“CHI CI STA CI STA “. P. L. BERSANI NON TROVA DI MEGLIO, AL
RISVEGLIO DALLA TRAMVATA RIMEDIATA ALLE URNE, CHE IMITARE EZIO GREGGIO. A
QUANDO, BERSANI, L’IMITAZIONE DI BOMBOLO O DI PIERINO VITALI?
Mentre “ tovarick” Napolitano
a votazioni concluse legge la
Costituzione italiana e s’avvede che non “ sarebbe stato
mai suo compito fare della politica e
commentare i risultati elettorali“ ( è lo stesso Giorgio Napolitano che ha impiegato
circa sei lustri per riconoscere che il
comunismo era fallito; lo ha fatto nel momento in cui ciò poteva favorire l’accordo
tra Monti e Bersani. Così, anche nel
caso del suo appello al voto. Il “basta la costituzione” poteva dirlo quando è
stato scaricato dalla gru del centrosinistra sul Colle ; mi avrebbe risparmiato
sette lunghi noiosi anni di ampollose ovvietà. Ha tolto le castagne dal fuoco
per Bersani togliendo la sovranità politica al popolo italiano per incoronare
il suo Richelieu Mario Monti pur di
evitare agli amici del centrosinistra di assumersi le responsabilità di governare
il Paese che essi stessi avevano evirato
del Governo. E adesso , fresco, fresco, un altro ravvedimento tardivo: dopo
aver allargato le sue competenze mettendo becco su tutto, “Commentare risultati
elettorali non è mio compito” dice.Ah si?) e se ne va di corsa a Berlino
ed a Bruxelles (
dove lo insultano e lo sbeffeggiano insultando l’Italia, gli italiani, Grillo e
Berlusconi sapendo di trovare una porta aperta e dove, finalmente, non può fare
a meno di reagire alle irrisioni tedesche ma solo pro Grillo, perché quando i tedeschi ed i francesi
irridevano gli italiani ed il Presidente
del Consiglio dell’Italia Silvio Berlusconi il nostro grandissimo Presidente
della Repubblica non ci pensò nemmeno a reagire, era distratto, stava organizzando
la caduta di quel Governo, era occupato ad organizzare il “ governo del
Presidente”, insomma, come si dice “ non c’era e se c’era era distratto” )
per render conto dei risultati elettorali dell’Italia (dopo aver passato tutto il suo settennio sul Colle per agevolare i suoi “ grandi elettori” del
centrosinistra , caterva di politicanti incapaci non dico di distruggere ma
neanche di scalfire Silvio Berlusconi ed il popolo del centrodestra, con opere,azioni ed omissioni che hanno
paralizzato e svergognato il Paese davanti
a tutto il mondo per vent'anni , arrivando persino a permettere ad un clown paranoico- che parla come Benito Mussolini , come Adolf
Hitler e come Joseph Stalin - di portare la sua ciurma in parlamento ) (roba da prendervi
a forconate! Compagni , per venti anni avete
ricoperto di infamia questa Nazione pur di abbattere il centrodestra e
Berlusconi e Napolitano, dopo tutti i danni che ha combinato per salvarvi dalle vostre
responsabilità già nel 2011 , adesso finge di non parlare, ma va dalla Merkel forse per imitare Mario Monti dicendole “
missione compiuta. S’accomodi, l'Italia si compra con mille marchi
“), nel nostro Bel Paese urge intervento di rianimazione, defibrillatore del
cervello compreso,per tutto il centrosinistra ,per i suoi deliranti fan e per P.L. Bersani . Ci sono chiari
segnali di una totale amnesia , di profondo stato di schizofrenia acuta, di perseverante
e severo stato di incoscienza cerebrale per tutti costoro. Per i tifosi, che si
illudono di aver trovato chissà quale “ verità nascosta” e, istigati dal solito
porta iella Scalfari e dai suoi sicari armati di biro ,parlano di “ debacle”
del PDL e di vittoria del P.D. Roba ma manicomio criminale. Per il Segretario P.L. Bersani, ormai ridotto
a pubblico zimbello nazionale, che , inarrivabile, non ha trovato di meglio ,
grazie ai suoi beoti spin doctor, che arrivare perfino ad imitare Ezio Greggio,
con quel suo incredibile “ chi ci sta ci sta” che è pari pari la frase emblema
di “Striscia la notizia” “ chi c’è, c’è”.
A quando, P.L. Bersani, l’imitazione di Pierino Vitali o del povero Bombolo?
Impresa ardua far ragionare il popolo del centrosinistra, ma
ci provo, anche se suppongo sarà fatica
sprecata.
Vediamo i numeri elettorali. Cari elettori “ de sinistra”, ha votato
il 75% degli aventi diritto,
cioè un italiano su quattro è un “ astenuto”. Significa che il partito degli
astenuti vale, in Italia, il 25% del corpo elettorale. Da dove provengono
questi astenuti? Non certo dalla sinistra, nota per la sua militanza, per la
sua obbedienza militaresca al richiamo
del partito, ma dal centrodestra, il cui popolo è notoriamente pervaso
dall’indecisionismo e dall’astensionismo. Diciamo pure che , pro bono pacis,
questo 25% sia riferibile all’area PDL per
¾ ed a quella del PD per un quarto. Ora
siccome entrambi gli schieramenti hanno riportato, circa, il 30% di consenso ma
dei “ votanti” , ciò significa che entrambi sono stati votati circa dal 22%
degli elettori. Pertanto il PD ha una sua area di consenso, fra votanti ed
astenuti, del 28%, mentre il PDL
raggiunge, sempre sommando votanti ed astenuti, il 40%. Nel mese di Novembre
del 2011, quando si dimise il Governo Berlusconi, quando nello scorso 2012 si
tennero le vostre “primarie” tutti gli opinionisti, il vostro stesso Partito, i
vostri giornali di riferimento, istituti demoscopici e vorrei malignamente
anche aggiungere molte Cancellerie europee, assegnavano al centrosinistra
percentuali bulgare di consensi , assai
vicine e per il solo P.D. al 38/40%. A sua volta il centrodestra può
vantare un’area di consenso analoga del 40%, come sempre, fin dal 1994. Insomma
cari signori “ de sinistra”, invece di additare una inesistente pagliuzza negli
occhi del centrodestra – che ha confermato il proprio consenso – pensate alla
trave che avete infilata nei vostri occhi, perché solo un cieco totale non
s’avvede che il centrosinistra ha perso per strada un bel 10% abbondante del consenso
che vantava da Novembre 2011 e poi durante tutta questa campagna elettorale .
Il Grande Sconfitto di queste elezioni politiche è il P.D., che ha
iniziato la lunga rincorsa verso il proprio suicidio politico fin dal quel lontano 25 ottobre 2009 quando le primarie interne avevano ratificato
l’accordo fra i capi corrente, nel chiuso della sola nomenclatura che contava e che conta ( Bindi
,Marini, D’Alema, Fioroni, Letta, Fassino, ect) ed assicurarono a Pier Luigi
Bersani la Segretaria politica del Pd.
Da allora, gliene do volentieri atto, l’uomo di Bettola, il comunista cresciuto
a “ pane e Unità “ ha lavorato scientificamente, caparbiamente,
orgogliosamente, con i suoi valenti consiglieri, per la propria disfatta
politica. Repetita juvant, dopo
Veltroni. Ripercorrerne sommariamente i passaggi nulla toglie alla clamorosa
rimonta del centrodestra di Berlusconi, popolo silente dato grossolanamente ,frettolosamente
ed anche arrogantemente per morto e sepolto da avversari, amici, alleati e “scienziati
vari della politica” : ma certo aiuta a capire come l’artefice principale della
vittoria del centrodestra - a parte lo stesso Berlusconi - sia stato proprio
lui, il Grande Sconfitto, P.L. Bersani ed i suoi Goebbels, l’uomo della
tradizione comunista.
Per
anni, ancora sedotto dal richiamo del compromesso storico che finalmente
liberava il suo PCI dal “patto ad escludendum”, P.L. Bersani
ha pervicacemente rincorso l’accordo con l’Udc di Casini tenendosi stretto a
Vendola, nel tentativo di costruire una coalizione capace di conquistare i voti
moderati ma senza capire che i veri moderati
, liberali , democratici e laici, pretendono
politiche laiche, liberali e riformiste e non vecchiume politico marcio e
deleterio come la subalternità alla Cgil - distrutta dalle sconfitte e dalla
storia oltre che dall’isolamento - e il corteggiamento di rito vetero
democristiano di Casini e della vecchia
DC di sinistra . Non solo: Bersani ha flirtato a lungo persino con Antonio Di
Pietro, abbandonandolo soltanto quando gli attacchi scomposti dell’ex P.M. al
capo dello Stato nonché la sua ormai svergognata
ed indifendibile personale patrimonializzazione immobiliare, tutta pagata con i
soldi dei” rimborsi elettorali” che lo Stato avrebbe dovuto pagare
al partito IDV (col suo codice fiscale) e non all’associazione IDV di Antonio Di
Pietro ( che ha altro e diverso codice fiscale)e come truffaldinamente è sempre
accaduto dal 2001 fino a ieri – cosa peraltro nota a tutto il mondo umano meno
che al P.D. ed a Bersani evidentemente - hanno spinto perfino Giorgio Napolitano, per disperazione, ad imporre all’imbambolato Bersani la scelta drastica di mandare Antonio Di Pietro a
quel paesello. Poi sono arrivate le
dimissioni del Governo Berlusconi del
novembre 2011: alle quali il P.D. aveva alacremente contribuito senza sosta , insieme alla scissione di Fini, dimissioni che però
erano state avvolte – dal Quirinale, dal centrosinistra, dalla grande stampa
organica, dai poteri forti bancari, dalle lobby finanziarie - nella ingannevole carta di una crisi finanziaria del nostro debito pubblico (per
ora e solo per ora nulla cale stabilire
se la crisi fosse vera, o orchestrata e pilotata da qualche Banca e da qualche
Cancelleria europea d’accordo con svariati personaggi italiani, sia
istituzionali che politici che del quarto potere). Quello che conta è che , alla
caduta del Governo Berlusconi , il nemico pubblico numero uno del
centrosinistra, il P.D. e Bersani . i grandi sconfitti, non hanno avuto il
coraggio e la responsabilità di fare l’unica
cosa che il leader di un centrosinistra
- accreditato inoltre in quel momento di
un consenso in quel momento strepitoso -
responsabile e sicuro delle
proprie ragioni avrebbe fatto: chiedere, e ottenere, dal Capo dello Stato, le
elezioni anticipate. Al contrario, il centrosinistra bersaniano ha mostrato
indecisione, titubanza, forse spavento per le responsabilità che avrebbe dovuto
accollarsi ed ha così indotto l’amico del colle , per togliergli le castagne
dal fuoco, a fare il Re Sole nel 2011 , a “scegliere con bolla reale ” Mario Monti che P.L. Bersani ha poi accolto senza
nemmeno fiatare, addirittura a braccia spalancate
come un salvatore (salvo poi in Parlamento recitare l’unica parte che si addice
al centrosinistra: quello di sabotare con
mezzucci da palazzo e da regolamenti le riforme liberali), s’ è acquattato e
nascosto nella strana maggioranza
dell’ABC , irritando il già di suo isterico alleato Vendola, impaziente di
veder risolti non certo i veri e
contingenti problemi dell’Italia quanto la sua personale fissazione ormonale di potere “sposare il suo
uomo”ed ha così dimostrato agli elettori italiani, alle Cancellerie europee ed
al mondo intero di non essere in grado di affrontare a viso aperto e nei tempi
giusti, né lui né questo P.D., le
responsabilità di governo.
Ma è soprattutto con il rottamatore Matteo
Renzi che il P.D., P.L. Bersani ed i suoi sopraffini consiglieri
( alcuni anche premiati da P.L. Bersani con seggi senatoriali, come se questo
Parlamento fosse il Pantheon dei camerieri ) hanno compiuto il loro capolavoro , la loro vera e propria “ opera
d’arte”. I quattordici mesi di Monti dovevano servire ai partiti soprattutto ad
un ormai datato Pd, per rinnovarsi, per produrre
nuove , diversificate e moderne proposte politiche per un
elettorato sempre più insofferente e disgustato sul quale stava facendo,
proprio per questi motivi, presa Beppe Grillo. Il sindaco di Firenze avrebbe
rappresentato una rottura epocale con la
grigia tradizione del Pci – Pds – Ds - Pd ed anche con l’intera Seconda Repubblica che il PD
aveva totalmente sacrificato e sprecato alla vana ricerca dell’eliminazione fisica e
politica del nemico politico, del
centrodestra e dei suoi leaders, usando mezzi estranei alla politica, più che a modernizzare ed a
raffinare la propria offerta politica.
Se Renzi avesse trovato accoglienza nel P.D. avrebbe sicuramente sconvolto il
panorama politico nazionale , sotto ogni aspetto , sia in termini anagrafici, che politici,che culturali ed avrebbe facilmente raccolto un ampio
consenso trasversale. Diciamolo francamente: con quel Matteo Renzi vincitore
delle primarie della sinistra Berlusconi sarebbe praticamente scomparso, Mario
Monti non sarebbe mai esistito e Grillo
con ogni probabilità avrebbe preso si e no un decimo dei voti che oggi ha. Con un tale asso in
mano, anche un dilettante allo sbaraglio
sarebbe riuscito a vincere il campionato. E invece che ti combinano Bersani, la
nomenclatura di sinistra e i loro grandiosi “ spin doctor” che l’hanno guidati?
Blindano le primarie con un regolamento uscito da una
riunione alla Lubianka che, di fatto,
impedisce di votare agli elettori meno seguaci ed obbedienti al partito e al suo tradizionale apparato. Il
risultato delle primarie diventa ridicolmente scontato: e, infatti, Bersani
vince le sue primarie con i voti dei suoi seguaci ma senza i voti degli
italiani. I quali però domenica e lunedì scorsi a votare ci sono andati. Eccome!
L’immagine con cui quindi P. L. Bersani ed i suoi intelligentissimi
consiglieri hanno presentato il PD è stata quella dei Progressisti di Occhetto
del ‘94, quella di un’armata di pifferi che
andavano credendo di suonarle e che furono invece bastonati. per non scomodare
paragoni col Fronte popolare di
Togliatti dell’immediato dopo guerra : una sinistra tutta sinistra
veterocomunista, legata al cappio del sindacato più intransigente e cocciuto la Cgil di Landini e Camusso ,
trincerata alla inutile difesa di un lavoro dipendente già da sempre super protetto
e super tutelato, conservatrice e ormai “ culo e camicia” con i potentati
bancari (con i quali era ormai diventata quasi una “ collega”), finanziari,
assicurativi nelle politiche sociali, economiche e istituzionali. Come se vent’anni
di Seconda repubblica non ci fossero mai stati. Imprigionati nella gabbia antica che si
sono costruiti in questi tre anni, i
Grandi Sconfitti hanno messo poi la ciliegina finale sulla torta conducendo una campagna elettorale vergognosamente
improntata alla affannosa rincorsa delle proposte berlusconiane. «Noi non facciamo
promesse», andava dicendo P. L. Bersani da ogni schermo televisivo
( salvo poi farle lo stesso, meno apparenti
di quelle di Berlusconi che però lo anticipava costantemente ), e
intanto spiegava che la vittoria della sinistra era ormai certa, che l’Europa
non attendeva altro che l’accordo con Monti in un modo o nell’altro si sarebbe
fatto e che chi osava mettere in
discussione questi fatti era un populista, un demagogo e un imbroglione. La
solita brodaglia buona per la milizia comunistoide , quella che s’accontenta e
che gode leggendo Repubblica o L’’Unità . Come invece è andata, oggi lo
sappiamo bene . Ora P.L. Bersani,davanti al riconoscimento di “ dover formare
un Governo” pur avendo perso le elezioni prova anche la carta ,peraltro
ignominiosa e da irresponsabile, di non
mettere in primo piano, appunto, la responsabilità nazionale, con quel suo
ridicolo, greggi esco “ chi ci sta ci sta”. Signori “ de sinistra “ , o ci
dite una buona volta che cosa volete fare da grandi , se volete allearvi con il
M5S, oppure con il PDL, oppure con entrambi, oppure fare un governo di minoranza
( altra megastronzata galattica, questa!), oppure agevolare la nascita di una
sorta di Monti-bis, oppure levatevi dai piedi e portate i vostri libri
contabili in Tribunale e sparite dalla scena.
Anche i grandi spin doctor del P.D., magari anche
premiati con seggi senatoriali per aver combinato questo tracollo , forse se ne
saranno resi conto, spero.
Se Silvio Berlusconi ed il suo governo democratico eletto nel 2008
fu indotto e forse anche costretto da Giorgio Napolitano a
dare le dimissioni per il bene del Paese nel novembre del 2011 ( perché l’Europa e la speculazione bancaria
– ma specificamente Merkel e Sarkozy
– non ritenevano lui e quel suo Governo
in grado di salvaguardare non solo l’Italia dal minacciato tracollo finanziario
del famoso spread ma anche la politica
monetaria dell’Europa nel suo complesso); se Mario Monti è stato prescelto
dal Capo dello Stato nell’ottica, ( che resta sempre un atto costituzionalmente riprovevole
perché monocratico) di garantire all’ Europa ed alla speculazione bancaria un Governo che garantisca
entrambi quei poteri la assoluta obbedienza del nostro Paese alle loro pretese,
senza alcuna possibilità di dissenso e di dibattito, io mi chiedo allora cosa
diavolo mai sia andato a raccontare oggi Napolitano a Bruxelles ed a Berlino, cene
ed offese a parte. Perché non ho sentito nessuno, fin’ora, dire un’altra delle
tante verità nascoste di queste elezioni: il rifiuto totale, completo, assoluto
da parte della stragrande maggioranza assoluta del popolo italiano sia dell’Euro che di questa Europa a trazione e
dominio germano centrico. Se anche lo stesso Vendola, anche per quel trascurabile
che ormai conta , suona la campana a morte per la speculazione bancaria e per
l’Europa germano centrica, il centrosinistra e P.L. Bersani, Napolitano ed
anche Monti, oltre alla loro disfatta elettorale, subiscono anche un’ulteriore
disfatta clamorosa ma prevedibile: la stragrande maggioranza degli italiani ( dunque M5S 23%,
Vendola 3%, centrodestra 30% più una quota degli astenuti pari almeno al 5%
sommano la bellezza di un 68% degli italiani contrari a questa Europa e
contrari all’Euro) boccia e rifiuta quello che centrosinistra e
Bersani invece propugnano: di seguire il Prof. Monti nella sua politica di
austerità per ottenere uno strapuntino
alla corte delle lobby bancarie per l’Euro ed alla tavola dell’Europa germano
centrica. Cosa mai resti del fantomatico programma costruito da Fassina e dal centrosinistra,
a questo punto, proprio non saprei, se non le consuete richieste di super
spremute di tasse , delle solite rapine sui soliti ricchi, sull’inasprimento
dell’IMU per il ceto medio, insomma la
solita paccottiglia degli anni sessanta ma del secolo scorso.
Ma siamo sempre nel teatrino di “ grand’Italia”.
C’è gente del P.D. che festeggia il suo nuovo impiego: quello di Senatore. Vuoi
mettere che bella paga, che privilegi, che prestigio, che vitalizio, che
fortuna. Tanto, mica tutti sono al corrente dei veri motivi per cui tanti
grandi paraculi sono stati prescelti dai segretari di Partito. In un Paese di
gente normale, ai Grandi Sconfitti ora non resterebbero che le dimissioni. In un
Paese “ normale”.
============================
Roma, giovedì 28 febbraio 2013
Gaetano Immè