NEL PAESE DI PULCINELLA.
In un Paese dove oramai vige la “peggiore fra le democrazie occidentali
”; dove, senza ricorrere ad invocazioni autoritaristiche, gli italiani si sono
visti scippare, con ipnotica destrezza, lentamente e spesso utilizzando mendaci e fallaci cavalli
di Troia, libertà e diritti, il cui indiscutibile godimento era una volta puro vanto del nostro Paese; dove ormai
è in atto, se non il classico colpo
di Stato quanto meno una vera e
propria sistematica, metodica seppure lenta opera di demolizione delle libertà personali, incise, scalpellate
emano a mano asportate, da questo Stato oramai “Magistratocratico”
e ”burocratizzato”, con incursioni laser mirate nelle casematte liberali della
nostra Costituzione, condotte con chirurgica precisione sul corpo vivo del
Paese, “preparato e trattato ”
chimicamente ,da più di mezzo secolo, per ridurlo all’attuale stato catatonico
grazie ad una “anestesia totale”,
composta da dosi industriali, più che di Valium, in parte del pensiero
comunista ed in parte di ipocrita cattolicesimo adulto, falsamente misericordioso
e genericamente buonista; dove un Mario Monti, avallato da un Giorgio Napolitano, sbeffeggia,delegittima
e dileggia l’istituzione parlamentare,
decidendo, in tracotante e tirannica solitudine, quale voto il Paese Italia doveva
dare all’ONU sulla Palestina “stato osservatore”;dove la gente ancora crede in
un vecchio comunista come Bersani,
cresciuto a rubli staliniani, a finanziamenti illeciti, a tangenti spillate anche sul respiro dei cittadini anche
grazie a prezzolati e ruffiani “agiografi” o lusingatori , magari dal cognome spagnolo ma altamente
specializzati in ridicoli esercizi di fellatio scritta anziché orale, che trovano
ampio spazio su Repubblica ; dove la gente, da molto tempo in stato ormai semi
catatonico, s’è lasciata indottrinare da
giornali e da programmi televisivi degni di un Ministero di Cultura Popolare o
Minculpop; dove la gente non sa neanche distinguere fra un puro capriccio –
quello di due omosessuali che vogliono adottare
un figlio, tanto per scimmiottare “la famiglia”– ed un “diritto”;
bene in questo Paese da quarto mondo, il Direttore di quotidiano,Alessandro
Sallusti, non è più un libero cittadino, ma un “recluso”. Il suo “reato”, un reato
d’opinione, è un reato inesistente,
perché “commesso da una terza persona”, seppure il reato sia stato mai effettivamente
consumato. Questo Direttore va in galera sulla base di un principio vessatorio, fondamentale nelle dittature , siano esse di
tipo stalinista e comunista, siano esse di tipo fascista o nazista: quello della “responsabilità
oggettiva”.Questo obbrobrio giuridico è appunto la base di quel sistema puramente “delatorio ed
oppressivo”che Lenin e Stalin avevano imposto nell’Unione Sovietica, che il
P.C.I. ha fatto di tutto per imporre
anche in Italia, che Hitler aveva imposto ai tedeschi, che Mussolini aveva
imposto agli italiani durante il ventennio, che Pol Pot impose ai cambogiani,che
Castro impone ai cubani e che aveva prodotto “ la delazione ” come sistema di
occhiuto controllo , come il famigerato “ caposcala” fascista , come l’occhiuto
spione russo chiamato “capo fabbricato”, come la Stasi
nella DDR, come il KGB nella stessa Russia, come la
Gestapo con Hitler. Anche se la nostra Costituzione Repubblicana
afferma chiaramente che “ la responsabilità
penale è sempre e solo personale”, tuttavia gli scherani della
delazione istituzionalizzata, come molti nostri Magistrati e tanti scribi di
redazione , si trovano più a loro agio applicando quel principio fascista, comunista, insomma
dittatoriale. E qualcuno, davanti a tale scempio, va anche a portare due euro
per scegliere chi, fra i politici che sostengono simili nefandezze, debba
proporsi come un candidato per guidare
l’Italia. Quanto appaiono, oggi ancor più, ridicoli e diffamatori Adriano
Celentano e Roberto Saviano quando, eravamo se non sbaglio nel 2006 e nel 2009 inveivano dalla
televisione contro Silvio Berlusconi, il quale, secondo questi due “scienziati
del nulla”, sarebbe stato colpevole di voler mettere la mordacchia alla stampa.
Oggi, questi “ tuttologi della saccente ignoranza” tacciono su questo argomento.
Stiamo parlando dei reati d’opinione, quelli introdotti nel codice
ai tempi del fascismo e noti come “ codice Rocco”, una serie di
disposizioni penali utili solo ai dittatori. Devo ricordare che se quelle
vergognose norme penali sono state riviste ed almeno in parte attenuate, lo si deve solo ed esclusivamente
al D.D.L. del 25 Gennaio 2006 , unico tentativo operato
dal 1948 ad oggi in tal senso ,
presentato alle Camere dal Governo Berlusconi III, XIV Legislatura, testo che riuscì sia ad attenuare molte di quelle vergognose
norme, meno che quella della diffamazione a mezzo stampa, che a sostituire la
pena detentiva con quella pecuniaria ed a trasformare l'illecito penale in
illecito amministrativo. Ed è quindi anche molto
istruttivo ricordare come quel d.d.l. fu approvato da Forza Italia, dall’Udc,
dalla Lega
e da AN
mentre ebbe il voto contrario da parte di Nando Dalla Chiesa
( Rifondazione Comunista), Elvio Fassone ( D.S. Ulivo, ora P.D.) con
l’astensione del gruppo dei Verdi.
Sappiate che quella parte del popolo italiano che in questi
giorni va a votare per le
primarie del centrosinistra e tutti quei politici che sostengono il
centrosinistra, sono solo truppe indottrinate, menti educate ad essere
organiche e favorevoli a questa esecrabile dittatura. Ma la loro miseria intellettuale e
morale, anche se riuscissero a vincere le prossime elezioni politiche – per
mancanza di competitori ,certo non per altro – non ci vedrà mai intruppati ed
obbedienti, né proni ed ossequiosi davanti
alla loro ipocrisia dominante. Noi di
centrodestra non usiamo la menzogna e la diffamazione come arma culturale, come
strumenti di educazione e di propaganda come costoro, ex o post comunisti, hanno sempre fatto. Basta ricordare, solo
qualche ricordo tranquilli , quello che fecero con l’ Ungheria, con Praga, col
Vietnam, con la Cambogia, con il
Presidente Leone,con l’altro Presidente Cossiga, con Bettino Craxi, e, da ultimo, con Silvio Berlusconi.
Noi abbiamo un tesoro da difendere, uno scopo nella vita : la nostra
libertà e la nostra onestà intellettuale,
che sono l’onestà e la dignità del nostro Paese. Sono armi pericolose queste,
anzi, addirittura letali , se ben usate, contro simili regimi dittatoriali. La
storia del secolo scorso lo ha abbondantemente dimostrato. Non sperino dunque questi
“infami dentro”,falsi moralisti ,ipocriti e
comunisti, di averci ridotti a fare, come loro hanno sempre fatto, le
vittime. Farete invece i conti con noi, col nostro esercito, pur senza armi ,
un esercito di persone libere, scevre da pregiudizi e da lavaggi del cervello.
Farete i conti con noi e col mondo
civile e democratico ogni secondo, ogni minuto, ogni ora, ogni giorno che verrà.
Mentre
scrivo queste righe,“
questo”
indifendibile Stato italiano, questa
“magistratocrazia“,sbianchettata con una
mano di apparenza democratica da prezzolati imbianchini, sta torturando
migliaia di detenuti, dei quali circa la metà ancora in attesa di giudizio, usando la carcerazione
preventiva come uno strumento di tortura corporale e psicologica, in condizioni
carcerarie da quarto mondo più che da terzo.
Noi sappiamo bene che le sfide giuste non coincidono quasi mai né si
accordano, a memoria almeno della Repubblica
italiana,
con i vostri triti e consunti luoghi comuni. Come non ricordare, per esempio,
un altro Direttore di un quotidiano,
sempre della nostra area politica, a suo tempo gambizzato dalle Brigate Rosse
nell'indifferenza generale,anzi tra i vostri brindisi? Erano gli anni settanta,
ma voi siete rimasti sempre gli stessi, quello che eravate. La contraddizione
vivente della coerenza di pensiero, delle libertà personali, dell’onestà
intellettuale e politica, gente intrisa di squallido e meschino moralismo tanto
da considerare il peccato come reato penale,
quelli che “ il sospetto è l’anticamera della colpevolezza”.Forse
vi siete un po’ illusi, montati la testa, per aver soggiogato alcuni poveri d’animo e di
dignità, per averli sedotti con la vostra opulenza illegale, riparata e coperta
dietro ignobili amnistie- quelle sì “ ad partitum” ed “ ad personas”-, assicurando
loro facili e ricche carriere,come il Di Pietro, il
D’Ambrosio, una Tobagi, un Calabresi,
una D’Antona, due Borsellino, un Dalla Chiesa, salvo tanti
altri, gente che si confonde con poco, se scambia la “giustizia”col “tornaconto personale”,il “perdono”
con “ il posto
fisso e ricco”
preferibilmente nelle redazioni “organiche ai poteri forti” oppure direttamente
nel “ palazzo”, come se la dignità di un uomo fosse merce
di scambio,come in un baratto. Voi potete vincere giusto su un Matteo Renzi,
uno che dopo avere millantato programmi
politici simmetricamente opposti a quelli decisi dalla nomenclatura del partito
post comunista e dopo avere illuso e raggirato la credulità popolare,
ieri, prima ancora della sfida definitiva, già si prostrava ai piedi di quella
nomenclatura che, fino a ieri,prometteva di “ rottamare”. Perché,lo ripeto, Renzi
deve solo vincere per dimostrare, poi, chi effettivamente sia e se abbia le
capacità e l’onestà intellettuale ed umana di attuare i programmi che, per ora,
ha solamente esposto. Perché se perdesse,
temo si trasformerà in un nuovo D’Alema, un nuovo Veltroni, insomma in una delle
tante cariatidi che , da pecoroni, continuiamo a mantenere coi nostri soldi.
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ZAGREBELSKY E BOBBIO, CHE SI
RIVOLTA NELLA TOMBA E LO PRENDE A CALCI NEL SEDERE.
Verità storica, ma onestamente confessata, con una onestà
intellettuale troppo dignitosa per essere conosciuta dai suoi epigoni , quella su Norberto
Bobbio , l’icona nella sinistra dell’antifascismo, colui che presiedeva,
secondo l’ipocrisia dominante, la “
Laica Inquisizione” per negare il
diritto alla libertà di pensiero ed
alla dignità personale a coloro che
esprimessero culture non
“omologate” né “organiche” al P.C.I. , bollati tout court “ di destra” ed etichettati sempre come” fascisti”
anche se mai tali si siano poi dimostrati. Ebbene sì, proprio lui , era iscritto al P.N.F. , dico Partito
fascista, la sua cattedra universitaria neanche a trenta anni era dovuta alle
pressioni dei gerarchi fascisti e con il Duce ed i suoi scherani aveva avuto
copiosa corrispondenza sia epistolare
che verbale, anche per interventi ed intercessioni di tipo “ raccomandatorio”.
E’ storia , pura storia: Norberto Bobbio
aveva giurato fedeltà al fascismo anche dopo le famigerate leggi razziali e in piena seconda guerra.
Così come è sempre pura storia il fatto che Norberto Bobbio , di questa suo passato fascista,
si sia , come dire, poi, vergognato e pentito. Ma è sempre e solo storia , non
altro, che disgraziatamente Norberto
Bobbio questa sua vergogna per
il suo passato “fascistissimo” l’abbia
sbandierata solo “ dopo” che una serie di illustri storici l’avevamo smascherato,disvelando il suo
passato di camicia nera. Come dire “
colto con le dita nel naso”!
Certo, la sua “abiura tardiva” non gli fa onore, resta sulla sua
pelle come il marchio indelebile del suo inescusabile opportunismo
e come la punta evidente di una disonestà intellettuale evidente. Ma,
davanti alle sue successive opere, questo Blog trova che esse stesse, insieme alla sua pubblica
ammissione di responsabilità, abbiano abbondantemente ripagato le sue colpe
fasciste. Bobbio
non ha bisogno di servili “agiografi”, Prof. Zagrebelky, Bobbio si
è saputo difendere da solo, soprattutto senza avere bisogno di falsi avvocati
difensori . Così, Prof. Zagrebelsky,
la sua meschinità intellettuale, la sua ingombrante e saccente invadenza la
spinge, incautamente, a pontificare sulla dignità degli uomini. Cosa per Lei
estremamente difficoltosa, Professore. E se Lei ritiene di avere scoperto un valido alibi per Norberto
Bobbio, affermando, come Lei senza
vergogna scrive su “ Repubblica” , che “
le dittature corrompono” sappia che
se Bobbio fosse
ancora vivo la prenderebbe a calci in bocca e nel sedere. Per la semplice
ragione che seppure Bobbio
fu opportunista , mistificatorio, silente sul suo passato fascista pure , una
volta colto con le mani nella marmellata, non si rifugiò dietro nessun alibi
ma, da uomo, anzi come un “ Vero Uomo”,
non come uno Zagrebelsky qualsiasi, andò
onestamente e dignitosamente a Canossa, abiurò pubblicamente, fece trionfare ,
insomma, la verità storica e l’onestà intellettuale. Esimio professore sabaudo,
in Italia non vi è italiano che non abbia avuto un padre o un nonno che non sia
stato un convinto fascista, se lo
schiaffi nella sua testolina sabauda. Perché, come Bobbio , come Scalfari
( that one friend, j suppose, is’nt?), come Bocca e come tantissimi altri “ antifascisti tardivi ed opportunisti” , moltissimi, anzi quasi tutti, cedettero alle lusinghe di quel sogno o delirio che dir si voglia. Ma Lei
pretenderebbe pure che quell’alibi valesse solo per Bobbio. Che pena, Professore, che ipocrisia! E allora perché non
dovrebbe valere per tutti quegli altri che , sempre con onestà intellettuale ,
credettero in quel delirio e pagarono in prima persona sacrifici, torture e pene che Bobbio stesso contribuì
ad infliggere loro? Professor Zagrebelsky , provi a vergognarsi, ci provi,
almeno una volta.
N.B. In virtù di quel principio fascista e comunista della “ responsabilità
oggettiva ” come reato penale a Scalfari,
Mauro , Lei ed a “ Repubblica” tanto
caro perché spedisce in galera il Dr. Sallusti , quale pena corporale dovrebbe
scontare Ezio Mauro che ospita
diffamazioni di un cadavere , come quelle sue?
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PARLIAMO DI DAVIDE SERRA, IL
FINANZIATORE DI MATTEO RENZI
A proposito di libertà di stampa. Parliamo della finanza che assiste
anche Renzi, dopo aver inflitto agli
“ indottrinati bersaniani” la storia pressoché criminale della finanza, zozza
più che opaca, che sorregge Pier Luigi
da Bettole. Pochi ricordano Davide
Serra, il così detto “ golden boy della finanza londinese” che aveva
organizzato e pagato anche un pranzo elettorale pro Matteo Renzi. Chi conosce
questo blog sa che è nostro vanto quello di evitare falsità, pettegolezzi,
fariseismi vari e dunque andare sul concreto al netto, sempre, delle
chiacchiere da pettegoli. Sono però rimasto molto colpito dal fatto che nessuno
dei tanti giornalisti di denuncia ( né Il Fatto, né L’Unità, né la Gabanelli,
né Santoro,ecc) abbia scavato a fondo su Davide Serra e sui suoi mitici fondi
Algebris. Intanto Serra gestisce questi fondi alle Isole Cayman: qualcuno, non
molto tempo fa, cercò di massacrare Berlusconi e Mediaset quando ebbe sentore
dell’utilizzo di una Ltd inglese. Invece, tutti zitti davanti al fatto, invece
molto intrigante, che il “ finanziatore” di Renzi, pur sempre uno del P.D.,
gestisca nelle mitiche Isole Cayman, il vero paradiso degli evasori fiscali,
addirittura tutti i suoi famosi fondi Algebris. Riferisco solo i fatti di
quanto oggi sono riuscito a scoprire: dunque Serra ha sei licenze finanziari
Algebris alle Isole Cayman, non una sola. Insomma tutte. Dai dati che indicherò
risulta che Davide Serra sarà pure uno da fare
santo subito perché – e sopra tutto chissà perché – mette mano ai suoi
soldi per finanziare un esponente del centrosinistra ( che secondo programma
elettorale sarà spietato con i ricconi che prosperano nei paradisi fiscali,
proprio quelli come Serra, dunque ) che lo perseguiterà fino a scarnificarlo,
ma è anche un piccolo Madoff . I suoi hedge funds piazzati alle Isole
Cayman puzzano quanto meno di “opacità” lontano un miglio marino. Ma siccome
per noi il peccato non è reato, andiamo avanti con i fatti. Se guardo i
risultati dei fondi Algebris devo dire che se tutti i finanziari fossero come
Serra, addio ai nostri sudati risparmi. Infatti chi avesse affidato a Serra i suoi risparmi ( l’inizio è del
2006) avrebbe perso fino al 2008 il 30%
che diventa poi il 50% se facciamo i conti al 2011. Insomma se avessi affidato
a Serra 100.000,00 Euro nel 2006, oggi avrei in mano 50.000,00 Euro. Roba da
portare i libri alla Sezione Fallimentare del Tribunale prima che qualche P.M.
emetta qualche ordine di carcerazione preventiva onde evitare una sempre
possibile ed ulteriore reiterazione del reato. Una nota da “ brivido”: risulta
che fra gli investitori nei fondi di Serra vi è anche Intesa Sanpaolo, della
quale era Amministratore Delegato anche l’attuale Ministro Corrado Passera. Non
si riesce a conoscere la somma investita da Passera nei fondi Algebris (
ricordare: sono soldi nostri, dei correntisti di Intesa Sanpaolo, non di Passera)
. Indovinate voi perché.
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FARI ACCESI SU ILVA E
DINTORNI
I nostri riflettori sono puntanti sulla faccenda dell’Ilva di
Taranto per svariati
motivi, tutti comprensibili. Intanto perché giovedì il Governo Monti ha varato
un Decreto Legge che di fatto sbugiarda il sequestro ordinato dalla
Magistratura di Taranto. Da Taranto giungono “ rumor” che danno per certo il
ricorso della Magistratura alla Corte Costituzionale contro quel decreto legge,
sollevando un conflitto di poteri. Il nocciolo è: consente questa Costituzione
che un Governo possa arrestare la Magistratura? La mia personale opinione è
negativa: se in Italia un Governo non può neanche ricorrere come crede alla
decretazione d’urgenza ( pur in presenza di fondati ed oggettivi motivi)
figurarsi se può addirittura scavalcare e sbugiardare un Tribunale. In mezzo a
quel “ conflitto” morirebbero Taranto, lo stabilimento, ventimila operai, una città,
il PIL italiano e, definitivamente, la produzione dell’acciaio sarebbe tutta
tedesca. Ne vedremo delle belle. Aspetto lunedì.
Inoltre si allarga l’inchiesta sulle
tangenti e sulle corruzioni che si sarebbero mosse intorno a quello
stabilimento. Da poco tempo è stato incriminato Florido, il Presidente della
Provincia di Taranto, così come “ pare” lo sia anche Vendola, Presidente della
Regione. Vendola s’è già schierato a favore del Tribunale – una evidente
captatio benevolentiae – sostenendo che “ il decreto legge del Governo è una
sberla in faccia al bisogno di salute della città”. Forse dunque il Tribunale
terrà conto di questo endorsement e non calcherà la mano su Vendola e sulla
Arpa pugliese.
Corrado Passera, il Ministro che da
Amministratore Delegato di Intesa Sanpaolo aveva regalmente sostenuto la
famiglia Riva concedendo generosissime
linee di credito tuttora ,ovviamente, in sospeso ( come vedete non uso il
termine bancario “ in sofferenza”, perché quel termine, che prelude ai
sequestri,l’ Intesa Sanpaolo passeriana lo ha usato solo contro i pesci
piccoletti, quelli con i quali si può e si deve essere duri, arroganti,
spietati, forti, non certo contro i potenti, con i quali è molto più
“politicamente corretto” essere servili, proni, riverenti.
Ne vedremo delle belle.
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Roma,
domenica 2 dicembre ’12
Gaetano Immè