BASTA COL GOVERNO DEL
PRESIDENTE. VECCHI ORIZZONTI PER UN NUOVO CENTRODESTRA.
L’astensione del PdL nelle votazioni in corso , sia alla Camera che
al Senato, è stata una doccia fredda , un gelido gavettone
sulle teste degli italiani, ormai assorbiti dai debiti e dalle scadenze fiscali
più che dalla fattiva partecipazione alla democrazia del Paese. L’effetto
narcotizzante della raffica di imposte e di tasse dell’ultimo anno è di una
evidenza solare. E il fatto che circa
tre milioni di persone abbiano deciso di andare a votare le primarie del
centrosinistra non fa che avvalorare questa tesi: l’elettorato “duro e puro”
del P.D. è inquadrato militarmente e dunque si mobilita prontamente ai comandi dei loro generali, specie quando vede l’avversario
alquanto spento ed in ambasce.
Anche il Prof. Monti ed il suo Governo hanno subìto lo stesso
effetto anestetizzante e narcotizzante, come se avessero
tutti assunto dosi industriali di Valium: certi della protezione del loro
fautore, del loro padre, del loro protettore, Giorgio Napolitano,
tranquillizzati dall’ormai pacifico consenso strappato, nel segno della
necessità,sia al P.D. che al PDL, il Governo Monti si riteneva ormai pressoché
intoccabile, quanto meno fino alle elezioni del 2013, ma covando addirittura anche
più che una semplice speranza di un successivo proseguimento alla guida del
Paese.
Questo stato di catalessi istituzionale e mediatico –
il conformismo di giornali e televisioni in quest’ultimo anno è stato un
delirio di ipocrisia e di osceno servilismo
– ha subìto oggi un trauma, l’astensione del PDL dal voto di fiducia,
l’ennesimo, al Governo Monti. Dunque
improvvisamente, il PDL ha strappato la cappa di ipocrisia che opprimeva il
Paese e il Governo Monti si è trovato, sia al Senato che alla Camera, improvvisamente
con una maggioranza risicatissima. A Novembre 2011, ricordo, capitò lo stesso
anche al Governo Berlusconi il quale , pur non essendo stato sfiduciato mai dal
Parlamento, fu sospinto verso le dimissioni da un Quirinale decisamente
ostile anziché super partes. E’ passato
solo un anno e un mese, ma sembra di essere tornati indietro di tredici mesi.
Ora la logica,il rispetto istituzionale, il rispetto della democrazia,il
rispetto del popolo e della sua sovranità politica pretenderebbero che stavolta
tocchi al Prof. Monti rassegnare le proprie dimissioni. Simili le situazioni politiche, dunque simili
dovrebbero essere le soluzioni politiche.
Ma in Italia non funziona così, perché siamo, appunto, in Italia.
Le situazioni non sono solo simili,
perché mentre il Governo Berlusconi era stato eletto dal popolo, il Governo del
Prof. Monti è stato “ scelto” da
Giorgio Napolitano, evitando accuratamente
quel noioso passaggio che sono, per un comunista, pur sedicente “migliorista”,
sempre state le elezioni politiche.
Dunque la conseguenza politica più ovvia a questa situazione è solo una:
dimissioni immediate per Napolitano e
Monti. Nuove elezioni, ecc. Ma siccome, come dicevo, siamo in Italia, dove il Parlamento è stato ormai esautorato
dal Quirinale, ecco che il Colle – che per Costituzione non dovrebbe interessarsi
di politica – scende in politica – ovviamente tutti zitti e servili – e
riconferma oggi la fiducia al Governo Monti.
Fiducia di chi? Del Parlamento? Nossignore, solo di Giorgio Napolitano. Come fossimo in Francia o negli Usa, mentre
siamo nel Bel Paese, con una Costituzione da robivecchi.
Oggi, questo è l’augurio di questo blog, il PdL ha avuto il
coraggio, la forza e la dignità politica di togliere il tappo del
conformismo e di far fuoriuscire dai
palazzi della politica l’enorme massa di
liquido amniotico con la quale
Giorgio Napolitano ed i suoi sodali politici , mediatici e
finanziari avevano addormentato, narcotizzato, soffocato la libertà di opinione e di pensiero politico nel Paese. Ha preso atto, il PdL, che
oggi in Italia stiamo peggio di quanto stavamo nel 2011, quando si dimise il
Governo Berlusconi. Bastano tre semplici constatazioni: il tracollo del PIL – ormai verso il
segno negativo stabile -, il tracollo dei consumi interni – il peggiore dal
dopo guerra ad oggi – migliaia di imprese ( piccole, medie e grandi) ormai
sull’orlo del fallimento, senza più credito, senza più commesse,
senza la minima competitività sul mercato globale. Oggi, statistiche e ricerche
lo certificano, la metà degli italiani consuma i
risparmi per la sopravvivenza, il 23% degli italiani
galoppa verso la fascia della povertà, mentre la pressione fiscale
( che grava sempre su coloro che le imposte già le pagano) è ai livelli
impensabili ed inaccettabili. Impossibile andare avanti così. Questi
sono i motivi che il PdL ha avuto la forza ed il coraggio di sbattere in faccia
al governo Monti.Un’operazione di coraggio e densa di dignità, quella del PdL,
sia perché si sottrae al dilagante ed opprimente conformismo che ricopre le
coscienze degli italiani, sia perché notifica un preavviso di sfratto sia a Napolitano
che al Governo,
che sono coloro che hanno fallito e che hanno addirittura peggiorato la
situazione del Paese rispetto ad un anno fa. Inutile girarci intorno: come per
Napolitano ed i suoi sodali non ha contato nulla la volontà popolare nel 2011
quando lo stesso Napolitano si assunse la responsabilità politica di
sostituirsi al voto popolare scegliendo l’amico Rettore per sostituire , senza
elezioni, il Governo Berlusconi, così oggi è ancor di più perfettamente ed istituzionalmente corretto,
coerente e legittimo che il PdL tolga il sostegno ( fino ad oggi concesso “ a
prescindere” come direbbe Totò, in nome
di un fantomatico benessere del Paese) ad un Governo di “ nominati”
- dunque non solo non eletto , ma
addirittura di stampo lobbistico e clientelare, roba da Sudamerica - che ha ridotto il Paese ad una larva. Ovvio
che ad ogni azione corrisponda una reazione e che dunque come il PDL ha
mostrato il coraggio e lo scatto di dignità necessario per assumersi tale
responsabilità, nell’esclusivo interesse di un popolo italiano al quale
invece Napolitano e Monti hanno non
solo scippato la sua sovranità costituzionale ma anche seppellito sotto una
serie incredibile di restrizioni economiche e di imposte ,così anche il P.D. e
l’UDC, che hanno lungamente invocato, provocato e poi sostenuto il Governo del Presidente ed anche l’accantonamento dei diritti
costituzionali del popolo, anche costoro dovranno pagare il giusto prezzo di
tale invereconda loro politica. Vedremo come ed a chi andrà il premio, nella
gara per il bene del Paese. Se sia meglio un Paese di persone che pensano col
proprio cervello ed agiscono democraticamente o se sia meglio un paese di
conformisti guidati da una elite di “principi” peraltro nati, cresciuti e
fattisi ricchi grazie ad un PCI
finanziato sempre dai rubli sovietici e poi anche da un terzo di tutte le
tangenti italiane degli anni novanta .
Oltre la scomposta e risibile reazione del candidato Premier
P.L. Bersani,
già stigmatizzata come tipica di un bullo e di un mafioso più che di uno
statista , oltre quella che il Ministro Passera
s’è ampiamente meritato - perché prima di aprire bocca e dargli fiato sarebbe
meglio che il Dr.
Corrado Passera sgombrasse i propri armadi dai tanti cadaveri ivi
nascosti- rallegrano questo Blog le
reazioni di un Corriere
della Sera, di De Bortoli alla ricandidatura di Silvio Berlusconi. Un articolo tutti
untuoso, viscido, melmoso, salivoso, fra
toni saccenti e ammonimenti intimidatori ed anche ricattatori, ( cos’è infatti
quel tono falsamente paternalistico di De Bortoli che invita Berlusconi a non
rimettere piede nell’agone politico se non una non tanto larvata minaccia di ritorsioni
, scontatamente da parte della Magistratura “ organica” ? )nel quale De Bortoli
mostra un fottuto timore: quello che Berlusconi possa di nuovo rovinare la
festa al P.D. col quale De Bortoli ha schierato il Corriere, un tempo il
giornale della borghesia , oggi un semplice surrogato di Repubblica.
A De Bortoli poi mi permetto di rivolgere una domanda: ma se Berlusconi , come
Lei sostiene, non vale nulla anzi è nocivo al sistema politico italiano, perché
allora Lei ed i suoi sodali “ de sinistra” vi scagliate contro la sua
ricandidatura? Che forse esiste una Legge fatta dal Corriere della Sera, da
Repubblica, da La Stampa che vieti ad un cittadino italiano di candidarsi se si chiama Silvio Berlusconi ? Che forse
Berlusconi non si può candidare perché è stato già eletto dal 1994 in poi? O
che forse la condanna in primo grado comminatagli dal Tribunale di Milano per
De Bortoli and partners è già “ definitiva”? O che forse De Bortoli and parners
sono talmente terrorizzati che neanche riescono a capire che la risalita del
differenziale dipende solo dalla BCE e non da Berlusconi, perché se fosse vero
credo che tutti i cittadini italiani , tutti, nessuno escluso – e dunque non
solo De Bortoli and partners – chiederebbero all’On. Berlusconi di farsi da
parte per il bene supremo del Paese. Non sia d’offesa, De Bortoli, ma leggerla
è come sentire quei versi di Totò che, parlando “de’ pezziente” ( dei pezzenti
accattoni), scriveva: “ pe’ ffa’ chillu mestiere, nce vo’ ‘a faccia tosta!”. Vale
non solo per De Bortoli, ma per tutti gli altri, le solite “ prefiche” dell’antiberlusconismo,
da Saviano a Largo Fochetti.
Così cambia il ruolo del PdL, perché il suo risveglio, anche se
tardivo, che serve
per combattere fattivamente l’antipolitica, deve tener conto dei propri errori
e ripararli. Errori che sono stati enormi, specie nella gestione del potere politico
. Il rimprovero maggiore che questo Blog
sente di muovergli è di non aver saputo usare la maggioranza di cui
disponeva. La riforma del lavoro, la riforma della giustizia, la riforma del
sistema istituzionale dovevano essere portare a termine senza farsi irretire ,
condizionare, soggiogare, intimidire , minacciare dalla Magistratura,
dall’accanimento giudiziario,dalla demonizzazione , da Casini, da Follini, da
Buttiglione ( anni 2001/2006), da Fini, da Bocchino, ecc ( 2008-2011). Se il
PdL avesse portato a termine quelle riforme , che pure l’Europa ci chiede, invece che correre appresso alle intimidazioni
dei magistrati che minacciavano Berlusconi accusandolo anche dell’invasione di
Pirro, sarebbe toccato al centrosinistra l’arduo compito di mettere la faccia
per abrogare varie riforme che da anni ci chiede l’Europa solo perché opera del centrodestra.
Ora la strada da seguire è quella di depurare il partito dalle
scorie della politica politicante : ognuno per sé e Dio per
tutti. Berlusconi si metta il cuore in pace, lasci ed abbandoni ogni sogno di
rivendicazione e di vendetta, sia determinato, non si curi dei segugi che gli
morderanno i polpacci, lavori per il bene del Paese, rifondi Forza Italia come
nel ’94, lo faccia di plastica, lo faccia di cartone, lo faccia di latta, ma
rifaccia “ quella Forza Italia”, con quel progetto e quelle riforme che aveva
promesso e che non ha saputo fare. Lo sottoponga agli italiani, come allora: pazienza,
staremo per qualche tempo all’opposizione, ma senza tagliagole, senza
ricattatori,senza giustizialisti e forcaioli, senza gente prontissima a salire
sul carro del vincitore per poi pretendere di comandarlo dentro il partito. Gente
come Pisanu o
come Frattini non è gradita nel nostro partito, vadano a caccia di
cadreghe dove vogliono, liberi tutti . Vogliamo un partito democratico,
liberale, laico rispettoso, europeista e realista ma non servile a nessuno, che
riduca lo Stato, che rispetti ed aumenti le libertà individuali che la sinistra
e Monti hanno piano piano rubato agli italiani, che non si intrometta nella
vita etica dei cittadini, che li lasci decidere della propria vita e della
propria morte, che li lasci liberi di esprimere il proprio pensiero senza
minacce di torture indegne di un paese
democratico. Faccia crescere una nuova classe dirigente, faccia l’inimitabile
ed irraggiungibile leader di Forza Italia senza rimanere impigliato nelle catene
delle cariche pubbliche, sia di monito, di ispirazione e di insegnamento per
tutti quanti. E chi sogna potere, poltrone, cadreghe, accordi, inciuci, intese
di corridoio , via. Fuori dalle scatole. Meglio soli che male accompagnati. Paradigmatiche le frasi di Bersani, leader sedicente
democratico, uno che vorrebbe rappresentare il Paese, all’annuncio della
candidatura di Berlusconi:” Non vedo l’ora di sfidarlo”, la prima, senza che gli
sia stata lanciata alcuna sfida. Scusa non richiesta, accusa manifesta. Una
frase da bulletto di periferia, la classica reazione di un gallo davanti ad un
altro maschio nel pollaio. La consueta menzogna, la seconda, quell’affermazione “ siete
stati degli irresponsabili, ci avete raccontato che la crisi era psicologica”
frase che, ovviamente, mai nessuno ha pronunciato. Povero Bersani, impaurito e terrorizzato
dall’inattesa decisione dello spauracchio, reagisce alla sua maniera, puntando
solo sullo scontro personale, sull’aggressione fisica, sulla rissa, sulle solite
menzogne. Credeva di “ vincere facile”, invece adesso rispunta un partito che,
a conti fatti, potrebbe sempre raccogliere – ci sono le inchieste demoscopiche –
almeno un 23/25% immediato. Nessuno pensa al Governo, ma sarà una legislatura
da incubo per Bersani con una opposizione libera e senza più Bruti, Iaghi, Fini
et similia fra i piedi. Per Bersani la democrazia è come il territorio già “
segnato “, con una pisciatina, da un cane o, se preferite, come un capobastone
mafioso. Roba solo sua,“cosa loro”. Sull’argomento, parla pure il Ministro Passera!
Non glielo ha chiesto nessuno, ma visto che vuole parlare, allora Passera invece di pontificare ci
spieghi, solo qualche esempio, i soldi della Banca Intesa ( nostri, dei
correntisti) dati ai Riva per farli entrare in CAI - Alitalia, ci spieghi
perché le fondazioni bancarie non devono pagare imposte, ci parli della maxi
evasione fiscale della banca da Lei guidata. Facile e comodo farsi pubblicità con
i soldi della casta! Ecco un altro Di Pietro, un altro D'Ambrosio, un altro De
Magistris, un altro Violante. Ricordo al Ministro Passera che Silvio Berlusconi
ha guidato il Paese, salvandolo dal PCI di Occhetto, mentre lui, Dr. Corrado
Passera, nel contempo assisteva, silente e servile, anzi dava una mano
concreta alla distruzione dei nostri risparmi con Parmalat, con Cirio,
con i bond argentini, con il riciclaggio dei titoli tossici , con l'assalto dei
suoi amici al Monte dei Paschi di Siena, con " strani" acquisti di
Banche, tipo la “Banca del Salento “ e
l’ “ Antonveneta “. La pacchia è finita, Ministro Passera, forse l’egemonia
delle Banche anche sulla politica sta per subire una svolta, si prepari. Lei è
bravo a criticare gli altri,ma superbo a
tacere sulle sue innumerevoli malefatte, signor Ministro. Provi a spiegare agli
italiani, prima che lo facciano altri, come mai Lei, che rappresenta“la
Banca”,quella che ha rovinato gli italiani con i titoli tossici e falsi, che
elargisce denaro solo ai potenti ( vedi Riva e Colaninno), che soffoca e
strozza le imprese non raccomandate dai suoi amici politici, come mai Lei si
trova in questo Governo guidato dal consulente delle maggiori banche del Mondo
( Mario Monti), guidato da chi fa parte integrante di lobby bancarie e
finanziarie misteriose e potenti a
livello mondiale come la Trilateral e la Bildberg ( insieme al rampollo della famiglia
Letta, Enrico, quella che domina la piana di Avezzano), come mai Lei fa parte di questo
Governo? Perché Lei è l’uomo migliore
esistente in Italia per quel posto o per altri motivi che è meglio tacere? Come
mai in questo Governo, insieme a Lei,
trova posto anche un altro Ministro che è stato potente amministratore delegato
di un’altra importantissima Banca italiana che ha contribuito,insieme a quella
da Lei guidata, a depredare gli italiani dei loro risparmi? Non sarà che la lobby mondiale delle Banche,
che vuole dominare Europa e mondo, ha sistemato così l’Italia ( premier,
ministro del lavoro e dello sviluppo industriale in mani amiche ) in attesa di
acquistarne i gioielli? Non sarà che temete Berlusconi perché non ha mai fatto
parte delle vostre consorterie, perché è un uomo ed un imprenditore fuori dalle
vostre logiche spartitorie, fuori dai vostri accordi, fuori da Mediobanca,
fuori dal RCS, fuori da Confindustria, ecc? Egregio Signor Ministro, si
prepari, forse la ricreazione starebbe
per finire.
Staremo all’opposizione, ma costruiremo un futuro politico
per una nuova classe dirigente che sarà la fortuna di questo Paese perché
quella rappresentata dai Bersani, dai D’Alema, dai Veltroni, dai
Franceschini, dalle Bindi, dalle
Finocchiaro, dai Colaninno, dai Letta , dai Casini, dai Buttiglione, dai
Rutelli, dai Fini, ecc faranno la fine che ha fatto Prodi, che ha fatto Zapatero.
Opera meritoria, visto che l’Italia è soffocata da una classe dirigente che
nasce addirittura nel PCI. Roba da pazzi.
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LECTIO MAGISTRALIS SULLA
MAGISTRATURA
Quando si parla di Giustizia e del sistema carcerario mi rendo conto
che in Italia una parte del popolo ragiona, l’altra parte fa solo
uno stucchevole coro . Carlo
Nordio è un ex Magistrato, molto noto, il quale tentò di indagare , negli anni
di Tangentopoli, proprio sul PCI e su Primo Greganti. Fu emarginato dalla tela
di ragno tessuta dalla squadra del Pool,
quella dei magnifici quattro magistrati di sinistra ( Di Pietro, Borrelli,
Davigo e D’Ambrosio) e la sua opera, come quella di un altro Magistrato,
Tiziana Parenti ( anch’essa incaricata a Milano
di indagare sulla tangentopoli del PCI), finì sommersa dall’oblio. Ma mentre Tiziana Parenti , disgustata, arrivò
addirittura a dimettersi dal ruolo di Magistrato ed oggi è un valente avvocato,
Nordio ha concluso la sua brillante carriera da Magistrato. Resta una mente
lucida, un animo libero, non asservito a preconcette ideologie : ne ha dato
dimostrazione giorni fa quando , ospite in una discussione radiofonica con
Pannella e Bordin ha avuto l’onesta
culturale di affermare quello che questo blog urla da anni. Innanzi
tutto che quel principio al quale i Magistrati s’inchinano a giorni alterni,
cioè quando fa loro comodo, della obbligatorietà dell’azione penale inserita
com’è nella nostra Costituzione è una principio fascista , perché usa il P.M.
non per aggredire la criminalità dilagante e le forme di malavita celate dietro
paraventi difficili da sgombrare, ma solo al fine di “gestire” l’apparato e
di terrorizzare il popolo soggiogandolo col
terrore che , alla prima sciocchezza, ogni ritorsione sarà verniciata di
legalità. Chi avesse difficoltà a cogliere l’essenza democratica di
quest’ultimo concetto deve andare a studiare un po’ di “profumo di democrazia
liberale”, visto che in Italia, da qualche mese, si sente solo “ profumo di
sinistra”.
Nordio ha anche affermato e confermato che la nuova legge anti-corruzione
non serve a niente. Molto meglio delegificare e deburocratizzare la pubblica
amministrazione per togliere ai
funzionari e ai parassiti che vi si annidano la tentazione di farsi ungere,
piuttosto che minacciare nuove pene e nuove leggi che si sedimentano sulle
altre. Nordio, che fu incaricato proprio dal Ministro Castelli di portare avanti un progetto di
riforma del codice penale, che ancora oggi è fondamentalmente quello fascista, con sicuri peggioramenti
dati dalle leggi emergenziali su terrorismo, mafia, pedofilia, stalking, ecc.
dovuti all’isterismo giustizialista e statalista dominante, ha dato
l’impressione di essere ormai un magistrato ormai disilluso. Vittima, da una parte, della mala
politica ( che ancora si illude di potere utilizzare la questione sicurezza per
fare cassa elettorale) e dall’altra del gioco lottizzatorio delle correnti in
seno all’Anm, che isolano i magistrati coraggiosi e capaci per promuovere
quelli più inclini alla burocrazia e al sindacalismo possibilmente poi da usare
in chiave di trampolino per la politica. Nordio ha anche deprecato i magistrati
che entrano, o peggio minacciano di farlo, in politica. Senza fare nomi che
tanto sono sulle prime pagine di tutti i giornali. Insomma, la Pannella – Nordio
- Bordin di domenica 2 dicembre 2012 è una trasmissione radiofonica da trasmettere
nelle scuole. Lezione di civiltà giuridica
e civile sopra tutto per certi P.M. o ex tali che si credono “vicini a Dio “ e incaricati di una missione salvifica da
compiere. Invece devono semplicemente applicare
e rispettare per primi le leggi. Proprio Nordio, su assist di Pannella, ci ha avvertito
con un grido di dolore: «Io mi metto paura di quei magistrati che dicono di
“volere fare giustizia”, perché noi dobbiamo semplicemente applicare la legge in maniera onesta». La
magistratura non deve lottare contro qualcuno o per qualcosa, né contro
qualcuno.
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GRANDI PARACULI CRESCONO E SI
MOLTIPLICANO
I grandi paraculi, ovvero coloro che hanno trovato il modo di
campare alle spalle dello Stato e di sfruttare la loro carica
pubblica per ottenere prebende maggiori,
crescono e si riproducono, come le amebe. Senza spendere un euro di tasca loro.
Insomma, campagna elettorale fatta coi soldi nostri, una grande paraculata ,
nel migliore stile comunistoide. Oddio, non è che il centrodestra ne sia del
tutto immune, ma resta pur sempre una grande paraculata.
Un elenco lunghissimo, quello dei
grandi paraculi. Qualche nome: LUIGI
DE MAGISTRIS, OSCAR LUIGI SCALFARO, LUCIANO VIOLANTE, ANTONIO DI PIETRO,
GERARDO D'AMBROSIO, CLAUDIO VITALONE , ENRICO FERRI, GIANFRANCO AMENDOLA ,
FERDINANDO IMPOSIMATO , TIZIANA PARENTI, FELICE CASSON, ADRIANO SANSA,
FRANCESCO NITTO PALMA,ANNA FINOCCHIARO, GIUSEPPE AYALA, ROBERTO CENTARO
GIUSEPPE CIRAMI, ALFREDO MANTOVANO, MICHELE
EMILIANO.
Esemplificazione esemplificativa, non
esaustiva. Tutte questi personaggi si trovano dove si trovano, anche chi si
trova al campo santo, perché erano dei Magistrati, gente laureata in Legge
che ha superato un concorso per entrare in Magistratura. Non facile, non
semplice certo, ma allora , se è per questo, anche il concorso da Notaio è
arduo. Senza allargare il discorso, costoro si godono le prebende ed i
privilegi della politica senza avere speso una lira di tasca loro. Scorrete
l’appello e vi sfido a trovarne uno, di quelli citati, che non sia stato “
nominato”, come una Minetti qualsiasi, da qualche segretario politico per
aver ricoperto il ruolo di Magistrato e per aver favorito qualche
partito. Costoro poi entrano in
Parlamento senza essersi dimessi dalla Magistratura: ce ne sono molti
nell’elenco. Questo vuol dire che una volta esaurita la Legislatura per la
quale è stato “ nominato” ( anzi
“minettizato” ), costui rientra in Magistratura. Voi immaginate che
potere di intimidazione e di ricatto esercitano costoro nei confronti della
politica. Perché dal momento che fin dal 1994 è stata sfigurata la
Costituzione con l’abbandono delle guarentigie parlamentari, ogni deputato ed
ogni senatore, ogni Ministro, ogni Premier, ogni sottosegretario, ecc può
essere accusato da un qualsivoglia Magistrato di qualsivoglia nefandezza e,
non godendo più di quelle guarentigie, sarà costretto a dimettersi anche se
la Costituzione prevede che la nessuno è colpevole dei reati ascrittigli fino
alla condanna definitiva. Chi avrà mai
il coraggio, la temerarietà di sfidare o di spiattellare verità scomode per
costoro i quali saprebbero ben come vendicarsi una volta ritornati fra i
Magistrati. Ma lo stesso identico discorso vale anche per coloro che, entrati
in Parlamento, si sono dimessi dalla Magistratura. Essi , tutti anche quelli
indicati prima, conservano un immenso “potere”, del tutto ignoto ad altri,che
consiste nella facilità con la quale , da magistrati, potevano conoscere
tutti i dettagli della vita di ogni persona. Non solo: ma pensate anche quale
carico di potere ricattatorio ed intimi dativo essi conservano sui loro ex
colleghi una volta dimessi, sapendo tutto di loro. Fulgido esempio di questa
schifezza è Antonio Di Pietro: da quando è stato ripagato dal PCI – che aveva
salvato da tangentopoli insieme a D’Ambrosio – con una seggio senatoriale, Di
Pietro ha sporto quasi cinquanta querele per diffamazione contro la stampa,
vincendone cinquanta ed in tempi rapidissimi, Provate voi a citare qualcuno
per diffamazione: neanche istruiscono il processo. Prendete D’Ambrosio:
senatore dell’ex PCI, ora P. D.. Molti scrivono ed hanno scritto che
D’Ambrosio ha salvato il PCI con Greganti trovandogli, lui che doveva
rappresentare non la difesa ma semmai l’accusa, anche una sorta di alibi.
Bene molti anche, se hanno letto e studiato, sanno che quell’alibi di
Greganti era fasullo, irreale, insomma falso. Nessuno di costoro risulta
denunciato da D’Ambrosio.
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Roma
venerdì 7 gennaio 2012
Gaetano Immè
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