FALSO
NEL BILANCIO DELL’ITALIA: AUTORI
PRODI,VISCO E PADOA SCHIOPPA, LA
DENUNCIA VIENE DALL’UE.
Scoperto
l’ultimo FALSO IN BILANCIO dell’Unione: hanno spostato da una
Finanziaria all’altra
un
patrimonio , al solo scopo di incolpare Berlusconi di aver lasciato
loro dei conti in rosso. La UE
ha
da poco svelato il sistema di “Prodi,
Visco e Padoa Schioppa”
: mettere a bilancio delle poste "una tantum" ed
assolutamente false per gonfiare il deficit da addossare al Governo
Berlusconi del 2001/2006. Non so se vi rendete conto dell’infimo
livello di infamia di costoro. Confesso che provo un fortissimo
ribrezzo, un disgusto inarrestabile contro questo trio di falsare
mascherati da Ministri italiani i quali non si sono fatti alcuno
scrupolo a danneggiare e ad infangare il Paese pur di poter
vanesiamente criminalizzare e diffamare l’avversario politico, anzi
, il “ loro nemico da abbattere senza se e senza ma”. Mi
piacerebbe oggi guardarli in faccia e chieder loro quale sarebbe il
loro senso dello Stato. Questi sarebbero i nostri “statisti de
sinistra ”? Tre gaglioffi ragionieri imbroglioni che falsano i
conti degli italiani? E uno di questi tre pretenderebbe pure di
essere deposto sul Colle? Va bene che sul Colle è stato depositato
anche un Giorgio Napolitano, ma per favore almeno un po’ di
contegno e di senso della misura nello screditare il Quirinale con
inquilini che meriterebbero semmai dei processi giudiziari , penali e
storici piuttosto che i regali privilegi di quell’istituzione.
L’esperienza dunque della sinistra al governo , nella scorsa
legislatura , potrebbe presto arricchirsi di un altro primato: quello
del «falso in
bilancio più grande della storia e del mondo »,
una cifra vicina ai 30 miliardi di euro con i quali il trio
Prodi/Visco/Padoa Schioppa avrebbero intenzionalmente «inquinato ed
insozzato » i conti pubblici italiani allo scopo di far sembrare
peggiore la situazione ereditata dal governo Berlusconi e
accreditarsi politicamente come dei risanatori.
Eurostat ha già accertato l’inesistenza di quasi 15 miliardi di
Euro e, secondo quanto mi risulta , i conti italiani sarebbero «sotto
revisione» per quanto riguarda la cifra rimanente.
L’indicatore
più noto per misurare la «gestione
» della politica economica di un governo è l’evoluzione del
rapporto
fra il deficit e il Prodotto interno lordo.
Questa misura è importante sia in senso assoluto (perché se essa
supera stabilmente il 3% l’Europa apre una procedura di
infrazione) sia in senso relativo perché si possono confrontare le
gestioni dei diversi Stati fra di loro e rispetto alla media
europea. Ogni governo è poi «responsabile» degli anni a sua
guida, che sono solo quelli per i quali firma la legge
finanziaria
che, come è noto, stabilisce spese e entrate per l’intero anno.
Pertanto sono attribuibili al centrosinistra i risultati degli anni
dal 1997 al 2001, al centrodestra quelli degli anni dal 2002 al 2006,
di nuovo al centrosinistra gli anni 2007 e 2008. Ebbene, come
denuncia Eurostat
Prodi,
Visco e Padoa Schioppa
crearono delle voci «una tantum» che pesarono sul deficit
italiano del bilancio 2006 ( l’ultimo del Governo Berlusconi 2001 /
2006 ) per la bellezza di circa due punti percentuali di quel
rapporto , così da consegnare alle stampe e ad un incredula ma
silente Istat un dato pesantissimo da assegnare , appunto, al 2006 e
dunque al Governo Berlusconi : meno
4,4%,
il peggior risultato dal 1996 , che sarebbe così passato alle
cronache come responsabilità del governo di centrodestra. Ma le voci
in questione si sono poi rivelate false , assolutamente inesistenti.
Un metodo che il centrosinistra aveva ampiamente sperimentato già
dal 1994, quando grazie alle false accuse create da Di Pietro , il
Governo eletto dal popolo fu sostituito con uno di centrosinistra ,
uscito dagli accordi di corridoio del Quirinale non per niente
okkupato da un ex Magistrato moralista come O.L. Scalfaro.
La
prima di queste voci fantasma era relativa a possibili rimborsi
sull’Iva delle
auto aziendali ( quella voce trasformava in debito certo, liquido ed
esigibile dello Stato , con una valutazione di ben 15 miliardi di
euro, delle pretese di rimborsi da parte delle aziende di rimborso
dell’IVA pagata al fornitore per l’acquisto di auto aziendali ) è
già stata cancellata da mesi (nell’assordante silenzio mafioso
della così detta “ stampa libera” )da Eurostat, che ha
classificato come «metodologicamente
scorretto»
il carico di spese, solamente eventuali ed ipotetiche e, per altro,
non ancora verificatesi sul bilancio 2006. Se volete controllare ,
prego consultate immediatamente il sito di Eurostat dove il rapporto
deficit/Pil per l’Italia nell’anno in questione appare già
ridotto, dal 4,4% indicato dal trio dei falsificatori, al per ora
già ridotto 3,4 per cento.
Nella
stessa nota in cui Eurostat accerta questo primo falso nel bilancio
statale
c’è una nota che indica come anche le voci di quel bilancio
italiano relative a «investimenti
infrastrutturali»
siano sotto esame. Spiegare cosa significhino quelle voci vuol dire
svelare anche con quanta e quale tendenziosa spregiudicatezza si sia
comportato quel governo Prodi pur di falsificare i conti italiani al
fine di diffamare il governo precedente, addebitandogli
pubblicamente responsabilità dalle quali il trio dell’Unione
sapeva benissimo essere quel Governo del tutto estraneo. Leggete e
stupite , ma, per favore, non dimenticatelo. Prendete la Legge
Finanziaria del Governo Prodi (2006/2008)per il 2007,(quella
spacciata dal trio dei falsificatori di bilanci pubblici come quella
del «più tasse per tutti») : era costituita da un solo articolo
con la bellezza di 1.364 commi, una sciagura il solo leggerla.
Bene, andiamo ora a leggere l’ultimo dei 1.364 commi della legge
finanziaria , pensate proprio l’ultimo il cui testo, ci accorgiamo
subito , è assolutamente inconsueto: dice, come da diritto , che
la legge entra in vigore il 1° gennaio ( 2008)
«tranne»
quattro
commi che,
in modo del tutto irrituale, entrano
in vigore già dal 27 dicembre.
Tali commi prevedono l’accollo dello Stato dei debiti delle
Ferrovie dello Stato per 13 miliardi che quindi, per quattro soli
giorni, venivano caricati totalmente sull’esercizio 2006, quando
invece, andavano ripartiti fra diversi anni della loro formazione. Un
vero e proprio colpo di mano, una truffetta contabile degna giusto di
un ragioniere di Parmalat di Tanzi.Fu immessa dunque questa voce non
ostante fosse ancora , a quel tempo, finanziariamente indeterminata,
perché il decreto attuativo sarebbe stato emesso solo in seguito. Ma
non finisce qui, perché risulta che proprio lo stesso Eurostat aveva
imposto ,sin dal 2005 , un diverso criterio di imputazione di questo
deficit. L’istituto europeo aveva infatti classificato tale somma
come debiti dello Stato nel 2005 e, secondo quanto si può leggere
sul rapporto che accompagnava la riclassificazione, aveva
stabilito tassativamente che fossero imputate come deficit solo e
solamente le cifre relative a debiti giunti a scadenza e non onorati
dalle Ferrovie e, in ogni caso, solo per gli anni in cui queste
scadenze fossero avvenute.
Non esisteva quindi nessuna ragione per disporre l’accollo di una
simile cifra e soprattutto nessuna motivazione per una così
clamorosa ed anche grossolana forzatura contabile, congegnata in modo
da gonfiare il deficit 2006, anzi, Eurostat aveva espressamente
deciso tutt’altro.
Alla
luce di tutto ciò capisco molto bene l’imbarazzo dei nostri
grandi giornalisti di regime e “ de sinistra”
, nonché dei severi contabili europei che si trovano ad avere a che
fare con dei bilanci italiani , firmati da Prodi, Visco e Padoa
Schioppa, che risultano falsati per quasi 30 miliardi di Euro. Siamo
come la Grecia, pensate voi. Se, come pare ormai quasi certo , oltre
la voce dei rimborsi IVA anche questo accollo dei debiti delle
Ferrovie - dato il palese artificio contabile e l’esplicita
indicazione contraria del 2005 della stessa UE- verrà cancellato da
Eurostat, bisognerà riscrivere la storia economica delle ultime
legislature, ammettendo che il risanamento era stato in effetti
iniziato dal governo Berlusconi, dato che il centrodestra, senza il
«superfalso» in bilancio ordito della sinistra, risulta aver
ricevuto dal Governo di centrosinistra un deficit/pil al 3,1%
ed averlo riconsegnato al successivo Governo Prodi migliorato al
2,5% (in controtendenza con la media dell’Europa a 15 nazioni che,
nel periodo, ha al contrario leggermente peggiorato tale rapporto).
Risulterebbe invece così pressoché nullo il risultato dell’ultimo
governo dei Prodi, dei Visco, dei Padoa Schioppa, dei Diliberto e dei
Di Pietro, ai quali spetterebbe invece di diritto il poco ambito
riconoscimento come campioni mondiali di «FALSIFICATORI DI BILANCI
» in Europa: che figura, signori miei, per chi , per decenni, ci
aveva scassato i gabasisi col famoso falso in bilancio , per decenni
strumentalizzato come simbolo delle malefatte del centrodestra.
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DECLINAZIONE
ITALIANA DEL VERBO
GOVERNARE : NOI RUBIAMO QUANTO MA DA
QUANDO
POSSIAMO, VOI INVECE RUBATE DA
SEMPRE
Non
lo dico mica io, ma un duo che di verità, urca, se ne intende:
Curzio Maltese e Francesco Merlo,
gente
che ha la verità nel pennino, a cui basta uno sguardo per capire
come cambia il mondo e perché, a cui basta il tempo di un battito
d’ali di colibrì per scavare nei reconditi abissi delle
trasformazioni umane e sociali. Chapeaux! Qui di parla di Curzio
Maltese,qui
si accenna a Francesco
Merlo,
mica due fregnacciari radical-chic qualsiasi. Sono loro , non per
niente compagni di fregata – si fa per dire, sia chiaro – di quel
Massimo
Giannini
che usa presentarsi con il famoso “
Sono Massimo Giannini, sono Vicedirettore di Repubblica e sono molto
colto”,
che, con assoluta convinzione, sul Venerdì di Repubblica, ci hanno
spiegato che i Fiorito e gli altri ladroni «riflettono
l’antropologia di una classe dirigente ignorante, pacchiana e
soprattutto ladra. Non solo rubano, ma non se ne pentono».
E certo, vuoi mettere com’è più raffinato, rispetto a quel
debosciato di Fiorito , più elegante e meno ladro uno come Lusi,
che se ne va in convento ad espiare? O uno come Penati
che
inquisito e rinviato a giudizio per reati da far venire i brividi se
ne resta al suo posto in Consiglio Regionale Lombrdo? O uno come
Vendola
– quello che gridava “ fuori gli inquisiti dal Parlamento” mica
cazzi! - che,
con due rinvii a giudizio sulle spalle per concussione ed abuso
d’ufficio invece che dimettersi – come vorrebbe facessero i
nemici - si candida alla carica di Premier ? O di uno come Tedesco
o
di uno come Errani
, il primo rinviato a giudizio per corruzione come il secondo per
abuso d’ufficio? Ma mica finisce qui. Fatta una breve pausa per
prender fiato, Maltese
continua con la fissità di sguardo che tutti noi gli invidiamo e
giù a spiegare che questa corruzione è di destra, che è frutto
del ventennio berlusconiano e di colui che, «almeno nei libri di
scuola», descriveranno come «il grande artefice del regime più
corrotto d’Italia».Spero proprio che Maltese e Merlo saranno in
grado di leggerli, i futuri libri di storia d’Italia, lo spero per
loro. Per vedere, come cantava Jannacci, “ l’effetto che
fa!”quella verità che essi ignorano.
Tanto
Maltese e Merlo ragionano con le budella, invece che con la mente
, che neanche s’accorgono che, conti alla mano, in questi ultimi
20 anni di “regime Berlusconiano” , Berlusconi ed il centrodestra
hanno governato solo nove anni (94/95, 2001/2006, 2008/2011) contro
gli undici del centrosinistra; ritengo che anche i cervelletti alla
Curzio Maltese o alla catanese ( Merlo) , se ogni tanto venissero
oliati e messi in moto , capirebbero che parlare di un “ dittatura
dell’opposizione” è una “ pura cretinata” , oltre che un “
ossimoro vivente”. Se anche questo Blog dovesse affrontare il tema
della corruzione politica come fanno il “ Gatto e la Volpe” ,
ossia Maltese e Merlo, potrebbe dire che non è vero che a destra
rubano di più, ma che è vero che a sinistra hanno rubato per molto
più tempo , avvalendosi di più complici , con maggiore protezione
da parte delle toghe amiche e con molta cautela , perché non si
fanno beccare e quando li beccano trovano sempre un Di Pietro ed un
Gerardo Colombo che li salvano , come hanno fatto con il compagno G.
E quando li beccano, li beccano con decenni di ritardo, così da far
avvicinare la “ santa prescrizione, come nel caso Penati
e
poi che non si dica in giro, che nessuno lo sappia, che prevalga
l’omertà implicita e collaterale all’assistenzialismo di Stato
,che si rispetti, cioè, la regola togliattiana di questa
democrazia bacata , secondo la quale non
è vero ciò che è vero ma è vero solo ciò che i media vogliono
far passare per e come vero.
Per esempio, il fatto che qualche giorno fa la vedova
Fortugno,
cioè l’
on. Laganà
, una deputata del P.D.,
sia stata rinviata a giudizio per truffa allo Stato lo avete forse
letto sulla prima pagina di Repubblica o della Stampa o del Corriere
della Sera? No, semmai ho scovato la notizia su Repubblica,
ma solo
dopo otto giorni dal fattaccio
e per di più relegata
ad un trafiletto in ventunesima pagina.
Allora certamente sarà stato pubblicato dalla Gazzetta delle
Procure, su Il
Fatto Quotidiano?
Macché prima pagina,l’ho trovato in un trafiletto di 10 righe, ma
a pagina 6, che per Il fatto è quasi l’ultima pagina. Così per
loro, per i Maltese, per i Merlo e per i signorini scicchettosi di
sinistra, il caso Laganà in pratica non esiste. E quando la
questione si sposta dalla politica ai poteri veri del paese, sia che
si tratti di ministri della tecnocrazia dominante (Passera, Grilli) o
banchieri di alto rango (Profumo) il silenzio e la copertura del
mondo dei media moralisti diventano ancora più evidenti e sfacciati.
Che fine ha fatto, per dire e ricordare, la faccenda del
Monte dei Paschi di Siena,
l’acquisto della Banca
Antonveneta
e il fatto che si adombra una stecca da un miliardo di Euro tutta
dentro il P.D.? Ne avete voi saputo qualcosa negli ultimi due o tre
mesi ? Se poi il soggetto in questione si chiama Carlo
De Benedetti,
l’editore dei Maltese
e dei Merlo ,
la possibilità di venire a sapere dei suoi guai giudiziari è
pressoché nulla; per cui, la notizia che il Gruppo
L’Espresso
di proprietà del suddetto editore residente in Svizzera fosse sotto
indagine per elusione fiscale dal 1991,
è comparso sui media solo dopo la condanna in secondo grado,cioè
20 anni dopo lo scandalo, non come si fa con quei lazzaroni del
centrodestra , che si sbattono in prima pagina e con una bella
condanna definitiva “ senza “ alcun processo prima che sia
avviata anche l’inchiesta . Che per caso avete letto su Repubblica
che la CIR del suo editore Carlo De Benedetti è socio maggioritario
di un’impresa che è accreditata e convenzionata con la Regione
Lombardia di Formigoni, dalla quale acchiappa alla grande contratti
per servizi sociosanitari? Non sia mai! Invece leggete tutti i giorni
la feroce campagna contro la Regione Lombardia e contro Formigoni.
Per caso Repubblica vi aveva informato , con dovizie di particolari
anche stuzzicanti, che Sorgenia
, la società energetica del suo editore naturalizzato cittadino
svizzero Carlo De Benedetti, ha svariati insediamenti e forniture
nelle terre sulle quali pontificava er Batman?
Se
il complicato rapporto tra diritto e morale, in una moderna
democrazia , fosse solo una questione antropologica, come Maltese e
Merlo hanno il compito dal loro editore di inculcare nelle menti dei
loro seguaci , allora basterebbe prendere tutti quelli di destra e
sbatterli in galera, come fanno i talebani con i “ nemici di
Allah”, perché, come dice il duo Maltese - Merlo , “
i talebani alla vaccinara“,
«esprimono
una classe dirigente di miracolati, arruolati nei bassifondi della
società, i quali in cambio di un servilismo assoluto verso il capo,
ricevono poltrone, denaro facile, case, auto, escort e mano libera
per vuotare le casse pubbliche».
Maltese
e Merlo
parlano in questo modo perché in questo essi sono dei veri “
super esperti” . Questa è la “ loro” strada, questo è il
retaggio che la sinistra comunista, poi autodefinitasi
antropologicamente superiore, ha storicamente imposto e percorso fin
dal secondo dopo guerra , inventando ed istituzionalizzando ,
complice la succube D.C. del tempo, quel malcostume e quel malaffare
clientelare che è lo “ spoyl
– system”
, un sistema – questo sì delinquenziale ,ma che trova i tanti
nostri Magistrati sempre “occhiuti” con i peccati del nemico ma
sempre voltati dall’altra parte davanti ai reati dei propri mici e
sodali - dove orde fameliche di “ famigli” venivano piazzati
con i soldi nostri in posti strategici statali ad ogni elezione
politica al posto di altrettanti “ famigli” il cui Don Rodrigo
aveva perso le elezioni politiche . E come quando risolse
l’imbarazzante problema di affrontare la sua storia mandando i
nemici del popolo (erano allora i borghesi, i preti, i capitalisti,
i fascisti o presunti tali) a riempire le fosse comuni oppure
facendo “ lavorare “ i plotoni d’esecuzione delle formazioni
partigiane rosse. Ma la “loro” storia, in questo Paese, era ,
allora, una questione tribale, omicidi, stragi, vendette,
impiccagioni, fucilazioni di massa, vilipendio di cadaveri esposti
come trofei , insomma l’invasione dell’Italia della ideologia
comunista e stalinista , diventata, col tempo, ad oggi, questa
spazzatura da salotto e da redazione che Merlo e Maltese spargono a
piene mani .
Uno
ragiona ma poi gli capita di guardare una foto di Curzio Maltese ed
una di Francesco Merlo
e allora capisce tutto, capisce perché sono così incazzati con
l’universo mondo. Ma siccome non voglio passare per quello che
dileggia l’infantilismo intellettuale e mentale di certi “opinion
maker “nostrani, li lascio vivere , felici, nelle loro riserve
indiane , dove tutti gioiscono raccontandosi a vicenda della loro
superiorità morale mentre rubano come gli altri ,schizofrenia tutta
“ de sinistra” frutto di decenni e decenni di oculate selezione
della razza, coltivata nelle riserve artificiali , nei salottini di
“Repubblica” e nei corsi intensivi ai Palasharp di Scalfari e di
Zagrebelsky con esibizioni di indifesi tredicenni , violentati e
stuprati nel cervello infantile, se non anche nel corpo .
Chiudo
con Luca
Zingaretti,
ultima icona “ de sinistra” , paradigmatica e plastica
rappresentazione di questa colta gauche de noantri, magari alla
carbonara ed alla puttanesca : anche « a
me
mi
hanno imparato»
che loro sono diversi .
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LA
SOLITUDINE DEI VERI UOMINI DI STATO
Quello
che ha detto Silvio Berlusconi non è quello che ha riempito le
pagine
dei giornali di ieri e di oggi né quello che , subito, ingordi ed
ormai disperati mezzi busti televisivi, hanno cercato di approfondire
nei loro dibattiti. Davanti a tutti gli indecorosi ed orripilanti
spettacoli che quotidianamente la politica politicante ci ammannisce,
davanti alle corruttele, alle collusioni illegali, alle concussioni,
agli approfittamenti ed alle ruberie che tutto l’arco politico
quotidianamente ci mette sotto gli occhi e che riguardano tutti i
partiti ( rammento
Lusi per il P.D. democristiano, Penati per il P.D. ex comunista,
Belsito per la Lega Nord, Fiorito per il PDL, la Regione Molise per
l’IDV, Maruccio dell’ODV nella Regione Lazio, la Sicilia per
l’UDC, la Puglia con Vendola, Tedesco ed altri, l’Emilia Romagna
con Errani rinviato a giudizio per reati di corruttela, la Regione
Lazio che ha scoperto come la Riforma del 1999 del Titolo V della
Costituzione abbia rappresentato per il Paese l’inizio di un
precipizio senza fondo che ha consentito a tutti i partiti della
Giunta Polverini – ma lo stesso era accaduto anche con la Giunta
Marrazzo, evidentemente – di votare all’unanimità l’aumento
dei loro fondi, ecc)
appare oltremodo necessario ragionare pragmaticamente nel solo
interesse del Pese, dato che ragionare ancora per l’interesse di
botteguccia politica squalificherebbe ancora di più la stessa
politica davanti al mondo. Che poi il PDL sia da azzerare, da
rifondare , che sia da trasformare con una diaspora controllata dai
valori comuni ,che possa coniugarsi in un manifesto ed offerta
politica - elettorale liberale e democratica, non è stato mai un
mistero. Solo alcuni valori comuni possono creare un unione politica
e temporanea fra i laici liberali democratici come il sottoscritto
ed i manettari ex fascisti di AN, i giustizialisti della Lega Nord ed
i baciapile dei vescovi dell’Udc. Ben venga dunque una diaspora
legale del PDL e che si ricostituisca dunque AN perché così come un
liberale democratico come Silvio Berlusconi sdoganò dalla fogna in
cui vivevano gli allora aderenti l MSI, così solo una eventuale
unione politica potrà unire “pro tempore” i due partiti al fine
di un Governo quinquennale che attui riforme istituzionali e
costituzionali condivise. Non si può tenere uniti concetti di vita e
di valori diversi, né si può tollerare che vi siano comportamenti
disdicevoli di asservimento al vincitore come quelli di Fini e di
Casini quando il carro di Berlusconi e di Forza Italia andava alla
grande. Rifondare dunque Forza Italia, lasciare che gli ex AN
ricostituiscano il loro partito come loro desiderano, che la Lega
Nord dimentichi Bossi e si riaffermi sul piano politico come merita.
Lasciare all’Udc la responsabilità davanti al Paese ed anche al
mondo, ed alla Chiesa, di scegliere a quale forno conferire la
propria poca farina per ottenere pagnotte a non finire. Insomma è
l’ora della responsabilità verso il Paese, non verso i partiti
politici.
Già
nel 1994 accadde che, solo grazie alla discesa
in campo di Silvio Berlusconi Forza Italia appena costituita
distrusse, come valanga , la “ gioiosa
macchina da guerra”
del
PCI di Occhetto che già pregustava il “ lauto pranzo “, insieme
a quella Magistratura che gli aveva spianato la strada distruggendo i
partiti nemici e salvando spudoratamente solo il PCI con quella
vergognosa stagione delle vendette tribali che fu Tangentopoli. La
storia politica dell’Italia, qualcuno lo dica anche ai Maltese,
ai Merlo, agli Scalfari, ai Mauro ed a Repubblica, non conosce che
tre statisti che sono riusciti a salvare l’Italia dal dominio del
comunismo. Essi sono stati negli anni bui dell’immediato dopo
guerra Alcide
De Gasperi,
negli anni bui del terrorismo e dell’inflazione a due cifre Bettino
Craxi
e negli anni bui del “ regime dei Magistrati e dei banchieri “
Silvio
Berlusconi.
La storia non ne indica altri. Non saranno costoro scrivere i libri
della storia d’Italia di oggi, ne stiano certi. E, senza
possibilità di falsificare la storia , costoro non avranno scampo.
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DALLA
STASI E DALLA GESTAPO , ALLA
ODIERNA OPPRESSIONE DELATORIA, DA
DOMANI ISTITUZIONALIZZATA IN ITALIA
Vi
ricordo, se ve ne foste dimenticati
o se non ne siete stati debitamente informati dai vostri giornali di
riferimento (
lo dico perché i lettori di Repubblica , per esempio, non sanno
nulla di questo che sto per ricordare)
che dall’ormai vicinissimo 31 ottobre 2012 troverà concreta
applicazione quel vero e proprio regime di polizia fiscale che non
solo ha elevato a “ valore etico” niente di meno che la “ pura
delazione” ( come nei regimi dittatoriali, come sotto la Stasi
comunista nella DDR, come sotto Stalin nell’URSS comunista , come
sotto il nazismo con la Gestapo di Hitler, come sotto Mussolini nel
regime fascista, ecc) ( perché fare
il delatore
comporterà anche riscuotere
una taglia
sotto forma di premio) ( ancora non siamo al “ Dead or alive “ ma
poco ci manca) ma che consente all’Agenzia delle entrate di venire
a conoscenza di ogni movimentazione bancaria effettuata anche tramite
intermediari finanziari diversi dalle Banche. Un’operazione
intrusione nella vita privata dei cittadini che non ha precedenti
nell’Europa ed in uno Stato di Diritto dove è un principio
irrinunciabile che il fisco abbia accesso alle informazioni mai in
via preventiva e presuntiva, come avverrà ora dal 31 ottobre
prossimo , ma solo quando avvia una verifica fiscale. Questo stato di
polizia fiscale è stato introdotto dal banchiere/senatore a vita
Mario Monti con il famigerato decreto denominato “ Salva Italia”.
Così dal 31 ottobre ’12 Mr Befera riceverà notizia di ogni
spesa, accredito, assegno, bonifico, etc che venga fatto nelle banche
italiane. Grazie dunque a Monti si realizza un passo decisivo verso
la realizzazione di quello “ stato etico” tanto caro ad Hegel ed
anche a Stalin, ad Hitler, a Mussolini, a Pol Pot e a campioni di
democrazia cristallina. Mi sento male se penso a quel che succederà:
i controlli che ci soffocheranno, gli accertamenti a milioni, una
soffocante cappa di controlli che spegnerà la libertà di questo
disgraziato Paese. Pensate che succederà a fare scambi con ogni
persona della quale non conosciamo i segreti e che magari ignoriamo
essere indagato, il nemico è in ciascun nostro creditore o debitore,
ognuno di noi vedrà nemici e pericoli pubblici in tutti gli altri.
Una società di nemici, una società di delatori. Bello spettacolo,
Professor Monti, proprio uno spettacolo da Paese incivile. Per
ciascuno di noi poi sarà come andare a fare i propri bisogni in
bagni senza porte e senza serrature, come nei penitenziari. Stato di
Diritto dove sei finito? Dove ti hanno cacciato?
Non
lamentatevi, mi dicono, perché la “ lotta all’evasione fiscale”
è un dovere
per ciascun bravo italiano. Ed anche perché nell’America, per
esempio, non scherzano. Se lavorate negli Usa avete a che fare con
l’IRS ( Internal Revenue Service ) che vi entra in casa e nelle
tasche senza alcun previo permesso. E se lavorate fuori Usa ecco la
gemella dell’IRS, la FACTA (Foreign Account tax compliance act) ,
che vi controlla per le vostre attività all’estero. Chi ci fa
questo “ ditino alzato” è un ipocrita bugiardo che dimentica
come la tassazione Usa sia incomparabilmente più leggera di quella
da record del mondo italiana. Perché negli Usa non solo non
esistono ritenute di imposte e tasse sui salari, stipendi e pensioni
( come da noi ), non solo non esistono “ acconti” o “ saldi”
di imposte , ma esiste un sistema che per ciascuno Stato prevede ,
fra imposte centrali e federali, una tassazione globale che mai
supera un terzo del guadagno e dove alcune imposte ( comprese già in
quel terzo) vengono ripagate da sconti sulle rette delle scuole e
simili. Non solo. Ma negli Usa esistono anche gli “ accordi
fiscali” che consentono di conoscere in anticipo quanto graveranno
le imposte. Negli ultimi anni questi accordi fiscali sono alla base
del rapporto fra società di consulenza e Stati Usa, per combattere
insieme l’evasione fiscale. Insomma, negli Usa si combatte
l’evasione fiscale con la collaborazione anche dei cittadini ai
quali cittadini onesti , che già pagano le loro imposte, però non
si impongono sempre più imposte a posto di quelle che gli evasori
non pagano.
Qualcuno
finalmente comincia a capire ed ad ammettere che molta dell’evasione
fiscale italiana è dovuta alla necessità ed alla sopravvivenza
davanti all’esosità ed all’arrogante prepotenza del nostro Stato
mangiasoldi. L’evasione vera è quella che ci viene inferta dalla
criminalità e dal malaffare, perché quella evasione “endemica, da
sopravvivenza ” ( che vale sia per i lavoratori dipendenti che per
le imprese) non va “ combattuta”come fosse un crimine, ma va
invece “ curata ” con un sistema fiscale più leggero e che
permetta la sopravvivenza di tutti. Ma questi sono argomenti diversi
dalla introduzione dello Stato di Polizia fiscale che Monti – sia
chiaro, sostenuto da P.D. ed anche vergognosamente dal PDL oltre che
da altri – ha introdotto nel Paese, cancellando lo Stato di
Diritto. Sarei curioso si sapere quanto ne sia fiero.
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ANCORA
SULLA QUESTIONE MERIDIONALE
Nacquetti,
come diceva ironizzando Totò, nel 1938 ed in Sicilia
, insieme (visto che le disgrazie non vengono mai da sole, ma almeno
in coppia ) alle odiose “ leggi razziali “, mica bruscolini. La
mia famiglia lasciò la Sicilia l’anno dopo la mia nascita e si
trasferì a Roma, dove sono praticamente cresciuto, dove ho studiato,
dove ho lavorato, dove ho vissuto e dove ancora vivo . Sono passati
dunque settantaquattro anni e da settantaquattro anni sento dal
Quirinale e da Palazzo Chigi , ma specialmente dal Quirinale ,
echeggiare sempre le stesse identiche parole: “dobbiamo
fare in modo che il Sud cresca”,
“che
si sviluppi al Sud l’industria
“, ecc le consuete, rituali, ingannevoli, miserabili, indegne
prese per i fondelli della gente del Sud. Da Einaudi fino a
Napolitano, da De Gasperis fino a Monti, come cantava Mina, solo “
parole, parole, parole, parole fra noi….”. Sono settantaquattro
anni che raccontano idiozie , sono almeno settantaquattro anni che ci
prendono per i fondelli, che ci sfruttano in modo indecoroso , da
almeno settantaquattro anni campano e si arricchiscono sfruttando
il Meridione e noi meridionali , troppo per concedere loro ancora
qualche credito di buona fede. Tanto più dopo le ingiustificabili
parole di Giorgio
Napolitano
che, giorni orsono, dando la stura, sul solito argomento del
Mezzogiorno del Paese alle consuete ed truffaldine lamentazioni , ha
voluto anche aggiungere un tocco personale , chiedendo, con una
faccia tosta incredibile, che “ anche il Mezzogiorno faccia
autocritica”. Giorgio
Napolitano
,che
è l’emblema del vilipendio della Costituzione unitaria essendo
stato “depositato” a forza sul Colle dai soli voti dei suoi “
compagni de sinistra”( votazione a sola maggioranza semplice)
anziché, come imporrebbe lo spirito della Costituzione stessa,essere
stato “eletto” con i voti della” maggioranza parlamentare
qualificata” (dovendo egli rappresentare il Presidente di “ tutti
gli italiani”), è d’altra parte uno degli artefici della grande
mistificazione storica che il comunismo applicò cinicamente, sotto
la guida dell’espertissimo Palmiro Togliatti – appositamente
rientrato in Italia da Mosca dove aveva contribuito alla costruzione
del regime comunista staliniano – a tutta la storia del nostro
Paese dall’unificazione ad oggi, praticamente accusando i derubati
( cioè i meridionali ed il meridione ) di essere i ladri. E non si
tratta poi, a guardar bene la storia d’Italia, proprio di soli
settantaquattro anni , perché lo “sfruttamento
dell’Italia meridionale
“ e poi “ della
successiva questione meridionale
“ sono fatti storici che risalgono quanto meno ai tempi dell’unità.
La
“ questione meridionale” nasce , anche come “problema del Paese
Italia”,
ovviamente solo dopo l’unità del Paese stesso, cioè una volta
avvenuto,nei modi storici noti a tutti meno che ai nostri politici ed
agli autori dei libri di storia sui quali han fatto studiare la mia
generazione e tutte quelle successive ,senza interruzione di
continuità, “ lo sfruttamento dell’Italia meridionale” manu
militari. Prima dell’unità non esisteva il problema – tutto
post unitario – del “ sottosviluppo dell’Italia meridionale”.
Non appena invece si impose l’unificazione del Paese , quel
problema cominciò ad essere discusso, studiato, dibattuto, sopra
tutto finanziato per arricchire “ i professionisti del
sottosviluppo del Sud Italia”,piaga mai curata , piaga ma mai
sanata, perché non si uccide mai la gallina dalle uova d’oro.
Nella Repubblica italiana , tanto per anticipare qualche pensiero, le
autorità si sono inventate di tutto, pure dei “ sontuosi e
principeschi carrozzoni pubblici” , tipo Svimez
o
tipo Cassa
per il Mezzogiorno,
che da quando sono state create hanno sperperato, questo sì,
stratosferiche ed immense ricchezze fiscali dell’Italia unita,
sperpero con il quale, però, non solo non hanno sistemato nulla
nel Mezzogiorno, mentre invece hanno magnificamente sistemato (
questo sì che è il risultato che hanno ottenuto ) non solo per
tutta la loro vita, ma anche presumibilmente per tutte le vite di
tutti i loro eredi, i burocrati, gli affaristi, i famigli dei potenti
politici ed i politici che hanno “ amminestrato” ( sapete che “
chi
amministra”,
“ha
minestra”,
vero?) la eterna favoletta dell’irraggiungibile sviluppo del
Mezzogiorno per tutto questi settantaquattro anni. Leggo oggi,anno
duemiladodici, dal rapporto, appunto, più recente della Svimez
– dico, dritti in piedi, e cappello in mano davanti a quest’altare
per gonzi - - che ci vorranno forse ancora 400 anni – avete letto
bene, 400 anni – per colmare il divario esistente fra il Nord ed il
Sud dell’Italia. Se si continuasse sempre con le stesse politiche
che hanno creato, approfondito, sfruttato e dunque appositamente
mantenuto la “ questione meridionale”, forse neanche fra
quattrocento anni il Sud potrà vedere la sua propria luce.
Il
tanto lamentato ( a parole) ma altrettanto e soprattutto adorato
( per le vagonate di quattrini che l’Italia unita vi ha riversato
con i quali si sono arricchiti i famigli della politica assistenziale
“ ritardo economico e sociale del Sud Italia “ nasce dunque
ufficialmente con l’unità d’Italia, unità costruita con
operazioni militari di invasione, con il conseguente saccheggio del
Sud, con la distruzione della sua economia di allora: il potere
sabaudo impose allo Stato unitario la sua supremazia economica,
pretese ed impose l’assegnazione ad imprese del Nord sia delle
commesse pubbliche che delle infrastrutture. Facile ed alla portata
di tutti ed anche emblematico ricordare come paradigmatico esempio
dello sfruttamento del Mezzogiorno la costruzione dell’Autostrada
del Sole. Creata per far vendere macchine alla FIAT degli Agnelli di
Torino, ma costruita con i soldi delle imposte pagate dai lavoratori
italiani che erano, a quel tempo, in maggioranza gente del Sud
immigrata al Nord. Altri esempi verranno esaminati dopo.
Nell’anno
dell’unificazione del Paese, la ricchezza pro-capite
prodotta al Sud d’Italia era almeno pari a quella del Nord ed i
lavoratori addetti all’industria del Sud erano più numerosi di
quelli del Nord: certificato da un rapporto del Consiglio Nazionale
delle Ricerche, dalla Svimez
e
dalla stessa ISTAT.
Vi era in Calabria il più grande stabilimento industriale per la
siderurgia di tutta Italia, ma , appena unificato il Paese, questo fu
chiuso e la produzione siderurgica fu trasferita al Nord. Il Regno
dei Borboni era noto per le sue pregevoli officine meccaniche finite
poi sempre al Nord. Ricordo che il Piemonte comprò dai napoletani le
locomotive dei suoi treni: circolavano in Italia, a quel tempo, 75
locomotive delle quali 60 erano state costruite nel Sud d’Italia;
che ,oltre al caso della FIAT che sopra ricordavo, come non ricordare
la “ bonifica” delle paludi del Nord con le terre redente
riservate ai contadini del Nord ma pagate con le imposte pagate “
anche dai meridionali” e le stesse bonifiche di paludi del Sud –
come quelle intorno a Latina – pagate sempre con i soldi delle
imposte “unitarie”e dunque anche dei meridionali, ma assegnando
le terre redente solo a settentrionali , come la gente friulana e
veneta nel caso specifico. E , recentemente, le accise sulla benzina
a favore degli alluvionati della Liguria e della Toscana ma non anche
a favore degli alluvionati del messinese. E l’incomprensibile ed
indifendibile esclusione dal programma scolastico di letteratura
italiana di tutti gli autori e poeti meridionali ( vero Gelmini?)
meridionali, anche se Premi Nobel?
Con
queste operazioni da “ saccheggio militare e coloniale” è stato
saccheggiato
prima e successivamente sfruttato il Mezzogiorno d’Italia dalle
truppe politiche di Roma che da sempre hanno spinto la loro
sfacciataggine al punto incredibile di accusare pubblicamente i
derubati di essere i ladri. Qualcuno ricordi a Giorgio
Napolitano
– che con faccia tosta incredibile invita il Sud d’Italia anche a
fare “una seria autocritica” - che se c’è qualcuno che deve “
fare autocritica” seria, profonda e spinta magari fino alla propria
autopunizione corporale, questi è proprio lui stesso , un
Capo di Stato
non voluto dall’intera Italia ma imposto dai suoi scherani
politici, con un’arrogante dittatura di una risicata maggioranza
politica ( quella del 2006 dell’Unione di Prodi, vincitore per
24.000 voti alla Camera e sconfitto al Senato per 540.000 voti e
dunque vincitore solo per una Legge elettorale fascista grazie al
Premio di maggioranza dell’On. Acerbis del Governo Mussolini );
un
capo di uno Stato
praticamente messo sotto tutela da una massa di banchieri e di
burocrati europei che ne ordinano le mosse come fosse un loro
burattino telecomandato; un
capo di uno Stato
sbeffeggiato
e ridicolizzato da otto mesi dallo Stato indiano del Kerala per la
questione dei due Marò , dai Fratelli musulmani dell’Egitto e
della Libia che sequestrano ed uccidono mariani e pescatori italiani
senza che muova un dito: un
capo di uno Stato
irriso all’interno dalla malavita organizzata che, alla faccia di
tutte le leggi partorite contro di essa dal 1948 fino ad oggi, si è
infiltrata in tutte le sue diramazioni centrali e locali, come
dimostrano gli ultimi avvenimenti italiani ; un
capo di uno Stato
ridicolizzato davanti a tutto il mondo dagli sprechi e dagli
scandali d’ogni genere che la “ sua” classe dirigenziale
politica ha prodotto; un
capo di uno Stato imprigionato
e rinchiuso in un catafalco Costituzionale vecchio, ideato per
combattere ideologie fasciste e comuniste ormai distrutte dalla
storia del secolo scorso e che oggi rende impotente quello stesso
Stato; un
capo di uno Stato
sfacciatamente
commissariato, fin dal 1995, da un manipolo di Magistrati
delinquenziali , che hanno venduto la loro necessaria “
imparzialità di giudizio “ ad un’ideologia politica mentre , per
Costituzione, dovrebbero “amministrare le Leggi “ - non “
interpretarle” secondo ideologie politiche – ed in nome di tutto
il popolo italiano, senza che sia stato mosso un dito contro costoro;
un
capo di uno Stato che
ha di fatto imposto il bavaglio al suo popolo requisendogli il bene
più prezioso di una democrazia, il voto politico e con esso la sua
supremazia politica sancita dall’articolo 1 della Costituzione.
Faccia dunque lui stesso una seria autocritica, la pianti una buona
volta di r5accontare mistificazioni offensive a prenda esempio, per
esempio, dalla Germania, uno Stato che ha saputo in quasi venti anni
( dal 1989 ad oggi ) sopportare il peso di una unificazione che era
stata per di più preceduta da cinquanta anni di ostilità militari.
Ha investito dove c’era meno, sino a colmare le differenze storiche
fra la vecchia Germania e la vecchia DDR, fino al punto di far
tornare il proprio Paese ad essere addirittura la “ locomotiva
d’Europa”. Secondo il rapporto della Svimez , nel 2011 gli
investimenti dello Stato italiano al Sud sono stati il 18% degli
investimenti totali. Ma la Svimez dice anche che in quell’anno il
25%, cioè un quarto, delle entrate tributarie italiane è stato
versato dai meridionali. Dunque lo Stato ha letteralmente “ rubato”
al meridione un sette per cento di quanto il meridione ha prodotto.
E’ così che lo Stato italiano si rende complice di un genocidio
politico: quello di investire di più per fare crescere sempre di più
il divario fra Nord e Sud che arricchisce solo chi ne parla e chi ne
“ amministra” i principeschi fondi.
Una
pena che Grillo faccia il Mussolini o il Putin o il Gerarca fascista
nuotando verso la Sicilia, qui ci vuole l’esercito dei forconi.
Bisogna scomodare Maria
Antonietta e le sue brioches
per trovare un personaggio politico impertinente e ridicolo quanto
Napolitano
ed i suoi sodali. Perché la Lega Nord non
ha torto
quando afferma che oggi il Veneto versa allo Stato centrale una
cifra enormemente maggiore di quella versata da tutte le altre
regioni italiane ,
non ha torto
quando reclama la restituzione del maltolto ( ma deve pagare prima
le multe all’Italia sulle quote latte sforate dai veneti, sia
chiaro). Ma
per avere compiutamente ragione,
è necessario rifare i conti col Mezzogiorno. Restituiteci i danni
della guerra di conquista, come li avete restituiti ai libici. Avete
costruito uno Stato unitario sulle razzie coloniali e militari del
Sud. Ci vogliono i forconi, con questa gente. Pan per focaccia,
altro che Grillo/Putin/Mussolini, rendiamoglielo alla grande. Come?
Cacciamo dal Parlamento del Paese tutti coloro che dal 1948 ad oggi
hanno continuato a depredare il Mezzogiorno. Vediamo chi si salva,
altro che Matteo Renzi o Benito Grillo.
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UNA
RIFLESSIONE SU MICHELE CHI? E SU
ROBERTO CHI?
Una
veloce riflessione su due “ guru” della sinistra, cioè su
Michele Chi?(Santoro)
e su Roberto
Chi
?(Saviano). E’ ormai da tempo, da tanto tempo che di loro non si
parla più e che neanche si vedono o si leggono più. Non si vedono,
non si sentono e non se ne sente nemmeno la mancanza per la semplice
ragione che nessuno cita le loro idee o i loro proclami come vie
maestre . E questo significa senza ombra di dubbio che questi due
signori contano non per le loro idee e dunque per il loro intelletto,
ma perché e fin tanto che hanno usato la televisione pubblica –
quella che paghiamo con il canone – per reclamizzare le loro idee
che, poi, evidentemente, non lasciano traccia. Insomma se non hanno a
disposizione un megafono capace di far conoscere quanto dicono in
modo capillare e pervasivo nessuno se li filerebbe. Insomma voglio
fare i complimenti agli italiani: sembra che finalmente abbiano
cominciato a capire la differenza, immensa, che passa fra chi le
cose “ le
fa”
( i servitori dello Stato che arrestano i malavitosi, o magistrati
che senza clamori o sceneggiate alla Merola condannano o delinquenti,
ecc) e chi delle cose da fare invece “ ne
parla e basta “.
Michele
chi e Roberto chi ,
come due dischi , parlano, parlano e parlano, parlano di “ mafia”
e di “ politica” da bravi professionisti delle chiacchiere .Ad
altri il compito, quello sì da veri uomini di Stato, di “ fare”
politica e di “ combattere sul territorio” mafia e malavita,
senza neanche trarne tutti le vagonate di soldi che invece,
furbescamente, Roberto
chi e
Michele
Chi–
non importa chi paga , pecunia non olet, fosse anche dalla
berlusconiana Mondadori - traggono dalle chiacchiere che spargono ,
standosene al calduccio e ben protetti da scorte che paghiamo tutti
noi. Bravi italiani, ora datemi altre prove di avere acceso e messo
in funzione anche il vostro cervello..
Cannigione
martedì 16 ottobre 2012
Gaetano
Immè