LA SINISTRA COME DUMAS PADRE: VENTI ANNI DOPO E’ SEMPRE LA
SOLITA
Procediamo, spediti, verso la
fine della farsa, siamo –come diceva
qualcuno
che oggi è sparito dal quadro politico italiano, ripudiato dagli stessi
italiani che il “Giuda politico per antonomasia” credeva di poter prendere
impunemente per il culo, cacciato dalla politica a calcioni
nel sedere e ridotto oggi a svolgere
il suo unico e vero ruolo, quello di “ cognato di” –“ quasi alle comiche
finali”. La direzione del P.D., seguita via streaming, mostrava un quadro che
definire tardo sovietico è una carezza, un’offerta di mimosa, insomma un
complimento. In pochi hanno parlato e quei pochi che l’hanno fatto, fatta
eccezione per Umberto Ranieri, cioè Veltroni, Franceschini, Orfini, Richetti (Matteo
Renzi s’è prontamente sfilato da questo
comico revival della più grigia liturgia comunista anni cinquanta ) nessuno ha
osato dire la verità. Così, in un’atmosfera da “Comitato Centrale del PCI”, la
relazione di P.L. Bersani e dei suoi suggeritori è passata , a dispetto dei
tanti interventi critici ( Ranieri, Veltroni, Richetti,ecc) con la solita
maggioranza bulgara della totale
unanimità, salvo una sola astensione. Pareva di assistere alla consueta
beatificazione del santo di turno, stavolta di P.L. Bersani, alla cerimonia del
suo insediamento sulla “sedia gestatoria” ( quella specie di trono mobile sul quale il Papa
designato portato a spalla per poter
essere più facilmente venerato dai fedeli durante le cerimonie pubbliche
)formata dai famosi otto punti otto( sei
dei quali sono pura farina del sacco del M5S) che dovrebbero , come Sesamo
insegna, dischiudere a P.L. Bersani ed al P.D. le porte di Palazzo Chigi. Ma
tralasciando le sventatezze che trapelano dai giornaloni di riferimento al
centrosinistra ed andando al cuore politico dell’evento, anche al di là della
sua trista ritualità , esso rappresenta una vera e propria “ chiamata alle armi
“ da parte di P.L. Bersani e del suo staff al quale il popolo “ de sinistra”
risponde compatto e s’appresta ad una guerra che non farà prigionieri. P. L. Bersani, l’amico Vendola, il loro
staff, il P.D. che ha deciso di seguirlo ciecamente come i fanti italiani del
’18 nelle trincee alpine , sono praticamente in guerra con tutti, con il mondo
intero. Sono in guerra con il PDL ( “ non esiste un piano B” insistono fingendo di
ignorare che è il popolo che deve scegliere da chi farsi governare e non il
P.D. che può scegliere chi può governare), sono in guerra con Monti (“ dobbiamo uscire
dalla gabbia dell’austerità dove ci
siamo fatti rinchiudere”) , sono in guerra con il M5S ( che ha
sempre posto al
primo posto un referendum per l’uscita immediata del Paese dall’Euro)
e, da ieri, sono in guerra anche con il Quirinale, contro il quale sono passati da un implorante
“Siamo su un
sentiero molto stretto : o riusciremo ad avere un Governo che cambi o avremo
sgombrato il campo dalla nebbia” che
era ancora una preghiera votiva a Napolitano di voler concedere loro almeno
un incarico esplorativo, alla minacciosa ed totalitaria invettiva di ieri “ O me al Governo o si torna a votare”,
quasi a voler costringere Napolitano, a dispetto dei poteri che la Costituzione
gli riserva e che comprendono anche la scelta a chi conferire l’incarico di
formare il Governo , a sdebitarsi con la sinistra che lo ha portato al Colle con
i suoi soli voti nel 2006, insomma una sorta di ricatto bello e buono.
Nessuno, anticipavo, in quel triste conclave di porporati rossi
stile Cominform togliattiano ha avuto le palle per
dire in faccia a P.L. Bersani, a Fassina , allo staff cresciuto a sangrilla e “
convergenze parallele”, due verità, due semplici verità che sono, poi, due
semplici constatazioni. La prima verità sarà il vero dramma politico italiano e
della sinistra in particolare, perché, al contrario di quanto si illude di
credere ( illusione! Dolce chimera sei tu!) Bersani , solo un misero 7% dei
giovani tra i 18 ed i 24 anni hanno votato per il P.D. ( il 48% ha votato M5S,
il 23% Monti ed il 15% PDL) . Quando il popolo dei “militanti de sinistra”
vedranno “ vaghe di lusinghe innanzi a lor
danzar l'ore future “ , chi darà
il proprio consenso al P.D.? Così, volgendo lo sguardo intorno al Nazareno e,
come diceva Totò “ gettando l’occhio a qualche Tribunale” ed un orecchio a
D’Alema, t’accorgi dell’altra verità che nessuno osa spiattellare da quel palco
sepolcrale del Nazareno. Mentre D’Alema, nel più puro coraggio dalemiano getta
il sassolino (“ un accordo con la destra sconta la presenza di Berlusconi,
altro che inciuci mai esistiti”) nascondendo coraggiosamente la manina, ci
pensano ancora una volta gli amici magistrati a fare il lavoro sporco. Sono
passati venti anni, ma a sinistra sono sempre più incapaci di vincere una
consultazione se non confidando nell’aiuto della Magistratura politicizzata, le
cui imminenti e veloci sentenze contro Silvio Berlusconi sono, ancora dopo
venti anni, l’unico viatico sul quale la sinistra può sperare per mitragliare,
fucilare, impiccare il nemico.
Roma giovedì 7 marzo 2013
Gaetano Immè
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