LA
NOTTE DEGLI SCACALLI
La notte degli sciacalli, quella fra l’11 ed il 12 dicembre ’12, ha inesorabilmente raso al suolo le miserabili
saccenti e boriose menzogne della congrega di famelici avvoltoi che sperava in
un’impennata del differenziale (spread) ed in un crollo rovinoso della Borsa.
Eventi che avrebbero certamente distrutto l’Italia – particolare che a quell’orda di ignoranti boriosi non solo non
interessava un fico secco,ma che addirittura auspicava – ma che avrebbe
consentito a quella “ banda di disonesti” di continuare a diffamare il popolo
del centrodestra.
Mi riferisco alla sinistra tutta senza alcuna eccezione; alludo al
drappello delle iene
centriste, belve ingorde e sempre pronte a mangiare il cadavere della destra,se
vince la sinistra,o della sinistra, se vince la destra;alludo alla figura,sbiadita
ormai ed infangata, di un Senatore a vita , intendo del Prof.
Monti, uno devo dire molto svelto nell’ infilare le mani, con sfacciata arroganza, nelle tasche dei cittadini, ma persona non dico codarda ma sicuramente incapace di assumersi le proprie
responsabilità tentando di scaricarle sempre su altri; alludo alla lobby dei “
poteri forti” italiani, guidati da una Confindustria che fino a ieri, mentre la
FIAT discuteva di una nuova politica industriale e sindacale con tutti i sindacati,
CGIL esclusa, non trovava di meglio che siglare un patto di ferro proprio con
la CGIL, alla stampa di regime, alla televisione di regime.
Disillusi, tutti
costoro, nelle loro speranze di un crollo del Paese, oggi sono i migliori
Goebbels italiani dei voleri di Angela Merkel. Di” Repubblica”
neanche parlo, tanto è evidente l’interesse del suo “ padrone” De Benedetti a far prevalere sul Paese il dominio dei
poteri forti per restaurare quello statalismo corrotto e clientelare che ha
immiserito l’Italia degli anni settanta / novanta, nella quale le sue
speculazioni finanziarie erano assicurate da uno Stato colluso e ricattato nel consenso. Da
cittadino italiano trovo veramente vomitevole, invece, la prosa servile di un
Ferruccio De Bortoli, sul Corriere della Sera , che si prostra senza ritegno alcuno ,
senza un briciolo di dignità alcuna , senza se e senza ma, insomma, ai desideri della “ grande Germania”, pur di negare la libertà di voto e di
coscienza al popolo italiano.
La cacciata, da parte del popolo del centrodestra – e non dal solo Berlusconi il quale è il leader politico del centrodestra
o di Forza Italia fin dal 1994 – del Governo Napolitano / Monti non ha prodotto
nei mercati alcun timore, alcun danno. Anzi. Lo “ spread”resta ad una quota
pressoché identica a quella dei giorni scorsi ( tra 320 e 340), mentre la Borsa
di Milano rimbalza con un + 2,51%. Dunque nessun danno per l’Italia dalla
cacciata di Monti .
L’esercizio della critica è il sale della democrazia e delle
conoscenze. Così
è anche se si parla d’Europa. Dunque le critiche del popolo di centrodestra all’Europa,
quelle che porta avanti Berlusconi, non sono affatto “ esercizio antieuropeo”,
ma addirittura “ il massimo dell’esercizio europeista”, sono problemi evidenti
da risolvere per il bene del futuro della Europa. Tutti i media hanno in questi
giorni parlato con frasi fatte, Berlusconi contro Europa, Berlusconi contro la
Merkel e così via. Oggi spiego che invece i problemi che il popolo del
centrodestra pone, sull’Europa, e che Berlusconi rappresenta, sono due problemi fondamentali.
Cominciamo dal differenziale dei titoli
del debito pubblico scadenti a dieci anni , emessi dall’Italia ed emessi dalla Germani, fra il
costo del denaro. Non è una novità del
2011 questo “ spread”, è sempre esistito. Insomma le Banche ( la speculazione)
presta i soldi alla Germania con maggiore tranquillità rispetto all’Italia.
Dunque è ovvio che il denaro a noi costi di più. Il problema spread esplose fra
il 2010 ed il 2011. A quei tempi l’Italia pagava il 4% circa e la Germania il
2,80%, sempre circa. Differenza fisiologica fra i due paesi, è ovvio. La
differenza esplode verso giugno 2011, perché da quel momento i nostri prestiti
costano sempre di più: a Giugno 2011 dobbiamo pagare il 4,80% ( contro il 3%
della Germania), a Dicembre 2011 noi dobbiamo pagare il 7,56% ( praticamente il
doppio del normale) mentre la Germania paga neanche il 2%. Perché è successo
questo pandemonio? La motivazione non abita a Roma, ma a Francoforte e si
chiama Deutsche
Bank, non centrodestra o Berlusconi. Accadde infatti che – come oggi si sa – intorno alla
fine di Giugno del 2011 quella Banca tedesca compie sul mercato internazionale
secondario ( delle Banche) un disinvestimento del proprio portafoglio, una
vendita insomma. Ma non è una vendita semplice, perché vengono venduti circa
7/8 miliardi di Euro di Titoli decennali italiani e circa 500 milioni di Euro
dei titoli greci. Sono segnali terrificanti per il mercato finanziario: una
Banca, come quella tedesca che si libera di titoli significa che li considera
pericolosi, insicuri, quasi mondezza. Nello stesso periodo – fra febbraio e
maggio 2011 – diventano più cari anche i Bund tedeschi: arrivano a costare il
3,28% quando stavano al 2,40 % circa. La finanza privata e pubblica tedesca va
in fibrillazione, c’è in Germania un grande nervosismo dei mercati. Infatti
nelle sue Banche abbondano titoli americani ( tossici) e titoli greci, quelli dei
150 miliardi di Euro prestati alla
Grecia a tassi enormi. Cosa fa a quel punto la Germania per sistemare questi
suoi problemi interni alle sue Banche? Vende titoli pubblici italiani e greci,
per incassare contante con cui sistemare le sue Banche. Così facendo –
legittimo, illegittimo, non è questo per
ora il problema - semina il panico sul
mercato speculativo a danno di Italia e di Grecia. Quelle vendite non hanno mai
avuto da parte della Banca centrale tedesca una spiegazione , sono affari loro,
ed hanno in questo ragione. Perché questa Europa non è ancora una unione
bancaria ed è quindi legittimo, credo, che ogni Paese faccia quel che vuole, con la sua sovranità nazionale. Ecco
perché la Merkel sta difendendo a spada tratta il proprio “sistema bancario” e perché
rifiuti, nel modo più perentorio, la vigilanza della Bce sulle sue Banche , ecco perché Mario Draghi invece, Presidente
della Bce, la voglia a tutti i costi. Ecco perché lo spread non solo è un “
falso problema”, ma è un problema creato dalla Germania e quello che importa è che la Merkel lo ha fatto
per il nobile motivo di difendere il sistema bancario del suo Paese . Un dovere
per ogni governante, come è dovere del popolo di centrodestra sollevare questo
conflitto che è l’origine dei drammi dello spread. Ma veramente pensiamo che
quella manovra sia stata lecita? Noi, popolo del centrodestra, non lo crediamo,
perché quella manovra è stata fatto coscientemente a danno di altri due Paesi
dell’Europa, perché proprio a causa di quella manovra tedesca l’Italia ha
dovuto accettare , per avere i prestiti, un premio “per rischio tecnico” del
4/5% e perché quel disinvestimento – a danno di due Paesi comunitari – ha portato
la Germani a guadagnare sui tassi dei suoi Bund che, come scrivevo prima, sono
discesi notevolmente. Se pensate che quella manovra tedesca sia una cosa
legittima e lecita, allora dovete farvi vedere da un bravo strizzacervelli. Perché
Monti non s’è mai messo di traverso rispetto ai voleri della Merkel? Perché
anche il Governo Berlusconi non si è opposto a questo inganno? Ricordo che il
Governo di centrodestra proprio in quel periodo del 2011 fu messo sotto scacco
dall’opposizione. Insomma per questi motivi noi riteniamo che quella manovra
tedesca sia stata utilizzata dall’opposizione italiana , indifferente all’interesse
del Paese ed alla verità dei fatti, solo per abbattere , senza elezioni
politiche, un governo eletto dal popolo. Pertanto ho dimostrato che questo spread non
ha nulla a che vedere con l’Italia, come invece, sostiene Monti per assecondare
la Merkel, la quale non ammetterà mai che quella sua decisione sia stata fatale
per la Grecia e ha minacciato di esserlo per l’Italia. Per concludere sull’argomento,
sottolineo la frase di Bersani al riguardo:” Berlusconi dice stupidaggini”. Si vede che Bersani è un
grande uomo di Stato, uno che non spiega, ma si limita ad offendere. Occorre
dunque rivedere questa Europa, occorre che simili ignominie non accadano più.
Questo è voler essere europeisti convinti, ma non sudditi di nessuno.
Il secondo problema che il
popolo del centrodestra, tramite il proprio attuale leader Silvio Berlusconi, pone all’attenzione
del Paese riguardo all’Europa è il seguente. Per evitare di finire in
fallimento, l’Italia “ dovrebbe” uscire dall’Euro con una procedura volontaria
e condivisa,restando nel mercato unico ( cosa possibile secondo i vari trattati
europei). Mentre alcuni Paesi continuerebbero con l’Euro
e con la disciplina del “ patto di stabilità” ( bilancio in pareggio e
rapporto massimo debito/Pil al 60%), Italia ed altri Paesi dovrebbero creare un altro raggruppamento con una nuova moneta
unica, riacquisendo
così la propria “ sovranità monetaria”, ma restando legata per il resto ai
Trattati europei. Se infatti si osserva la storia dell’Italia si vede che il
nostro Paese tra il ’48 ed l ’80 si è sviluppato con una media da record del
mondo, come quella cinese, sul 6%. Tra l’’80 ed il ’92 la crescita del nostro Paese è decresciuta, è
diventata seconda in Europa, cedendo il primato europeo alla Germania. Com’è
possibile, si chiede il popolo del centrodestra, che proprio dal Trattato di
Maastricht in poi ( cioè dal ’92 in poi) l’Italia sia diventata quasi l’ultima
in Europa? La risposta che diamo è la seguente: perché abbiamo ceduto la
sovranità monetaria , perché ci siamo strozzati con le rigidità dei vincoli
dell’Europa. Noi non intendiamo seguire quella sorta di europeismo ipocrita ,
obbediente, servile , acritico dei vari Monti, dei Napolitano, dei Bersani, dei
Casini, etc. Vi sono economisti che ritengono questa critica fondata e
legittima. Cito l’ex Ministro Giuseppe Guarino
( vedasi il suo libro “ Euro, venti anni di depressione 1992/2012”) , un
europeista convinto della prima ora, addirittura da archeologia europeista
trattandosi di un politico oggi vispo e sveglio novantenne. Cito anche un altro
famoso economista, il Prof. Savona .
Rilevo tra l’altro, con stupore e con rammarico, come di questo “conflitto” ( fra Fiscal Compact e Trattato di Maastricht ) il
foltissimo gruppo di giuristi tedeschi, sempre così solerti ad adire la Corte
di Giustizia sulle norme europee quando fa comodo alla Germania, stiano zitti
zitti. E come mai anche per la “ centralizzazione “ della vigilanza bancaria i
giuristi tedeschi tacciono e s’oppongono dilatoriamente? Siamo pronti a confrontarci anche su questa
tesi. Di questi tempi sarebbe ora che se ne discutesse anche in Italia, non per
“ spirito antieuropeista” ma proprio per cercare di superare le evidenti lacune
dell’Europa attuale e per predisporre accordi per un Europa futura .Ma state pur
certi che né Bersani, né Vendola, né Casini, né Monti, né Napolitano, né i loro
prezzolati “madonnari” saprebbero darmi
una risposta nel merito. Forse, come al solito, solo qualche insulto.
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FACCIAMOCI DUE RISATE
Grande come Direttore d’orchestra, Daniel Baremboim è una frana come persona, un vero “ collezionista di gaffe”. Ricordo
come due anni orsono, in piena crisi
economica , con i tagli alla cultura adottati dal Governo di allora, per
protestare all’inaugurazione della Scala di Milano si mise a leggere l’articolo
3 della Costituzione Italiana che tutela il diritto al cittadino alla cultura
ed al sapere. Il cretinetti non aveva però tenuto presente che stava
smarronando e cazzeggiando davanti ad un Presidente della Repubblica, era
Giorgio Napolitano, il quale si presuppone che sia l’articolo 3 che tutta la
Costituzione conosca molto bene. Quest’anno, forse irritato dalla mancata
partecipazione del Presidente della Repubblica all’inaugurazione della Scala,
non ha voluto eseguire l’inno nazionale prima del “ Lohengrin” . L’ha eseguito
solo alla fine dell’opera e, è stato provato, dietro insistenti pressioni da
parte di Monti. Qualcuno deve dire , prima o poi, a Barenboim che la musica è
un mezzo di fratellanza mondiale, di diffusione di pace e cultura fra i popoli,
non un’occasione per dare sfogo agli isterismi di vecchi rimbambiti.
Topo Gigio , Herman Van Rompuy , l’ex maoista portoghese Manuel
Barroso e Her Martin Schulz , del quale neanche perdo tempo per informarmi.
Tre Carneadi ai quali, come
rappresentanti dell’Europa, Oslo ha concesso il Premio Nobel per la pace.
Guardate che si tratta della stessa Europa che solo per la pace, ci mancherebbe
altro, ha fatto la guerra in Libia, ammazzando migliaia di persone, ha
sostenuto le famose e fallite “ primavere arabe” in Egitto, Libia e Tunisia
nelle quali sono morti migliaia di
civili inermi . Davanti a questi tre “burocrati pidocchiosi rifatti” ( ma chi erano nei
loro Paesi? Nessuno!Chi li ha votati? Nessuno!) mi approprio delle parole, ciniche
e sfrontate , ma splendide , di Nigel Farage
, il leader indipendentista inglese che davanti al “ Topo Gigio e Grigio” Van
Rumpey, nell’aula di Bruxelles, davanti all’intero consesso, evocando il sogno di un’Europa guidata da un
politico globale, lo schiacciò come una
cacca apostrofandolo , guardando negli
occhi fissamente e spavaldamente, con un indimenticabile “ E invece, abbiamo te! Nulla di personale
ma hai il carisma politico di uno straccio dei pavimenti, hai l’aspetto e la
portanza di un bancario da sportello. Voglio chiederti una cosa: ma chi sei tu?
Nessuno ha sentito parlare di te in Europa”. Bene , ad Oslo,
hanno premiato tre così.
Roma, mercoledì 12 dicembre 2012
Gaetano Immè