALTA VOCE, URLATELO, NON FATEVI INTIMIDIRE DA BIGOTTI SANCULOTTI E DA CHIERICHETTI INFEROCITI ED ARRAPATI
Quando nel 1993 fu fatta la riforma elettorale maggioritaria, mentre era in pieno svolgimento, nell'assordante silenzio di tutti i farisei seduti i n Parlamento, il golpe istituzionale della Magistraura, spuntò, del tutto inatteso, Berlusconi; una sorpresa, un colpo da K.O. per le sicumere di egemonia politica sul Paese ostentante arrogantemente da parte del PCI degli Occhetto e dei D'Alema. Berlusconi sconquassò il panorama politico italiano con l'involontario e non cercato aiuto di quella Legge elettorale maggioritaria , perchè introdusse nel sistema politico tutto quello che gli italiani invidiavano agli altri Paesi occidentali a democrazia avanzata. Ad iniziare dal bipolarismo, dal sogno che stava per realizzarsi di un Parlamento senza più ricatti di micropartitini , senza più governi balneari. Ecco quindi la sua " ledearship forte e mai discussa", ecco la sua vena populista e popolare, ecco in lui quel carisma che non era neanche immaginabile nei precedenti Governi della Prima Repubblica ( se non un pochino con i due Governi Craxi, subito seguiti dalla delusione più cocente ), ecco il conseguenziale superamento dei partiti politici, ecco introdotto in Italia ( abituata invece a venerare le lobby sepolcrali. ) il fascino politico dell'individualismo che confliggeva e confligge tuttora con lo Stato accentratore e leviatano. Nel 1994 fu un vero trionfo, un ribollire di entusiasmi inimmaginabili in un Paese incartato come il nostro, che spinse il " potere forte trombato" a vendicarsi dell'intruso servendosi di un Killer prezzolato -e poi assai lautamente remunerato - vestito da finto integerrimo P.M., che ferì a morte Berlusconi con una falsa indagine su sue pretese Tangenti alla GdF , indagine che immediatamente sortì l'effetto voluto ( quello di far cadere il Governo Berlusconi I ) ma che si rivelò, dopo anni e con sentenza definitva, una pura falsità. E' la storia di un golpe istituzionale , della " cospirazione contro istituzioni repubblicane " mai perseguito penalmente in una Italia di cacichi e di papponi della politica, come qualsiasi Paese civile avrebbe fatto. Alla faccia dell'obbligatorietà dell'azione penale, alla faccia dell'uguaglianza di tutti davanti alla Legge, alla faccia della Costituzione e del suo articolo 1. Dopo neanche dieci mesi di novità dunque , ecco i " poteri forti trombati " ( Scalfaro capo cospiratore) fregarsene del voto popolare e procedere ,con due anni di Governo Dini , alla " restaurazione " del potere dei partiti. Poi venne l'Ulivo e la vittoria di Prodi nel 1996, ma fu una finestrella della Prima Repubblica nel grande schermo della Seconda Repubblica, un ossimoro vivente , del quale pochi hanno avuto il coraggio di accorgersi , come pochi, anche oggi, riconoscono.In cinque anni da incubo puro, la restaurazione del partitismo d'ancien regime, la bellezza di tre Presidenti del Consiglio ( Prodi, D'Alema I, D'Alema II) ed alla fine addirittura un Premier ancora diverso dai precedenti ( Amato II), tre Primi Ministri su quattro mai votati da nessun cittadino italiano. Una vera gemma prexziosa per la democrazia, non c'è che dire! Prevedibile la successiva vittoria elettorale di Berlusconi nel 2001, perchè deve essere molto ma molto chiaro che le elezioni del 1994 e poi queste del 2001 non le hanno vinte nè Forza Italia, nè la Lega Nord , nè AN, ma solo ed unicamente Slvio Berlusconi. Berlusconi , come cianciava la stampa estera, era inadatto a governare ( unfit to lead Italy), ma non per il mai esploso nè regolato conflitto di interessi - che sempre è stato lasciato come arma pendente dalla sinistra " unwilling to resolve it" , a livello ipotetico e classista , una sorta di processo alle intenzioni - ma piuttosto perchè le regole costituzionali non prevedevano ieri nè oggi prevedono la governabilità nè la stabilità politica nè un Governo " di mandato". Governare per introdurre le innovazioni berlusconiane circondato da pesonaggi nati, cresciuti e impastati con le manovrine da Prima Repubblica è stata una follia, è ancora una follia. Berlusconi governò sì per cinque anni, ma assistemmo ( due Governi, Berlusconi II e Berlusconi III) a crisi, crisette, a miserabili giochetti da Prima repubblica che paralizzarono di fatto l'azione del Governo, non assistemmo alle promesse riforme delle quali l'Italia aveva non bisogno ma addirittura improcrastinabile necessaria urgenza. Iniziava la schizofrenica invidia e gelosia di Fini contro Tremonti e la Lega Nord, le sceneggiate di Follini, di Cesa e di Casini per acchiappare poltrone e potere, un Parlamento bloccato dal parlamentarismo spinto all'eccesso da politici bravi nel portare le cose alle calende greche piuttosto che promuovere le riforme delle quali il Paese aveva ed ha bisogno. Tanto per ricordare: l'articolo 18 dello Stato dei Lavoratori o quella sottospecie di riforma costituzionale della seconda parte della Costituzione bocciata poi dal referendum del 2006, promossa da una maggioranza numerica sostanziale ma politicamente fragilissima, la riforma del processo civile, la riforma dell'ordinamento giudiziario,ecc. Poi le elezioni del 2006 vinte per un'inezia dall'Unione di Prodi, restaurazione e trionfo del peggior consociativismo , restaurazione e trionfo della logica di interdizione da parte dei partiti politici a dispetto di un bipolarismo e della legge elettorale vigente. Ed eccoci al terzo trionfo di Berlusconi nel 2008, sotto una ditta diversa ma le traversie sono sempre le stesse. La guerra con Fini, continui giochi di instabilità politica sulla pelle del voto popolare, per non parlare della Magistratura. Solo un cieco, magari " cecato " solo per bassa politica da botteguccia, non vede che questo quadro politicamente scadente dipende sostanzialmente dal fatto che le regole istituzionali non sono mutate, mentre è completamente cambiata la politica. Una politica nuova, basata sul bipolarismo, con una legge elettorale maggioritaria, con premio di maggioranza, la necessità della governabilità per chi vince che si schianta contro regole costituzionali nate per regolare invece la politica vecchia di governicchi di breve durata. Oggi di fatto indichiamo anche il Premier perchè il suo nome c'è scritto sulla sheda e se hai votato per il PD hai votato per Prodi e se invece voti PdL voti per Berlusconi, insomma oggi il popolo indica il Primo Ministro , di fatto lo elegge lui, ma la nostra Cosatituzione non sa neanche cosa sia "un Primo Ministro" figurarsi un " Premier ", perchè conosce solo " il Presidente del Consiglio dei Ministri"; oggi eleggiamo un Parlamento dove chi ci entra non ha vincolo di Mandato e quindi la Costituzione santifica e tramuta in " cosa buona e giusta " il tradimento del programma elettorale, elegge a cosa buona e giusta quel che c'è di peggiore nell'uomo, il tradimento di chi ti mantiene. Insomma a questa nostra Costituzione non piace il Premier , non piace l'"uomo forte e solo al comando" non perchè confligga con l'interesse del Paese - e la Costituzione solo a questo dovrebbe tenedere non ad altro - ma perchè la nostra Costituzione è stata redatta per evitare che nel 1948 resuscitasse il potere fascista o che tracimasse il potere comunista. Tutto questo determina il quadro delineato, un governo senza potere se non quello di subire i ricatti del parlamentarismo pletorico, se non quello di subire le stantie manovre di palazzo, i rituali novecenteschi santificati dal " tanto peggio tanto meglio" o dalle " convergenze parallele"; un governo debole , anzi debolissimo, esposto ed insidiato non solo dalle manovrine di palazzo, ma anche dalle Procure. Sono diciassette anni che il quadro istituzionale disegna il conflitto con Berlusconi o meglio con ogni novità politica ed istituzionale, comunque essa si chiami Berlusconi o Tafazzi o chi volete voi. Così si arriva al giorno d'oggi, quando sembra di stare più a Kandahar , più a Teheran che a Roma, una volta " Città aperta" oggi una vera " Capitale mondiale del bigottismo " , dove si pretende di far fuori un Primo Ministro non per motivi politici, ma perchè essere un liberale, un libertario, un uomo privatissimo ed un tantino strafottente di una società farisea a falsamente pudica mette in crisi l'Italia di oggi. Un " Paese incartato" il nostro , non incantato.
LE FORZE OSCURE
Se queste forze oscure dovessero prevalere, cosa ne sarà poidi un PD che da diciassette anni si dedica solo alla demonizzazione di Berlusconi e non alla creazione di un'alternativa di governo? Signori, cos'è rimasto dell'Ulivo del 1996 e dell'Unione del 2006 ? Niente. E cosa ne sarà della democrazia italiana, nella qale la gamba sinistra ha cantato vittoria solo nel 1994 per via un golpe istituzionale e poi con governi durati in tutto sette anni su sedici ? Se il PD è quello del " dopo Veltroni ", l'unico uomo ad aver capito che col solo antiberlusconismo si andava verso il suicidio , quello insomma dei Franceschini, quello dei Bersani, quello delle Bindi, delle Finocchiaro, dei D'Alema, dei Letta, dei Latorre, dei Fassino ecc, cosa resterà, parafrasando una nota canzone, di quegli e questi anni ? Se sparisce Berlusconi, spariscono i professionisti dell'antiberlusconismo, con buona pace di tutti. Come non vedere che la fine di Berlusconi sarebbe anche la fine di fine di gli altri? La fine di Fini, di D'Alema, di Bersani, perchè se il tempofosse finito per Berlusconi, se il tempo fosse ormai terminato per il berlusconismo, allora signori, prendete tutti cappello e siate pronti a guadagnarvi la pagnotta col vostro lavoro, se lo avete. La pacchia della politica facile è finita. Noi non ci accorgiamo che oggi, per colpa dei fascisti, degli ex fascisti, dei repubblichini, che tanto hanno applaudito e servito Berlusconi ed il berlusconismo , che tanto hanno ossequiato il " new deal berlusconiano", oggi tradiscono come un Badoglio qualsivoglia e cercano disperatamente di riciclarsi come tutti i disertor che si camuffano con altri abiti. Stiamo tornando al 1943 per colpa loro , mentre tutto il resto del mondo viaggia spedito nel terzo millennio. Lo vogliono impiccare, a Berlusconi, a testa in giù in una nuova Piazzale Loreto per riflesso pavloviano, ma non perchè Berlusconi abbia ceduto e perso l'Istria, non perchè Berlusconi abbia mandato i nostri giovani a morire nelle fredde campagne russe, ma perchè in verità Berlusconi ha solo ereditato un Paese vecchio, sfiduciato e disgustato dalla politica fregarola e consociativa della DC e del PCI del secolo scorso, perchè ha cercato di rammodernarla, di ringiovanirla, di iniettarle un poco di fiducia e di ottimismo. Ridurre il dibattito politico nel 2010 a sapere con chi va a letto Berlusconi, con chi si corica Berlusconi è già una dichiarazione di fine corsa, ma non del solo Berlusconi, ma dell'Italia antiberlusconiana tutta . Perchè è la certificazione che in Italia il Governo, nessun Governo ha potere adatto per amministrare il Paese. Il panorama non incoraggia perchè ormai Berlusconi non serve più a nessuno, ormai è stato sfruttato da tutte le sanguisuche della politica italiana, da tutti gli epigoni, da tutti i pigmei, da tutti gli gnomi che nel terzo millennio , nel mondo globalizzato, ancora aspirano alla restaurazione del Comunismo, alla restaurazione dell'immonda balena bianca democristaiana che ci salvò dall'invasione titina ma ci condannò ll'egemonia della violenza del PCI, alla restaurazione dei partiti e partitini che campano solo con i soldi nostri, alla ffettiva e tacita cancellazione del secondo comma dell'Articolo 1 della nostra Costituzione. Le isituzioni si sono divise in branche e ciascuna è in lotta con le altre; le corporazioni si sono trasformate in mini poteri politici; gli equilibri finanziari ed economici italiani non possono che rivoltarsi contro un Ministero dell'Economia che deve governare ma senza possedere più nè la sovranità popolare sul bilancio nè quella sulla moneta, regalate, quale sproporzionato corrispettivo, a questa Europa costosa e monca.
E SE INVECE FOSSE......
E se fosse invece proprio questo Governo a modificare la Legge elettorale attribuendo il premio di maggioranza solo alla coalizione - la cui composizione ed il cui programma sia stabilito prima delle elezioni il cui inadempimento anche parziale costituisca giusta causa di dimissioni dei rivoltosi dal Parlamento- che ottenga almeno il cinquantuno per cento dei voti? E se fosse ancora questo Governo a introdurre in Italia norme costituzionali per la governabilità, un premierato calibrato ? E se fosse ancora questo Governo ad introdurre il Lodo Alfano chiarendo che esso altro non è che ripristinare il vero testo dell'articolo 68 della Costituzione, così tappando la bocca agli avversari che gridano alla scandalo e chiedono il rispetto integrale della Costituzione? E se fosse proprio questo Governo a mettere i fascisti pentiti con le spalle al muro e a preavvisare che al primo inadempimento del convenuto programma elettorale si va di corsa alle urne......?
Roma 2 novembre 2010
Gaetano Immè
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