Non ci si lasci ingannare dalla posizione assunta del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che proprio oggi , come si legge in una nota quirinalizia e con troppo risalto e poca lucidità sulla stampa ( in relazione al preannunciato invio, ai fini della emanazione ai sensi dell’articolo 87 della Costituzione, del testo del decreto legislativo in materia di federalismo fiscale municipale, approvato definitivamente dal consiglio dei ministri nella seduta di ieri sera, come risulta dal relativo comunicato), facendo seguito al disappunto già manifestato ieri publicamente, ha inviato una lettera al premier in cui rileva che " non sussistono le condizioni per procedere alla richiesta emanazione, non essendosi con tutta evidenza perfezionato il procedimento per l’esercizio della delega previsto dai commi 3 e 4 dall’articolo 2 della legge numero 42 del 2009 che sanciscono l’obbligo di rendere comunicazioni alle Camere prima di una possibile approvazione definitiva del decreto in difformità dagli orientamenti parlamentari. "
Legge 5 maggio 2009, n. 42
"Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della
Costituzione" ( pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 103 del 6 maggio 2009)
Art. 2.
(Oggetto e finalità)
......omissis commi numero 1 e 2 .................
3. I decreti legislativi di cui al comma 1 sono adottati su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, del Ministro per le riforme per il federalismo, del Ministro per la semplificazione normativa, del Ministro per i rapporti con le regioni e del Ministro per le politiche europee, di concerto con il Ministro dell'interno, con il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione e con gli altri Ministri volta a volta competenti nelle materie oggetto di tali decreti. Gli schemi di decreto legislativo, previa intesa da sancire in sede di Conferenza unificata ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono trasmessi alle Camere, ciascuno corredato di relazione tecnica che evidenzi gli effetti delle disposizioni recate dal medesimo schema di decreto sul saldo netto da finanziare, sull'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche e sul fabbisogno del settore pubblico, perché su di essi sia espresso il parere della Commissione di cui all'articolo 3 e delle Commissioni parlamentari competenti per le conseguenze di carattere finanziario, entro sessanta giorni dalla trasmissione. In mancanza di intesa nel termine di cui all'articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, il Consiglio dei ministri delibera, approvando una relazione che è trasmessa alle Camere. Nella relazione sono indicate le specifiche motivazioni per cui l'intesa non è stata raggiunta.
4. Decorso il termine per l'espressione dei pareri di cui al comma 3, i decreti possono essere comunque adottati. Il Governo, qualora non intenda conformarsi ai pareri parlamentari, ritrasmette i testi alle Camere con le sue osservazioni e con eventuali modificazioni e rende comunicazioni davanti a ciascuna Camera. Decorsi trenta giorni dalla data della nuova trasmissione, i decreti possono comunque essere adottati in via definitiva dal Governo. Il Governo, qualora, anche a seguito dell'espressione dei pareri parlamentari, non intenda conformarsi all'intesa raggiunta in Conferenza unificata, trasmette alle Camere e alla stessa Conferenza unificata una relazione nella quale sono indicate le specifiche motivazioni di difformità dall'intesa.
Ma tutto questo attiene più ad un aspetto formalistico e procedurale , più, appunto, l'iter del provvedimento, che il suo contenuto , non certo la sua portata innovativa e legislativa, non certo il suo contenuto federalista. Dunque utilizzare tale eccezione quirinalizia , che fotografa un difetto procedurale - e dunque ampiamente sanabile come da testo legislativo riportato, come sta facendo oggi tutta la solita sinistra - equivale ad ingannare chi legge inducendolo a ritenere che " un difetto di forma sanabile " sia " una bocciatura nel merito". E' la solita " disinformazia", della cui copiosa produzione lascio volentieri la partenità agli espertissimi pennaioli di Repubblica, de Il Fatto, ecc , adusi, da una vita, alla costruzione di una loro ideologica " pravda" ( verità) da sversare nel bugliolo dove si abbeverano, estasiati, quei captivi tori assetati di sangue dei loro biliosi adepti, inconsapevoli e volontari captivi detenuti nel recinto-gulag ed allevati di solo odio antiberlusconiano ed ormai bramosi di saziarsi solo di quel liquame. Il federalismo municipale, nonostante il pareggio dei voti in commissione bicamerale, è stato approvato tra gli evviva del Cdm.
E non solo perchè ieri, sempre
LIBERALIZZAZIONI E DINTORNI
COSTITUZIONE E LIBERTA' ECONOMICA
Il ritorno alla politica del Presidente del Consiglio con le proposte liberiste e riformatrici per il rilancio dell'economia nazionale hanno suscitato svariati dibattiti. Taluni più adatti ad un giardinetto pubblico, alcuni a fumose sale da biliardo di periferia , altre degne di essere seguite. Fa anche molto piacere che " The Economist" , non certo " Il Fatto" o " Repubblica ", tanto per dire, abbia titolato " Nice words" come commento alle proposte dell'esecutivo. Dibattito aperto dunque fra esperti, costituzionalisti, maggioranza, opposizione ( spriamo,se ci sei batti un colpo!) sulla maggiore libertà dell'iniziativa economica privata con la possibile revisione dell'articolo 41 della Costituzione. E' cosa gradita che taluni esperti - cito l'Istituto Bruno Leoni, siglato Ibl - consiglino anche di abrogare , contestualente alle modifiche da apportare all'articolo 41 della Costituzione, l'articolo 43 il quale consente alla legge , per fini di utilità generale, di riservare fin dall'origine o di trasferire mediante espropriazioni e relativi indennizzi, allo Stato, ad Enti pubblici, determinate imprese che afferiscano a servizi pubblici ritenuti essenziali e che abbiano carattere di preminente interesse pubblico. In verità il nocciolo del problema risiede nel secondo e nel terzo comma dell'articolo 41 dove si stabilisce che l'iniziativa economica non può svolgersi se in contrasto con l'utilità sociale e dove si stabilisce che spetta alla legge fissare programi e controlli necessari per indirizzare l'attività economica verso fini sociali. Sta dunque in questi due commi dell'articolo 41 il bottone di comando che determina l'ingerenza dello Stato imprenditore-programmatore nelle attività economiche. Sono stati questi due commi dell'articolo 41, unitamente poi con l'articolo 43 della Costituzione, a consentire negli anni sessanta e settanta la creazione, in Italia, dei grandi monopoli di stato, quali l'Eni, l'Enel, la Rai, le Poste, l'Iri. E' dunque da riformare in via primaria il secondo comma dell'articolo 41 del Titolo III della Costituzione ( Rapporti economici ) (" Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana ") con la motivazione che è già la stessa Costituzione , con il suo sistema di pesi e contrappesi, che bilancia interessi contrapposti, senza che vi sia bisogno di una tale dichiarazione paradigmatica e illiberale. E' poi necessario riformare anche il terzo comma dello stesso articolo 41 (La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali ) in quanto tutto improntato ad uno spirito socialista e dirigista che ormai ha definitivamente concluso il suo percorso storico. Ne sortirebbe un nuovo articolo 41 che suonerebbe " L'iniziativa economica privata è libera.La legge garantisce la tutela dei consumatori e la fornitura dei servizi di interesse generale in regime di libera concorrenza". Conseguenziale dunque sarebbe poi l'abrogazione dell'articolo 43 ("A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale. ") che sembra scritto, come lo è stato dai padri costituenti, per una economia fortemente centralista di tipo sovietico. Si aggiunga che lo stesso Ibl ha calcolato che l'Italia è liberalizzata, in media, per il 49%.L'incidenza dunque delle liberalizzazioni di cui discutiamo non è per niente secondaria, seppur nascosta, celata all'uomo della strada. Basti pensare che , secondo la fonte " Liberare la concorrenza" dell'economista Roberto Ravazzoni, la completa liberalizzazione del comparto del solo commercio al dettaglio ( distributori carburante, assicurazioni, servizi finanziari, ecc) comporterebbe un risparmio per i consumatori stimato ragionevolmente intorno a 22/23 miliardi di Euro: che rappresentano il 2,5% dei consumi delle famiglia in Italia nel 2008. Significa tranquillamente qualcosa come un 1-1,5% di PIL in più. Altro pianeta da esplorare e da liberalizzare è quello degli Ordini Professionali. L'esistenza degli ordini professionali ( Avvocati, Notai, Commercialisti, Medici, Geometri, Ingegneri, ecc) determina un maggior costo, a carico del Paese, stimato, secondo " Agriconsul" al 9% di tutti i costi consulenziali per le sole imprese esportatrici. In questo campo, già parlare di " unificazione" fra i vari ordini sarebbe un successo di trasparenza perchè eliminarebbe privilegi e diversità castali. La modifica dell'articolo 41 della Costituzione potrebbe anche riverberarsi su tali ordini, sopprimendoli, riducendoli e comunque arrecando u n vantaggio alla colletività stimabile intorno ad un altro 0,5% del PIL. Perchè buttarlo via?
FLI, NATO MALE, CRESCIUTO PEGGIO.
Tanto per capire a che punto si deve dare fiducia , attribuire un minimo di credibilità alle parole che vengono dette da tutti gli esponenti del FLI, deve tornare all'intevento, in Parlamento, pochi giorni orsono, del Ministro degli Esteri Franco Frattini. Rispondendo ad una precisa interrogazione parlamentare che chiedeva precise risposte sui documenti che erano pervenuti al Ministero degli esteri dal Governo di Santa Lucia e relative alla proprietà della società oggi proprietaria della famosa casa di Montecarlo, il Ministro ha evidenziato che la documentazione certificava con assoluta certezza che il solo proprietario della Printemps e della Timara Ltd , proprietarie della casa di Montecarlo, era solo il Signor Giancarlo Tulliani, il fratellino della compagna di Fini. L'On Italo Bocchino del FLI ha a quel punto pubblicamente accusato il Ministro di essere al servizio di qualcuno che sta attuando un dossieraggio contro Fini. Inoltre due anime belle simpatizzanti del FLI hanno pensato bene, aiutati ed incoraggiati dallo stesso FLI, di presentare alla Procura della Repubblica di Roma contro Franco Frattini per il reato di " abuso d'ufficio". Stiamo per entrare nel surreale, tenetevi forte! " Ho dovuto procedere all'invio dei documenti pervenuti per via governativa dal Governo di Santa Lucia alla Procura di Roma , perchè nello scorso mese di Ottobre fu proprio l'On Carmelo Briguglio del FLI a chiamare in causa formalmente la Farnesina perchè fornisse in Parlamento ogni delucidazione necessaria sui documenti stessi:" L'invio quindi di quei documenti alla Procura di Roma nulla hanno a che fare con un " abuso d'ufficio" proprio perchè rispondere alla richiesta dell'On Briguglio era invece " un atto dovuto". La loro trasmissione, poi, alla Procura che gestisce la denuncia penale per truffa aggravata contro Fini per la casa di Montecarlo è dunque un atto di leale e doverosa collaborazione istituzionale, anche se la collaborazione mette in grossa difficoltà una Magistratura che , sul caso indicato, vorrebbe mettere un tappo , un bavaglio.
A proposito di Magistratura e di accordi sotterranei fra FLI e Magistrati ( ricordate che ormai la Magistratura dispone anche di un movimento politico ordito da Santoro e Travaglio !), desta in me un fastidio enorme ed una grandissima preoccupazione il fatto che il Dr Ferrara Giovanni, Procuratore Capo di Roma, sia implicato anche nell'inchiesta sugli appalti, quella di Balducci, di Anemome, di Balducci, di De Vito Piscicelli - grande amico di Gianfranco Fini - di Bertolaso, ecc, visto che , come ricorderete, vi è implicato anche un altro Magistrato della Procura di Roma, quell'Achille Toro che è stato appositamente " pensionato". Mi preoccupa e mi insospettisce la faccenda, perchè dal fscicolo in questione emerge che il Dr Ferrara Giovanni era sempre al corrente con Achille Toro con il quale aveva stabilito il da farsi. Toro è inquisito, Ferrara si difende dall'accusa di aver tentato di insabbiare il processo Anemone. Intanto però ha assunto un atteggiamento incredibilmente favorevole a Fini nella causa che vede Fini indagato per truffa aggravata. La sfacciata tolleranza a favore di Fini quale indennizzo per ottenere un occhio di riguardo per sè stesso? Non amo dietrologie, ma vi è troppa disparità di trattamento fra il " caso Fini" e le eccessive protezioni e, faccio un esempio, la rigidità che la stessa Magistratura ha applicato in indagini intentate, per esempio, a Scajola, peraltro ancora non inquisito.Pensateci bene: il " Divo Giulio", checché ne dica Sorrentino, sosteneva che " a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca". E il " Divo Giulio", alla faccia dell'attuale Procuratore Capo di Torino Dr Caselli , ben noto al pubbico , pensando male è riuscito, dopo la bellezza di dieci e passa anni ad ottenere l'assoluzione da tutte le accuse che quel Procuratore gli aveva rovesciato addosso e che si sono rivelate menzogne.
DEAD MEN SPEAKING
Ma avete letto l'intervista del Prof. Romano Prodi ad un giornale tedesco? Stupenda! Ha disegnato, da par suo, il profilo dell'italiano meglio di un Maigrit, meglio di un Van Goog. Gli italiani sono tutti evasori, corrotti, maleducati, incivili, ruttano in pubblico, lasciano partire petecchie peggio dei livornesi, le donne sono tutte puttane e quando va bene sono delle ecort, sopra tutto gli italiani sono degli idioti . Se non votano per lui. E bravo il " medium" del piattino! Quello che ha donato cinquecentomila euro ai figlioli usando la legge dell'odiato Berlusconi che escluse dalla tassa di successione le donazioni fra padre e figli. Proprio bravo! Quello che ha egalato l'Alfa Romeo a Gianni Agnelli! Quello che voleva regalare la SME per due lire a Carlo De Benedetti e che solo l'intervento di Barilla e Berlusconi mandò a monte! E bravo " o professore"! Bè, se lo chiamano " Professore " una a ragione ci sarà, visto che sul piano didattico non se ne ha alcuna traccia.
Roma venerdì 4 febbraio 2011
Gaetano Immè