DE BELLO ITALICO
Italia
est divisa in partes quater:quarum una incolunt
M5S et altera PD. Solamente la terza forza politica, il PdL, aveva dato
la sua immediata disponibilità ad un Governo di larghe intese, ma solo con il
P.D. superando, per il bene supremo dell’Italia, ogni conflittualità politica
con la controparte e così ottenendo anche l’emarginazione politica del M5S. Il
P.D. invece , con evidente menefreghismo dell’Italia, vorrebbe governare con il
M5S, il quale si trova incredibilmente legittimato politicamente e che , non
ostante tutto, rifiuta ogni proposta per cercare di restare fedele al proprio
essere “ contro il sistema” . Davanti a una tale dose di irresponsabile arroganza
da parte del P.D. ormai il PdL non può far altro che considerare decaduta la propria “offerta politica per il
bene supremo del Paese “ e –preso atto della smodata pretesa del P. D di giocare all’ “ asso piglia
tutto “ , da ieri chiede l’immediato ritorno alle urne in caso di insuccesso dell’incarico
a Bersani. Ma “governo di minoranza” e “ maggioranza variabile” sono solamente due pure “contraddizioni in
termini”, due ossimori, due ipocrite pecette,
due rattoppi inventati dal P.D. che servono solo a preannunciare la loro
imminente immonda campagna acquisti di transumanti
grillini sparsi, affamati , avidi ed ingordi. Qualche voce sussurra che Bersani
stia trattando addirittura con la Lega Nord, quella che fino a ieri criminalizzava
come “ una bestemmia separatista” e poi diventata , per la stessa sinistra, nel
giro di pochi giorni del ’95 nientemeno che una “ vera costola della sinistra”
e che il socio di maggioranza della Lega, cioè il PDL, abbia dato la propria
disponibilità all’accordo fra Lega e P.D. su un loro Governo a patto di ottenere il Capo dello
Stato e Federalismo. Sono “voci” da qualche “ sen fuggite” dunque ad oggi, per
il P.D. e per Bersani stesso non esiste altro che il M5S, costi quel che costi.
A sua volta il M5S si rifiuta di collaborare con qualsiasi partito ed anzi, col
suo 25% pretende e reclama addirittura di Governare da solo. Vedremo gli
sviluppi di questa piece teatrale
Come succede che “ gli estremi si attraggano “ – chi potrà
mai dimenticare, come illuminante esempio , l’inverecondo oltre che ridicolo
spettacolo di quei giorni del ’93 quando i compagni comunisti non mostrano alcun schifo
né repulsione nel mischiarsi fisicamente
con i camerati fascisti per fare bella mostra del loro comune giustizialismo
forcaiolo contro il PSI craxiano – accade così che oggi il P.D. faccia la corte
ad un M5S che è un “ semifascismo in incubazione ”, una forma di sua lenta,
strisciante ,surrettizia restaurazione. Molti punti accomunano il M5S ai fasci
mussoliniani – mutatis mutandis - , direi troppi. Innanzi tutto la basilare “
avversione al sistema”: così come il fascismo iniziò la sua cavalcata verso il
regime inveendo contro il sistema dei
partiti deboli e corrotti , così anche il M5S segue la stessa via . La sua
opposizione al “ sistema dei partiti” è poi così radicale da rifiutare persino
l’uso della normale dialettica politica, preferendo la via criptica del web
alla via tradizionale, quella che pone sempre il popolo come ultimo decisore
politico. Inoltre il M5S risulta quasi inaccessibile alla popolazione, accetta
solo connessioni via web, organizza riunioni più che altro di tipo carbonaro riservate agli addetti ai lavori, cela –
qualora lo abbia – il programma politico , rifiuta il confronto politico sui
contenuti , costruisce buona parte del suo consenso sulle invettive e sulle
minacce. Anche il decisionismo del M5S è più orientato al fascismo che ad un partito politico di un sistema democratico. Infatti
ogni partito politico italiano non solo partecipa al sistema democratico e
parlamentare, accettandone le regole, ma addirittura presenta in Parlamento
progetti politici passati prima al vaglio della base del partito stesso. Così
non è nel M5S dove vige invece il dominio dell’ “uomo solo al comando” che, più
che Fausto Coppi, ricorda il principio totalitario comune sia ai regimi
totalitari di ogni risma. C’è poi l’aspetto “ antipolitico” che nei partiti politici
assume forme progettuali,più o meno incisive , di ridimensionamento e di
riduzione delle persone e dei costi della politica , ma mai assume la forma
viscerale, virulenta, rabbiosa, iconoclasta del M5S che non pretende solo di “
abbattere il sistema dei partiti”- e cioè ogni sistema parlamentare – ma di
sostituirlo con una forma spacciata per “democrazia diretta” della quale ,però,
nessuno finora, ha capito qualcosa. Lungi da me ogni pretesa storica, sono solo constatazioni guidate da elementare buon
senso. Riflettevo poi anche su un’altra strana coincidenza: sugli ebrei,il cui olocausto è un altarino
della resistenza tanto cara alla sinistra , adorati, venerati, dal P.D.
Oggi invece gli ebrei sono improvvisamente diventati null’altro che “ persone
che devono andare in Israele e rimanerci”.Questo pensa il popolo del P.D. , costretto a correre dietro al M5S per
accaparrarsene un minimo di consenso. Sconfessando dunque un “must” della
cultura “ de sinistra” sulla shoa e sugli ebrei, questo è diventato l’atteggiamento
del “ popolo di sinistra” verso gli ebrei, queste sono le loro repliche alle esternazioni del Presidente ebreo Riccardo Pacifici sul M5S che, a sua detta, li
spingeva verso l’emigrazione. Un P.D. costretto ad umiliarsi ad una logica da
mafiosi: così come “ l’amico dei miei amici è amico mio”, anche “ l’avversario
del mio amico è un mio nemico”.
Dov’è il bene del Paese nella scelta del P.D.? Dove ci porta la
scelta di Bersani? E’ quella che s’intravede l’ “Italia giusta” strombazzata da
Bersani , è mendicare qualche voto da un
movimento para fascista il bene del Paese? E’ forse bene del Paese
legittimare politicamente il M5S quando questo movimento dichiara la guerra
aperta al sistema democratico parlamentare? Ma dove l’avete la testa? Nella vostra ingordigia di potere ? Tutti
ricordiamo Bersani, come un lupo ingordo travestito da agnello, in campagna elettorale giurare,
belando, agli italiani che “una volta vinte le elezioni anche con il 60% dei voti,
avrebbe governato come se avesse avuto il 49% dei voti “ ed oggi
lo stesso Bersani, che ha ottenuto un misero 30% vorrebbe invece giocare, come
si dice, all’ “ asso pigliatutto”, vuole Camera, Senato, Colle e Governo, come
se avesse vinto le elezioni con l’80% dei voti. Questa allora, questa via di
Bersani e del P.D. è la via della sfrenata faziosità, della demagogia arrogante ,
dell'ottusità intellettuale , del muro contro muro, del guerreggiare senza
costrutto. Hai avuto la maggioranza e va
bene . Ma allora forma un governo e
rispetta l'opposizione invece di sognare decreti leggi di natura staliniana per eliminare l’avversario politico che sbarra
la strada ai tuoi deliri di onnipotenza tirannica. Non trovi questa maggioranza
? Allora fa' una grande coalizione con l'avversario di ieri, con l'altro grande
partito che ha preso praticamente i tuoi stessi voti, sei obbligato dalla
logica, dalla situazione effettiva in cui si trova il tuo Paese, dall'orientamento
ovvio dell'opinione europea e italiana , dal più elementare senso della
democrazia e dal basilare rispetto per il popolo sovrano a favore di soluzioni
per quanto possibile stabili, che abbiano fondamento in un vero consenso.
Bisognerebbe poi riflettere
bene su questa capitolazione improvvisa, su questa resa senza condizioni al
«nuovo che avanza» da parte di un partito che del primato della politica ha
fatto per novant'anni la sua bandiera. I politici, per il Pd, sono oggi
diventati impresentabili. È sufficiente essere stati in Parlamento per finire
nel campo di concentramento virtuale in cui Bersani ha deciso di rinchiudere
tutti i dirigenti del suo partito, a parte se stesso, naturalmente.
Il metodo Boldrini -
Grasso, sperimentato al secondo giorno di legislatura sembra destinato a fare
scuola: mai in nessun Parlamento del mondo sono stati indicati come presidenti
due onorevoli appena eletti, che in vita loro non hanno mai fatto politica.
Nei nomi che circolano per
il governo Bersani di politici non c'è traccia. Il team
cui starebbe pensando Bersani è una summa del “politicamente corretto”, un monumento
alla kultura radical chic, un’ode servile ai
fighetti che da trent'anni s'impancano su inesistenti cattedre di morale e di civismo, manca solo
Saviano e Flores D’Arcais . È il governo di
sedicenti e presunti “ottimati”, gente
fedele, prona e servile al “ partito”, gente per la quale la politica è sempre sporca e cattiva e il
potere, invece, si eredita per appartenenza castale, per servile encomio, per
familismo, per frequentazioni esclusive, per cooptazione . Mentre un ex Presidente della corte costituzionale, messo
a capo dello Stato, potrebbe ` anche avere un senso, almeno per i compiti insiti nel ruolo che dovrebbe
ricoprire,non si capisce bene quale posa essere “ il valore aggiunto” apportata da certi "righetti certi
complottasti da salotto.“
Bersani crede e spera che gli italiani si possano governare attraverso un grande accordo, dissimulato,
antidemocratico, con l’establishment, con i soliti “ poteri forti”
italiani ed europei. L’idea che un Paese si possa guidare attraverso il
consenso delle corporazioni, è tipica dei regimi totalitari , fascismo,
comunismo, nazismo, regimi totalitari e disumani che nulla hanno a che fare con
il nostro sistema democratico occidentale . Insomma, Bersani sta bruciando il
suo tempo sull’altare di una liturgia antica ed inutile. Qualcuno spieghi a
Bersani che mentre il consenso si ottiene durante la campagna elettorale, il
voto di fiducia lo si raccoglie in Parlamento. Che belare, in campagna
elettorale, “ una volta vinte le elezioni anche col 60% dei voti, governeremo
come se avessimo ottenuto solo il 49% dei voti” è propaganda, ma che poi , nel
concreto, prendere solo il 30% dei voti e pretendere di comandare il Paese , di
prendere tutti i posti istituzionali, come se avesse vinto con l’80% dei voti è
da criminali. Le consultazioni con i sindacati di Bersani sono la fotografia di
quel piccolo mondo antico di notabili
che si tenevano a vicenda. Roba da Principe
di Salina, roba da due secoli fa. E che dire ,poi, di quel suo vociare
scomposto promettendo il ridicolo ddl sull’ineleggibilità di Berlusconi? Bersani
si è messo alla guida di una pattuglia di dementi e di falliti ( da Flores
d’Arcais, all’immancabile Saviano, alla Spinelli Barbara, alla sempreviva
Margherita Hack, al piccolo drappello dei “ parenti di”, ai vampiri
“repubblicones “ ed ai frequentatori di Palasharp dove violentano bambini
minorenni nella mente),tutta gente assetata del sangue berlusconiano, ormai alla
disperazione ed alla frustrazione più
complete, promettendo la mega stronzata
che una legge del 1957, quando la Televisione neanche esisteva, già esaminata
dalla apposita “ Giunta parlamentare “
nel 1994 e nel 1996 e sempre definita “inapplicabile” a Silvio Berlusconi, possa
permettere ad un Parlamento democratico di trasformarsi in un miserabile
plotone d’esecuzione ai suoi ordini e
fucilare alla nuca, al suo comando, Silvio Berlusconi . A questo serve dunque la
sua squadra da sogno e da esecuzione? Se Bersani davvero pensa che i problemi
dell’economia, dello sviluppo, dell’occupazione e del suo incarico si risolvano
con la sfilata delle forze sociali, promettendo l’omicidio di Silvio
Berlusconi, , mi viene da piangere.
Che
Bersani ed il P.D. si facciano poi intimorire , condizionare e ricattare dai malamente
dissimulati interessi economici ed
egemonici del gruppo editoriale “Espresso-Repubblica
“o dalle grossolane e
demenziali mistificazioni del Diritto degli ipocriti da Palasharp è uno
scandalo, una schifezza politica, la dimostrazione di una sudditanza senza
rimedio. Il Pd si dovrebbe vergognare di
sé stesso, e il suo supposto leader sacrifica il bene del Paese al proprio
interesse personale anche se provvisorio, Il guaio vero è che l'incarico a
Bersani serve solo a prendere tempo per preparare al meglio la partita vera che
si giocherà il 15 aprile, quella per il Quirinale Perché non si capisce bene come possa un
governo di minoranza, privo dei voti necessari alla propria sopravvivenza, nel
giro di qualche mese realizzare la riforma elettorale, compiere la riforma
istituzionale (fine del bicameralismo, dimezzamento dei parlamentari, riduzione
dei costi della politica, ecc.) e , contemporaneamente, varare tutti i
provvedimenti necessari per far uscire il paese dalla recessione economica e
dalla disperazione sociale. Il grande cambiamento del Paese imbalsamato che non è riuscito all'epoca della democrazia
bloccata e del regime consociativo fra D. C. ed il PCI, che è miseramente fallito
durante il compromesso storico, che è sfumato negli anni '80 e che poi, negli
anni della Seconda Repubblica non è
stato realizzato né dal centrodestra né dal
centrosinistra, dovrebbe invece sgorgare miracolosamente dall'azione di un Governo che non sa nemmeno dove trovare i voti
necessari per il primo voto di fiducia ?
==============================
LA FIGHETTA MARCHIGIANA ED IL
FIGHETTUME ITALICO
Ora è ufficiale, c’è una nota dell’Ansa: Laura Boldrini ha scelto il trombato Roberto Natale come portavoce e la “ figlia di papà “ Valentina Loiero (figlia di Agazio Loiero ) come responsabile della comunicazione. Tutto previsto dalla “Velina dei Portaborse “, il foglio fino a ieri diretto da Pier Ferdy Casini, il massimo esperto mondiale di nomine “ricicla – vip”.
Ma la scoperta di oggi è che il potente politico calabro ex dc poi passato al Pd, Agazio Loiero, già governatore della Calabria, era entrato in azione a sostegno della figlia anche pubblicamente, solo quattro giorni fa, con una potentissima leccata preparatoria alla successiva fellatio alla Boldrini, datata 16 marzo, casualmente il giorno dell’elezione della presidente di Montecitorio: “A Laura Boldrini, che molti italiani hanno conosciuto oggi nel suo straordinario discorso d’insediamento, formulo i miei più cari auguri di buon lavoro. Un impegno significativo, degno del suo talento e della sua intelligenza, giustamente dedicato soprattutto agli ultimi della terra e alle loro sofferenze, che la neoeletta Presidente della Camera, ha sempre difeso. Di lei mi piace ricordare il prezioso contributo che diede alla Legge regionale per l’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati, votata su mia proposta”, e giù fellatio su fellatio. E’ proprio vero! Cos’è che non si fa per sistemare i figlioli!!!!!!
Ma il corteggiamento alla Boldrini è roba di lungo corso. Già dal 2009 Agazio Loiero si sperticava in lodi per la Boldrini: ”La Calabria e i migranti hanno avuto modo di apprezzare l’estrema umanità e il totale impegno di Laura Boldrini, portavoce dell’Unhcr, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. E nel momento in cui il settimanale Famiglia Cristiana la indica come l’italiana dell’anno, gioiscono per tale riconoscimento”. Acciderba che servile encomio! Pare di leggere il Prof. Miguel Gotor su Repubblica ,l’ inarrivabile lecchino di Monti e di Napolitano!
Bene, ora lo sapete tutti : l’alto commissariato per i Potenti e i Trombati ora ha sede a Montecitorio. E’ il “ nuovo che avanza”, è “l’Italia giusta”, è “ la smacchiatura del giaguaro” di P.L. Bersani, cari signori!
=============================
METTERE PRODI AL COLLE ? COME
METTERE DRACULA CUSTODE ALLA BANCA DEL
SANGUE.
Va
bene che la sedia del Colle è ormai come
una poltrona di sala d’aspetto di una stazione ferroviaria , ci si siede chi non si sa dove sbattere e ne ha viste
di chiappe indegne di essere depositate su quella poltrona dove dovrebbe
sedersi un Presidente di tutti gli italiani e non un uomo di parte, ma solo a sentir parlare di Romano Prodi, giuro,
mi sbellico dalle risate. Settimane fa, si sbilanciò per lui il Corsera, il
foglio dei “poteri forti”. D’altronde come dimenticare che Paolo Mieli, allora Direttore del Corsera, nel 2006 lo candidò a Palazzo Chigi? Dunque, un riassunto breve delle puntate
precedenti. Tifano per Romano Prodi al Colle non solo il famoso “
cerchiobottista” ed ex “ terrorista di Prima Linea” Paolo Mieli, ma anche due esempi del più putrido fighettume
giornalistico, come Enrico Mentana ( “
‘ndo se magna io vado”) e il fintopensoso Gad Lerner ( “ un uomo chiamato
coniglio”). Ancora
mancano i report delle “profezie” dei professionisti “ degli appelli” , tipo l’Otelma
di Caserta, al secolo Saviano Roberto, “l’uomo che parla con Dio” , al secolo il venerando Eugenio Scalfari , ma le loro inclinazioni prodiane sono arcinote.
L'episodio che lo rese
famoso è la seduta spiritica del 2 aprile del 1978, avete proprio capito bene:
una seduta spiritica. Pensate: Aldo Moro era stato rapito da
sedici giorni e Prodi , con altri amici,
si trovava nel rustico del collega Alberto Clò, in località Zappolino, trenta
chilometri da Bologna. Con i bimbi in giardino e le mogli in cucina, gli uomini
si chinarono sul classico tavolinetto tondo delle sedute spiritiche, chiesero
dove fosse tenuto prigioniero Aldo Moro e, miracolo!, gli spiriti risposero: Gradoli. Munito di una
faccia tosta da spavento, Romano Prodi si precipitò a Roma nella sede Dc di
Piazza del Gesù, per comunicare il responso dell'Aldilà. Non sto scherzando,
pura verità. Causa equivoci, gli inquirenti finirono a Gradoli, un paese
laziale, anziché nella romana via Gradoli, dove effettivamente Moro era
incarcerato. Vi giunsero solo giorni dopo, col covo ormai vuoto e la sorte del
prigioniero segnata. Ma ciò che conta, è che l'informazione degli spiriti era buona. Come l'aveva veramente avuta Prodi?
Lui ha sempre giurato sulla seduta spiritica. Tutti sono invece convinti che si
sia inventato un paravento per coprire un tizio in carne e ossa. I più - da
Andreotti, al ds Pellegrino, all'ex vicepresidente Csm, Galloni - pensano che
la soffiata venisse dai collettivi universitari bolognesi o da Autonomia
operaia, ossia tipi vicini alle Br. Da 35 anni, Romano Prodi convive con questo sospetto. Nessuno finora lo
ha preso per la collottola, l’ha sbattuto al muro ingiungendogli di dire il
vero. Dormono le autorità, ronfa la stampa libera e bella e le illazioni infittiscono. L'ultima, del
2005, è che ci sia stato lo zampino del Kgb. Visto come la sua Nomisma era
dentro il KGB sovietico tanto da consentirgli di far ottenere l’appalto per la
informatizzazione del KGB all’Olivetti dell’amichetto Carlo De Benedetti, non stento
a crederci
Seduta
spiritica a parte, di connessioni tra Romano e spionaggio sovietico si è
supposto molto nell'ultimo decennio.
Primo a parlarne, nel 2006, fu un eurodeputato britannico, Gerard Batten.
Stando a costui, l'ex agente dell'Urss, Alexander Litvinenko (poi ucciso col
polonio dagli ex colleghi) gli avrebbe rivelato che «il nostro agente in Italia
è Romano Prodi». Colma la lacuna, una seconda testimonianza che in parte
conferma e in parte attenua questo imbarazzante passato prodiano. Un altro ex
Kgb, Oleg Gordievsky, in un'intervista al senatore Paolo Guzzanti, già
presidente della Commissione d'inchiesta Mitrokhin, disse: «Non ho mai saputo
se Prodi fosse o no reclutato dal Kgb, ma una cosa è certa, quando ero a Mosca,
tra il 1981 e il 1982, Prodi era popolarissimo nel Kgb: lo trovavano in
sintonia dalla parte dell'Unione sovietica». Dunque, se non agente, perlomeno
simpatizzante del paradiso socialista in anni in cui Romano era già stato
ministro (1978) e assumeva la guida dell'Iri (1982). Quanto ci sia di vero, è
impossibile dire. Sconcerta però che Prodi
ed anche la magistratura non abbiano fatto nulla per diradare queste ombre. Lui tace, ma l'effetto
è di lasciare se stesso in balia di sconcertanti interpretazioni.
Ora, si è aperto il capitolo Cina. Romano, dopo la delusione per la
cattiva prova del suo ultimo governo (2006-2008), ha rivolto l'attenzione al gigante orientale. Da anni, è
più a Pechino e Shangai che a Bologna. Tiene corsi alla scuola del Partito
comunista, è popolare mezzobusto nelle tv locali, pontifica nelle università. È
il perito dei cinesi per i loro affari nell'Ue e in Italia. Il suo compito più
rilevante è quello di consulente della nuova agenzia di rating cinese, Dagong,
che fa valida concorrenza alle tre sorelle Usa, Moody's, Fitch e S&P.
Poiché Dagong, a fine 2011, da poco insediato il governo Monti, abbassò
l'affidabilità del debito italiano, ci si chiese che parte avesse avuto Prodi
nella bocciatura. Più o meno esplicitamente fu accusato di essere il cavallo di
Troia cinese nelle nostre faccende. Romano querelò Libero che aveva alluso
senza però degnarsi di spiegare il suo ruolo nella vicenda. Con il risultato di
tingersi ancora più di fosco.
Sempre
sull'indecifrabilità del suo comportamento, ve ne racconto un'altra. Il primo
che cercò di dare, con beni pubblici, una bella mano all'arricchimento di Carlo De
Benedetti, proprietario di Repubblica, è stato proprio il nostro Romano Prodi , oltre a Carlo
Azeglio Ciampi e Giuliano Amato. Graziosamente introdotto dal giornalista Eugenio
Scalfari, l'Ingegnere si presentò da Romano Prodi presidente dell'Iri e gli
chiese di cedergli la Sme, holding alimentare. All'istante, Prodi si accordò
per vendergliela a 497 miliardi di lire. Un regalo. Tanto che il governo Craxi siamo
nel 1985, ignorando la stipula, mandò il piano all'aria. Si seppe poi che prima
dell'Ingegnere si era fatta avanti la Heinz. Fu il ministro liberale
dell'Industria, Renato Altissimo, ad annunciare a Prodi l'interesse della
multinazionale. Romano però fu secco: «Neppure alla lontana c'è l'ipotesi di
una vendita Sme. Hai idea del prezzo? Stiamo parlando di millecinquecento
miliardi». Un mese dopo, saltò fuori che aveva firmato con De Benedetti per un
terzo di quel prezzo. Altissimo, infuriato, andò da Prodi e Romano, col suo sorrisone
da zucca di Halloween, disse ad Altissimo quella famosa frase : «Perché Carlo ha un taglietto sul
pisello che tu non hai». Sottile
allusione al fatto che De Benedetti, essendo ebreo, fosse circonciso. Con
annesso sottinteso che non si poteva dire no alla fantomatica «lobby ebraica».
Se Altissimo gli avesse anche chiesto perché valutando la Sme 1.500 miliardi in
maggio, abbia tentato di venderla in giugno per 497, la risposta sarebbe stata
oltremodo interessante. Ma ciò non avvenne. Il silenzio si aggiunge alla lista
dei misteri di Prodi.
Ma non avete passato tre anni a discettare
sulla ricattabilità di Silvio Berlusconi e sulla necessità che , per questo
motivo, si dimettesse da Presidente del Consiglio? E adesso che vorreste fare ? Portare un simile individuo
al Colle? Così che mezzo mondo lo potrà ricattare e ricattare anche il nostro
Paese?
=====================================
Roma mercoledì 27
marzo 2013
Gaetano Immè
Nessun commento:
Posta un commento