BARACK OBAMA HA VINTO. ONORE A MARCHIONNE.
Ritengo sia stato un bene che Barack Obama sia stato confermato
alla Presidenza della seconda potenza mondiale per un altro quadriennio, perché
nel Paese , unico al mondo, dove tutta la politica, democratica e repubblicana
, rispetta all’unisono il “ right or wrong, this is my coutry”,
non si poteva non riconoscere ad Obama – che peraltro ha disilluso l’America,
sia chiaro – un’altra occasione per portare a termine gli impegni assunti con il
Paese fin dalla sua prima elezione, senza tutti i problemi che la crisi del
2006 ha prodotto in tutto il mondo. Non è una pelosa ipocrisia, dalla quale
rifuggo per natura, ma la curiosità di vedere chi sia veramente Mr Barack Obama e cosa sappia fare per
risanare tutti i danni che incombono ancora oggi sugli Usa. Diciamoci anche
un’altra verità, così, detto fra di noi,
a quattro occhi: Mr Obama ci ha deluso
perché era stato troppo incensato dai leccaculo di professione ( ma ve la
ricordate Concita
De Gregorio, ma sì, lei, quella che indossava una minigonna a “ pelo
fica” per pubblicizzare l’Unità ( alla
faccia del corpo delle donne) quando si perdeva in continue estenuanti fellatio obamiane con
titoloni tipo “ Presidente di tutto il mondo…”) , dai tantissimi Monica
Lewinsky formato maschile, soprattutto italiani, dallo stuolo degli agiografi professionali ,
dalla schiera dei guru divinizzatori , tante Vanna Marchi che ce lo hanno voluto rappresentare
addirittura come un “Dio,
negro e democratico, venuto in terra a miracol mostrare”. E invece questa
rimasticatura politica del mito di Orfeo negro ha conservato Guantanamo, ha
ammazzato Osama Bin Laden peggio di un Bush padre,ha bombardato e accoppato con
i suoi droni egiziani, tunisini, libici,
afgani, iraniani a volontà, ha curato Wall Street, il simbolo del bieco
capitalismo, come fosse un’orchidea
preziosa, ha salvato criminali Banche ormai fallite regalando loro miliardi
di dollari, mentre queste dissipavano i risparmi di milioni famiglie in tutto
il mondo e portavano la disoccupazione degli States a livelli da fallimento,
altro che crisi del ‘29.“What else, besides health care reform then”? Parole, parole,parole, solo troppe parole.
Esprimiamo pure un
paio di osservazioni su Obama , quello che gli italici leccaculo
radical chic non sono neanche in grado di pensare, neanche di sussurrare sottovoce, figurarsi di scriverlo su “ La Stampa” o su “ Repubblica” o
sul “ Corriere della Sera “ per dire. Ho letto i vari Calabresi (La Stampa), Severgnini ( Il Corriere della
Sera), Rampini ( Repubblica), Botteri ( TG3), Lerner ( LA7) ecc. e tutti praticamente,
dall’inizio e finché l’avvicinarsi dell’election day glielo hanno consentito, hanno
volutamente costruito di Romney un’immagine cretina, volgare e violenta, un
quadro che,come poi si è chiaramente
visto nei giorni successivi, non corrispondeva affatto a Mitt Romney.
Come hanno dimostrato i dibattiti televisivi americani, Romney non è affatto quel cow boy cretino ed
arrogante come lo dipingevano gli scribi italici ,non si stravince un duello in
diretta con Obama come l’ha vinto Romney , alla stragrande, se si è degli
idioti , dei cretini, dei texani puzzolenti, dei riccastri arroganti, come
sostenevano quegli italici scribi. Romney ha dimostrato di essere un signore
colto, preparato, civile , garbato, un bravo uomo d’affari,purtroppo anche un mormone tutto famiglia e chiesa, un
personaggio fiero di appartenere alla classe media americana, quella che il
reddito lo produce e non uno che invece spera che quella ricchezza venga ridistribuita forzosamente dallo Stato per poterne godere anche senza essersela guadagnata. Costoro
sono pure monotoni nella loro insopportabile saccenza, perché ripetono sempre
lo stesso cliché, come fecero con Nixon, con Reagan, con Ford, tutti sempre
dipinti come il prototipo dell’americano grezzo, rozzo, volgare, che mette i
piedi sul tavolo. Hanno osannato, nel loro innato servilismo molto idiota, per esempio, un JFK,
spaccandoci i gabasisi col “Presidente del New Deal”, un arrogante e
presuntuoso figlio di papà alla JR, che
poi ha trascinato l’America nell’inferno del Vietnam, in quello della Baia dei
Porci e che pensava “democraticamente” a sbattersi le stars di Hollywood
intimorendole col suo potere. Toccò a quel “ bieco burattino conservatore” (
andate a rileggervi Repubblica su Nixon
) di Nixon porvi rimedio ed uscire dall’inferno del Vietnam, nonché instaurare nuovi ed ottimi rapporti con la
Cina. E come dimenticare il coro italico contro l’attore americano, contro quel
Ronald Reagan dipinto con sarcasmo come il “ prototipo della stupidità e della
violenza americana”, come un “ fascistone violento e manesco “. La storia , quella vera e seria, dice che
Ronald Reagan è stato uno dei più grandi Presidenti americani, il Presidente
che pose fine alla cortina di ferro ed alla dominazione comunista in Europa. Chi
altri può dirlo?
C’è poi un’altra osservazione da fare e che nessuno degli adoratori obamiani
ha
neanche minimamente pensato. Che Obama deve
la sua vittoria elettorale anche ad una persona che in Italia viene dipinta, da
loro stessi, più o meno come un
delinquente, come un ladro: Sergio Marchionne.
Sono stati infatti due gli stati americani che hanno praticamente
consegnato di nuovo l’America ad Obama e
cioè Ohio
e Michigan.
Si tratta della zona più manifatturiera degli States, dove la classe operaia
americana, insieme al suo sindacato – il famoso U.A.W., United Auto Workers –
sono stati capaci di fare un vero e proprio
miracolo. Obama ha infatti sovvenzionato con circa 80 miliardi di
dollari ( Bernanke lo può fare con la Fed, Draghi col cavolo con la Bce !) sia Chysler che General Motors, sulla base di un accordo basato su una vera e
propria rivoluzione delle relazioni sindacali, accordo che metteva al centro la
contrattazione aziendale legata alla produttività degli operai.
Ed ecco arrivare proprio Marchionne , agguantare al volo quella rivoluzione
delle relazioni sindacali ed investire circa 500 milioni di dollari per
rilanciare lo stabilimento di Toledo ( Ohio). Praticamente Marchionne ha
proposto quell’investimento che avrebbe messo al sicuro qualcosa come un
milione di posti di lavoro ( sono 850.000 come posti ufficiali, oltre
l’indotto) ottenendo un contratto
aziendale , con riduzione del salario, con rinuncia allo sciopero fino al 2015.
In tre anni Marchionne ha triplicato la produzione ed il ” sistema Toledo “ sta assorbendo ancora altri operai, circa altri 12.000. E’ dunque anche grazie a Marchionne, che ha visto lungo e giusto in quanto negli Usa,
per loro fortuna, non esiste la tenaglia “tronca palle” FIOM/CGIL/Sinistra
politica – che i due stati hanno dato i
loro voti ad Obama, contribuendo concretamente alla sua affermazione.
Naturalmente, in Italia, tutti zitti e mosca.
PREVENIRE E’ MEGLIO DI
CURARE, MA CURARE E’ MEGLIO DI CREPARE
Il suo gruppo è una realtà , possiede fabbriche nelle Marche che,
secondo la sua brochure informativa di Diego ti spiego Della Valle , occupa
2000 dipendenti , con un fatturato annuo di circa 160 miliardi di euro. Vuol
dire che ogni dipendente produce un fatturato ( 160.000.000.000 : 2.000) di 80 milioni di Euro. Ma ve lo vedete voi un
operaio che in un anno, in Italia, produce tante di quelle scarpe dalla cui
vendita, anche se alla bella cifra di Euro 250 al paio, si ricava in un anno 80 milioni di euro? Ma a
chi vuole prendere per i fondelli? Se in un anno ci sono 365 giorni, togli le
domeniche (52), togli i sabati ( altri cinquantadue ), togli le ferie ( trenta
giorni), togli le festività ( diciamo 15 )
( e mi fermo per carità), restano circa
220 giorni di lavoro. Per vendere scarpe, a 250 euro al paio, per
ricavare 80 milioni di Euro, questo operaio dovrebbe produrre ogni anno 320.000 ( 80.000.000 : 250 ) paia di scarpe,
qualcosa come (320.000 : 220 ) 1.400 paia di scarpe ogni giorno. Ma per favore!!! Invece di truccarsi , si
rifaccia i conti, che non mi tornano.
Poi leggo, sempre in quella brochure,
che il gruppo si avvale anche
“ di laboratori
esterni specializzati in aree nelle quali è elevata la produzione calzaturiera”.
Ecco dunque la delocalizzazione di Diego ti spiego Della Valle all’estero, in Romania. Altro che “ made in
Italy”! Infatti sulle sue Hogan c’è scritto “ made in Romania”. E tutto mi diventa
chiaro. Perché dovete sapere che il salario medio mensile di un operaio rumeno,
in Romania, è di circa 300 Euro. Dunque il furbetto, il difensore del Made in
Italy, che fa? Produce le sue Hogan in Romania, pagando in un mese ad un
operaio rumeno 250 Euro. Quelle scarpe prodotte da quell’operaio rumeno le
vende in Italia, ma sempre a 250 euro al
paio, come quelle prodotte in Italia. Gli basta venderne un paio per pagare il
costo di un operaio in Romania. Dunque Diego ti spiego Della Valle sposta la produzione in quei “ laboratori
specializzati” che lo fanno ricco come Creso e mantiene i dipendenti italiani
con gli altissimi profitti della delocalizzazione. Che per lui è sacra e buona.
E gioca a fare il Catone, sempre col ditino alzato, magari affittando intere
paginate del Corriere della Sera, tanto coi profitti romeni…... Se invece delocalizza
qualcun altro, come la FIAT per esempio, allora è un ladro che depaupera l’Italia.
Dosi industriali di
epatosostenitori sono assolutamente consigliate. Perché di infiammazione
epatica si può anche morire e curare, pur non essendo meglio di prevenire, è
sempre meglio di morire.
FATECI CASO…..
Fateci caso, si avvicinano le elezioni politiche e la Magistratura
che ti fa ? Ti fa vedere com’è giusta, bella, buona, equilibrata e ti indaga
anche Vendola ed anche Errani, per dire. Ed anche Berlusconi, ma questa non è una novità,
è storia vecchia di diciotto anni. E così mentre la stampa però si scatena su Berlusconi con processi sommari e mediatici,
la stessa stampa tace sulle inchieste a
carico di Errani e di Vendola. Non ho letto un articolo uno,
non ho visto in televisione un servizio uno, magari della Gabanelli, magari di
un Massimo Giannini, che insorgessero, indignati, contro i regali al fratellino
di Vasco Errani o contro le concussioni di Nichi Vendola per un primario. Poi,
zacchete, dopo neanche sei mesi dal rinvio a giudizio di Vendola e di Errani,
per loro immediato processo e immediata
assoluzione con relativa grancassa mediatica. Beccati questa. Si avvicinano le
elezioni e tanti magistrati sognano fare quello che hanno fatto Violante, Di
Pietro, De Magistris, Finocchiaro, Colombo………………….. E portano nottole ad Atene.
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Letta Repubblica stop. Urge avvertite Zucconi che ha perso Romney e non il suo “ upright sexy obsession “, l’'odiato Cavaliere
stop. Vogliate informare Uolter che causa decreto sviluppo montiano è vietato fare un
cazzo e vivere di rendita mettendo cappello su trionfo democratici americani
stop. Informare Repubblica, Barack vinto
perché, prima, durante e dopo campagna elettorale ha combattuto, lealmente,
rispettando Mitt et non disprezzandolo, senza nemmeno citarlo, come fece Uolter,
con suo antagonista, rimediando, nel 2008, memorabile et storico calcione in
bocca e sui denti stop
Senti come gracidano Bersani e la premiata ditta piddina, ora che vogliono alzare la soglia per ottenere il premio di maggioranza! Sembrano una pentola
di fagioli che ribolle. Quando loro cambiavano le regole delle primarie per
fottere Renzi era "un'operazione di grande democrazia",
ora che il Parlamento ha prodotto una proposta che migliora la democrazia e la
stabilità di governo e che non li favorisce come loro pretendono urlando e
battendo i piedi , allora è "una grande porcata".Senti il
lagnoso presunto premier da Bettola, come piagnucola , disorientato,"non
ci vogliono far vincere facile , mammina , sono cattivi e di centrodestra ,non
ci vogliono far vincere ". Tranquillo Bersani, non può durare
l'unico emendamento decente che abbia mai fatto in vita sua quel signore maritato
Palombelli”! Come si dice a Roma? “ nun
te sta a preoccupà, che si loro c’hanno er pallone, voi portate l’arbitro”!
A proposito di Bersani, se n’è uscito con una idiozia da
guinness dei primati: ”Berlusconi doveva chiedere scusa agli
italiani prima, non adesso”. Ah si? “Prima”? E quando? Forse quando era stato eletto dal
popolo e non da lui o da Napolitano? E perché? Non lo dice Bersani, perché
neanche lui lo sa. Le spara e basta. Che uomo! Che statista! Non capisce
l’emiliano cresciuto a pane e PCI – dove quello che dovevi pensare te lo
imponeva L’Unità – che le scuse di Berlusconi erano dirette proprio agli
italiani che aveva deluso non completando le riforme che aveva loro promesso.
Dovrebbero essere loro i primi a scusarsi con gli italiani per il disastro che
hanno combinato nei settanta anni che hanno governato consociativamente il
Paese con la DC buonista e per gli odi e
i veleni e le menzogne che hanno sparso a piene mani nel Paese. Ma come
si fa a pretendere che un comunista dentro come lui capisca
il rispetto umano per il popolo , quando per lui il popolo era solo una massa
di imbecilli da schiacciare con il regime staliniano?
Se ti chiedi per quale motivo Monti non abbia ancora cacciato né il suo ministro Grilli né l'ad di Finmeccanica Orsi, sappi che la risposta, secondo me, è più semplice di
quel che sembra. Perché scegliendo una delle due soluzioni, di fatto,
renderebbe l'Azienda più solida di quanto non lo sia ora. Ma una Finmeccanica
solida, e forte, diventa difficile da poter svendere a qualche gruppo
imprenditoriale estero individuato, a scelta, dalla Trilateral e dalla Bildenberg. La privatizzazione di quel poco di industria di stato che ci è
rimasta è la seconda parte del lavoro che il senatore Monti si appresta a
compiere una volta ricevuto il mandato per un governo-bis. Finmeccanica è la
prima della lista, magari fatta a pezzetti, come uno spezzatino .
Ho scoperto che “ Repubblica”, alla ricerca dell’erede
di Giuseppe D’Avanzo, si sia imbattuta in un tale Pietro Colaprico che crede che scrivere su Repubblica significhi fare a gara con Il Fatto e
con Il Corriere a chi le spara più
grosse.Questo Colaprico mi ha deliziato, alcuni giorni fa, scrivendo, ripeto
sempre su Repubblica, di un reato che è come l’isola che non c’è: un reato che
non esiste e che lui, forse un P.M. mascherato da scribacchino, ha introdotto
nel suo personale Codice Penale, che vale però solo per gli odiati
berlusconiani. Ecco la teoria “colaprichiana”, da non confondersi con “ copernicana”.
Testuale da Repubblica:”In base alla giurisprudenza, perché scatti
la condanna per sesso con minore non
occorre che ci sia un rapporto”. Continua il Colaprico scrivendo che :”
è sufficiente che una persona sotto i 18
anni si trovi nel luogo dove avviene sesso “. Non soddisfatto di questa sua
riforma del Codice penale all’insaputa del Parlamento ( ma chi se ne fotte del
Parlamento , avendo lui l’approvazione di Scalfari, di Mauro, di Zagrebelky,
noti “ottimati” )il sommo giurista ( Cicerone gli scuse un baffo) si pone anche
una domanda :” cosa è successo
nelle 14 notti dal 14 febbraio 2010 fino al 1 maggio 2010 , data in cui la
minorenne ( si tratta di Ruby of course!) stava ad Arcore?” A essere sincero non ho proprio capito che cosa gli importi a lui. Forse sta insinuando, non avendo esplicitato il suo
profondo pensiero stupendo,che Berlusconi abbia circonvenuto la minorenne Ruby per tutti i quattordici giorni. Forse ,
se così fosse ( e non lo è) si commette reato e non peccato solo a pensare di “far l’amore”, roba da sesto ordine. Roba da sacrestia
del settecento! Risate a parte, Colaprico credo abbia confuso il “ sesso con minori
consenzienti”, che sopra i 14 anni non è reato, con il reato che la Boccassini
contesta a Silvio Berlusconi appunto per Ruby.Ma avvertitelo, vi prego,
avvertitelo: ha vinto la gara a chi la spara più grossa. Complimenti a
Colaprico ed a Repubblica.
PIERO DE LUCA CON LE MANI IN PASTA, MA SCATTA LA
CENSURA - PERCHE’ TRANNE IL GIORNALE, DAGOSPIA E IL FATTO NESSUN QUOTIDIANO HA PUBBLICATO I VERBALI CHE
TIRANO PESANTEMENTE IN BALLO IL FIGLIO DEL SINDACO DI SALERNO, COINVOLTO (MA
NON INDAGATO) NELL’INCHIESTA SUL CRAC DEL PASTIFICIO AMATO? - SARA’ PERCHE’
PAPA’ VINCENZO E’ APPENA STATO “NOMINATO” DA BERSANI SUO LEADER IN CAMPANIA? che darei per SAPERLO…
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IL FATTO QUOTIDIANO E LA SUA MENZOGNA QUOTIDIANA
Lasciamo perdere le scaramucce, i sotterfugi, le “consuete porcherie”
sulla Legge elettorale, chi la vuole cotta, chi la vuole cruda, solo il P.D. la
vuole com’era ai bei tempi di Acerbo (
anno 1924 E.F.) , col suo bel “ premio di maggioranza” alla maniera fascista
pura, che regala il 12,5%, magari anche di più, dei seggi in più, ovviamente sia alla Camera
che al Senato, al “partito” che prende più voti degli altri , senza prevedere una
soglia minima di consensi ottenuti per godere del premio. Sperare, cosa per la
quale evidentemente si batte Bersani ed il suo Avatar Finocchiaro, che la Legge
elettorale possa servire per regalare la maggioranza assoluta nel Parlamento ad
un raggruppamento che raggiunga a mala pena il 28/30% significa semplicemente
aggiungere un terzo comma all’articolo 1 della Costituzione italiana che disponga,
più o meno, che “ le elezioni politiche non sono valide fin
quando non vince il P.D.”. D’altra parte è assodato che il
premio in questione è andato alla grande per Mussolini, è andato alla grande
per Prodi nel 2006, ma non è mai servito granché a Berlusconi , oggi
andrebbe alla grande a Bersani, al quale
“piace vincere facile” e soprattutto ,
come dimostra il caso Renzi, “partecipare alle elezioni purché senza avversari”.
Le elezioni, per i “ comunisti dentro”, sono una perdita di tempo, una seccatura, lo
sappiamo da un secolo, a loro piace solo vincere , magari con la loro “ colta
minoranza”, non per niente grazie al fascistissimo“premio Acerbo” sono riusciti
a portare nel 2006 la loro “ cara guida” Napolitano al Quirinale, solo grazie al Porcellum del quale prima sfruttano
tutti i possibili privilegi e tutte le
porcate possibili ed immaginabili (Bersani dixit, mica questo Blog!) - vedi
ultimo governo Prodi con l’Unione, perdente in quel 2006 al Senato e vincente
alla Camera grazie al solo premio di
maggioranza –e poi, quando si rendono conto che può avvantaggiare anche i
nemici politici, lo seppelliscono sotto insulti velenosi. Un classico della premiata
Ditta P.D., del “ perfetto comunista dentro” e del “ perfetto democristiano
buonista”, pensare ai cazzi propri e chi se ne frega della dignità
internazionale del Paese. Ne riparleremo a tempo debito, quando sarà una Legge definitiva e non la
solita baruffa chiozzotta tra turtelen ,
lambrusco e pompe di benzina a Bettola.
Parliamo di un giornale , l’esempio paradigmatico della profonda
miseria professionale e dello sconfinato
squallore morale e deontologico che attanaglia certa stampa. Parlo del Fatto
Quotidiano, la velina delle Procure giudiziarie, diretta da Antonio Padellaro
e riempita, anziché con articoli, con semplici
fotocopie di atti giudiziari, sopra tutto se coperti dal segreto istruttorio, quelli che i magistrati passano sottobanco a Marco Travaglio. Il 6 novembre 2012, Il Fatto,
ha pubblicato un articolo sulla famosa “trattativa
tra Stato e mafia” pubblicando un documento, la memoria di un Pubblico
Ministero , dopo averlo però ben bene manipolato e dal quale aveva
letteralmente cancellato ( forse è questa che intendono quando dicono di
difendere la “ libertà di stampa”, intendono la libertà di modificare a loro
piacimento i documenti) tutto un importantissimo paragrafo, che avrebbe sconfessato e ridicolizzato quanto da loro invece sostenuto.
Oggi
la tesi sostenuta da
Il Fatto
, portavoce della Procura di Palermo,
dice che il reato non è più “la trattativa”, ma il fatto stesso che la Mafia abbia
minacciato stragi per ottenere i benefici richiesti. A nulla rileva che poi
questi benefici siano stati o meno ottenuti, perché il reato si cristallizza nel momento in cui
il minacciato è stato intimorito. Se poi il minacciato rifiuta di eseguire quel
che gli si vorrebbe imporre non ha importanza, il reato è stato consumato e
resta. Perfetto, condivisibile, non fa
una piega. Allora ,però, mi dovrebbero spiegare come mai Marco Travaglio ci scassa da
anni con tutta una serie di “rese” dello
Stato, con tutta una serie di vantaggi ottenuti dalla mafia , accusando di collusione
con la
mafia coloro che non riescono a
vedere questi fatti ( ovviamente tutti servi
di Berlusconi che dovrebbe essere, insieme a Dell’Utri , il regista del tutto,
stragi, omicidi,pizzi, assassinio del bandito Giuliano , distruzione di Pompei colluso col
Vesuvio, ecc )?
Insomma decidetevi una buona volta, sono passati venti anni
accidenti e ricambiamo tutto! E Travaglio, poi, perdinci, andava avvertito in tempo, perché non ci fa
una gran bella figura , s’è speso per tutti questi anni per cercare di
dimostrare che il reato invece era
proprio quella “trattativa”, erano proprio “quelle” concessioni che lo Stato aveva concesso alla
mafia , erano proprio “quei” vantaggi
che la mafia aveva ottenuto! Scopriamo invece solo oggi che i P.M. palermitani,
forse perché troppo occupati nelle comparsate televisive , nelle oceaniche
adunate ai Palasharp, troppo impegnati in comizi politici dove parlano con le
mani in tasca rimasticando il dondolante gongolare di Benito Mussolini, troppo
impegnati a preparare la loro
candidatura politica con qualche partito di sinistra , sono così titubanti,
così timorosi, così incerti, così
insicuri delle prove a loro disposizione, da premurarsi addirittura di suggerire al GUP Morosini ( contando su una sua attesa “captatio benevolentiae “ !)
che , beh, certo, forse è stata una
trattativa, forse anche no, forse è stata una mezza trattativa, forse anche una
semplice minaccia, forse addirittura anche un “ modo di dire” ma pur sempre da
mafioso e che , beh, se poi la mafia non ha ottenuto i vantaggi che pretendeva,
insomma, allora il reato c’è sempre. Come diceva Totò? A prescindere. Dalla
verità.
Certo che se non fosse allegato nel fascicolo del processo penale
che dagli anni novanta la Procura di Palermo conduce contro i vertici di cosa
nostra e contro le istituzioni, contro Carabinieri come il Generale Mario Mori,
come Contrada, come Di Caprio, contro personaggi politici come Mannino, come
Mancino, come il prezzemolino Dell’Utri, sarebbe quello che il Rag. Fantozzi disse
della “ Corazzata Potemkin “, una “
cagata pazzesca”. Costruito in base alle “rivelazioni” di uno come Massimuccio
Ciancimino , figlio di Don Vito Ciancimino, il Sindaco di Palermo per conto di
Cosa Nostra, un soggetto che “rivela” “ q.b.”, quanto basta, come nei migliori
ristoranti, per accontentare quei
Magistrati ( che si sono anche graziosamente sdebitati con lui chiedendo
persino l’archiviazione dell’inchiesta penale sul tesoro di Don Vito
Ciancimino), ma solo per tenerli buoni e a cuccia ( vedere le sue recenti
intercettazioni telefoniche, please!) mentre così lui brigava liberamente per mettere in salvo il “tesoro di Don Vito”(
qualcosa come duecento milioni di Euro investiti in una discarica in Romania ),
il romanzo criminale scritto della Procura di Palermo sostiene che , dopo le
stragi ( da Salvo Lima alle bombe di Firenze e Roma, passando per le stragi di
Capaci e di Via D’Amelio)la mafia avrebbe trovato i giusti canali per
“intimidire” lo Stato, prolungando questa sua opera di intimidazione fino a che
non ottenne un (per ora misterioso) “patto politico – mafioso” con il primo,
brevissimo Governo Berlusconi (1994-1995).Certo, ora i Magistrati hanno bisogno
di ben altro tempo per piegare i fatti reali al servizio del loro teorema,
certo che ci sarà da divertirsi quando le “Signorie Loro” dovranno spiegare
come mai un Governo, a parer loro
mafioso e colluso come il primo Governo Berlusconi, abbia invece ripristinato per i mafiosi l’articolo 41-bis sul carcere duro che il
Ministro Conso ed il Presidente Scalfaro
avevano invece loro tolto.
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MA CHE FINE HANNO FATTO
BALDUCCI, ANEMONE,LA CRICCA DEI LAVORI PUBBLICI?
Ma Diego Anemone, che fine ha fatto? E Angelo Balducci, il
potentissimo ex provveditore alle Opere pubbliche
? E Guido Bertolaso ? A quasi tre anni da quegli scandali , l’unica certezza è che nulla di sconvolgente è venuto
fuori da Anemone e da
Balducci . Tre anni sono tanti, troppi. Qualcuno comincia a pensare che
fu fatto apposta un gran casino mediatico per niente, anzi al solo scopo di
andare contro il solito Berlusconi. Insomma, un altro caso di pura invenzione
di fatti contra personam? Come fai, poi,
a lamentarti se uno, per difendersi,
ricorre alle leggi ad personam?
L'unica novità sono le
confessioni del costruttore De Vito Piscicelli,
che hanno portato all'arresto di Antonello Colosimo, che è stato anche capo di
gabinetto del ministero delle Politiche Agricole e che è
accusato di aver ottenuto regali e favori per 200 mila euro fin quando
Piscicelli non si è ribellato e lui, a quanto emergerebbe da intercettazioni telefoniche, lo avrebbe
minacciato e ricattato. Ma leggendo l'ordinanza, basata essenzialmente sulle
dichiarazioni di Piscicelli, l'integrità morale dell'alto magistrato contabile
non sembra risplendere. Abiti da 900 euro, studio in via Margutta, a Roma, il
cui affitto dal giugno 2004 al luglio 2007 sarebbe stato pagato proprio dal Piscicelli (112 mila euro), il quale avrebbe provveduto anche a ristrutturare e arredare a
sue spese l'alloggio (23 mila euro)
Colosimo diceva spesso: “Se
ti serve un mutuo chiamo Passera", riferendosi
all'attuale ministro dello Sviluppo economico, all'epoca A.D. di Banca Intesa.
Dai rapporti tra Colosimo e De Vito Piscicelli, conclude il gip Caivano
"emerge un fenomeno corruttivo di vasta ampiezza, che vede il
coinvolgimento di numerosi funzionari pubblici i quali in violazione delle
regole di imparzialità e di efficienza della pubblica amministrazione
nell'aggiudicazione degli appalti si sono piegati al perseguimento di interessi
personalistici in favore di privati imprenditori, tra cui il noto Diego
Anemone".
Doveva volare via tutto il Governo Berlusconi e tutta la Protezione
Civile, ma fino ad ora sono volate solo miserabili ed
ordinarie corruzioni, all’interno della
macchina burocratica del Paese, non altrove.
IMMOBILIARISTI EVASORI E PRIVILEGIATI IN PARLAMENTO
Franco Bechis, Direttore di Libero, ha avuto l’idea di fare una
sorta di censimento degli immobili che appartengono ai
partiti politici italiani. Ha scoperto che la più grande società immobiliare di
Italia è quella della politica, dentro la quale il più ricco è Pierluigi Bersani. I partiti politici, le loro
organizzazioni territoriali, i circoli, le società immobiliari controllate
direttamente e indirettamente dagli stessi partiti politici possiedono 3.805
fabbricati sparsi in tutta Italia e 928 terreni. Le loro vecchie rendite
catastali, agrarie e dominicali sommate ammontano a circa 2,8 milioni di euro,
che solo ai fini della nuova IMU di Mario Monti produrrebbero un gettito
fiscale di circa 500 milioni di euro ( senza contare poi l’IRES ed altre
imposte sui singoli partiti). Se si applicassero le nuove rendite catastali il
gettito fiscale arriverebbe a circa 1,2 miliardi di euro. Un tesoro, non di
monete d’oro, ma di principeschi “privilegi”.
Di tutto questo tesoretto l’80% circa riguarda proprietà
immobiliari che risultano ancora in capo alle forze politiche del Pd. Significa
che sparso ovunque e gelosamente custodito
in forzieri, fondazioni e strutture territoriali, Bersani può contare su
un patrimonio immobiliare che vale quasi un miliardo di euro in caso di
valorizzazione. Gran parte è intestato ancora al Partito democratico della
sinistra e alle sue strutture territoriali (unità di base, federazioni
regionali, comunali e territoriali di varia natura), nonché alle immobiliari
che risultano ancora di sua proprietà.
Fra questi ci sono
sicuramente le sezioni del vecchio PCI , che risulta
ancora proprietario al catasto di ben
178 fabbricati e 15 terreni. Ma osservando le caratteristiche di ciascun immobile ed i loro
vani trovo difficile, se non
impossibile, che proprietà accatastate
come abitazioni di 12 o 14 vani o uffici di metrature ancora più ampie possano
corrispondere al vecchio classico identikit delle sezioni territoriali. Insomma
grazie all’opera discreta , silenziosa, sottoterra di Ugo Sposetti , il tesoriere storico
del PCI, il P.D. controlla gran parte
del patrimonio. Fra Pds, Pd, Ds e vecchio Pci sono ben più di 3 mila i
fabbricati di proprietà.
L’emergere di tante proprietà immobiliari fa comprendere meglio
di ogni altra cosa come il P.D. sia il partito che ha la forza economica più
impressionante della politica. L’unica cosa oscura è il motivo per cui gli
amministratori locali del P.D. continuino ad impiegare fondi( che il partito
gira loro) per acquistare altri immobili . Alcuni esempi: a Genova, dove non
mancano certo proprietà immobiliari del P.D., è stato acquistato un appartamento da 5 vani nel 2010. A
Crespino, in provincia di Rovigo, ben quattro fabbricati. A Montecchio,
provincia di Reggio Emilia, acquistati nell’aprile 2011 addirittura due terreni
erbosi. Acquistati immobili e terreni nel piacentino. Così nello spezzino, dove
esisteva una celebre immobiliare del PDS. Chissà perché la sinistra non prende in affitto le
varie sedi necessarie, come accade a molte altre forze politiche ( ma lo
capirete, lo capirete, “più avanti”, se
mi seguite! ). Dalla banca dati della Agenzia del Territorio emergono ancora molte
sorprese: tutti i partiti ufficialmente morti e sepolti hanno ancora
appartamenti e perfino palazzine di un certo valore. Dalla Dc al PSI. Ma la
sorpresa delle sorprese viene dal P.N.F., dico partito nazionale fascista, che
non solo è morto, ma è stato sciolto per legge. Tutti i suoi beni sono passati
al demanio pubblico, meno che per
quattro fabbricati e due terreni.
Adesso, dopo questa ricerca e
dopo queste sorprendenti scoperte, adesso si capisce bene perché il
P.D., supportato da” Repubblica”,ha
condotto quella violenta campagna contro la Chiesa che , a loro dire, “non
pagava l’IMU” su diversi edifici dediti promiscuamente sia al culto che a
finalità assistenziali. Per nascondere
la loro, di evasione dell’IMU, dato che, questo Blog lo ripete per l’ennesima
volta, le “esenzioni” dall’IMU è vero che riguardano, per Legge, quegli
immobili della Chiesa, ma riguardano anche “ tutti” gli immobili appartenenti
ai partiti politici. Inoltre si capisce, eccome se si capisce, e bene pure,
perché il P.D. ricorra all’acquisto degli immobili invece di prenderli in
affitto. Perché, altro privilegio dei partiti politici, il P.D. non è obbligato
a presentare il bilancio sul quale pagare le imposte . Dunque non
essendoci una tassazione in base ad un bilancio, se i circa 3.000 immobili di
proprietà del P.D. fossero tutti affittati, chi mai saprebbe a quanto ammontano
i relativi corrispettivi? Sia chiaro, questo vale per il P.D. come per tutti
gli altri partiti, ma solo il PD.e, guarda caso, l’IDV –due veri immobiliaristi
in Parlamento – sbraitano sempre come ossessi additando le “evasioni degli
altri”. Per nascondere le loro di evasioni. Ed i loro privilegi, identici a
quelli della Chiesa. Anzi peggiori,
perché, almeno, la Chiesa offre servizi caritatevoli, mentre i partiti politici
si arricchiscono senza fare alcuna opera di beneficenza.
Gaetano Immè