PER
NON DIMENTICARE IL SACCHEGGIO DEL MPS DA PARTE DELLA SINISTRA POLITICA, NON PER
STRAPPARE VOTI PER LE ELEZIONI. PER VINCERE QUELLE ELEZIONI, BASTA ED AVANZA IL NOSTRO PROGRAMMA POLITICO.
Stiamo
assistendo in diretta all’agonia assistita del PD. Fassina non sa fare altro che ripetere la solita ricetta economica
per il futuro del Paese riassumibile nell’aumentare le tasse ( sempre a carico
dei così detti ricchi, loro esclusi, però ) per creare qualche temporaneo improduttivo
ma tutelato posto di lavoro statale mentre il Paese affonda nella stagnazione,
vecchie e ridicole ricette tardo keynesiane bocciate dalla storia. Bersani ormai è all’angolo, anziché spiegare qualcosa lui minaccia
di sbranare chi lo attacca su "questa roba qua" ( traduzione dal
bettollese: sulla presunta truffa alle casse del MPS) che andrebbe chiamata col nome che usa la
magistratura senese : "un probabile saccheggio del MPS ”.E mentre spicca
un assordante silenzio dalle parti di una Rosi Bindi ( che a Siena ha sempre trovato le risorse necessarie ,
sia finanziarie sia di consenso, guarda un po’) una ciarliera toscana adusa ad
inveire, squittendo incessantemente, quando si tratta di stigmatizzare la
minima eterodossia rispetto all’ipocrisia dominante, di Silvio Berlusconi e che da quando le hanno spiattellato
la greppia con la quale ha pasciuto da una vita , caso strano, neanche parla. In
assoluto silenzio anche due famosi politici assai vicini ai management del MPS,
cioè il Prof. Romano Prodi ed il Prof. Giuliano Amato. Spero che il
silenzio di costoro non sia dovuto ad una malattia. Un Enrico Letta,
mentre scrivo, su La7 , si esibisce in un siparietto vergognoso , paragonando
la vicenda MPS al salvataggio di Alitalia da parte del Governo Berlusconi.Faccio molta fatica a trovare un qualche
nesso logico tra queste due vicende ( ma
trattandosi di quello che dice un Enrico Letta , di professione “ nipote di
Gianni “ sia ad Avezzano che altrove , la cosa non mi stupisce molto),entrambe sia
chiaro scellerate, ma fra di loro assolutamente antitetiche. Infatti Berlusconi da liberale non avrebbe dovuto
aiutare un’azienda ormai fallita come l’Alitalia e comunque non ha certo
concorso a dilapidare quel patrimonio a proprio vantaggio economico e politico,
mentre il P.D, invece, ha governato ,
amministrato e direttamente goduto del saccheggio perpetrato dal partito ai
danni del MPS . Ma bisogna aver pazienza, come diceva Ezio Greggio? “ So’
regazzi! So regazzi!” Leggo addirittura che Scalfari, per difendere
Draghi ( Governatore di Bankitalia mentre i compagni del P.D. saccheggiavano la
cassaforte di Siena) dalle accuse di Tremonti, arriva a dire che l'acquisto di Antonveneta era stato
ragionevole, Ah si? Forse glielo ha sussurrato Dio? E perché non mi spiega come
mai sia “ragionevole” che una Banca , con i soldi dei risparmiatori e senza
informare l’Autorità, spende 17 miliardi di Euro per un’azienda che Santander
aveva comprato tre mesi prima a 3 miliardi di Euro? E come mai il Vate non
accenna alla responsabilità evidente della Banca d’Italia con Draghi Governatore che avrebbe dovuto
vigilare?
E perché nessuno parla del Magistrato tiburtino
Lamberto Cardia? E chi è Lamberto Cardia, voi direte?
Ve lo dico io chi è Lamberto Cardia e, visto che ci sono, vi svelo anche chi è l’avvocato Marco Cardia.
Lamberto è il padre, ammanicato col
potere politico vicino alla sinistra della vecchia Democrazia Cristiana, oggi
vicino al P.D. Lamberto Cardia è
stato presidente della Consob dal giugno 2003 al giugno 2008 . Dunque Lamberto Cardia
presiedeva l’istituzione deputata a controllare la società quotate in
Borsa, appunto come il MPS
, proprio mentre gli uomini del P.D. la stavano depredando. E i controlli della
Consob? Non se ne hanno notizie. L’Avvocato Marco Cardia
invece è il figliolo di Lamberto ed è stato a libro
paga del gruppo Ligresti quale membro dell’Organismo di vigilanza della
Fondiaria SAI e controllate ( . organismo previsto dalla legge 231/2000 che ha il compito di vigilare sul funzionamento
del modello organizzativo idoneo a prevenire reati) per diversi anni , proprio
fra il 2003 ed il 2008. Da un controllo sui bilanci della FonSai si apprende
che per le sue consulenze legali l’Avvocato Marco Cardia abbia ricevuto, beato lui, solo nell’ultimo semestre qualcosa vicino a
1,2 milioni di Euro. Ma questo non interessa a questo Blog .Quello che è
interessante viene dopo. Siccome non dubito dell’onestà delle persone ma
preferisco sempre controllare di persona , allora ho controllato ed ho scoperto
che dal giugno 2003 al giugno 2010, sotto la Presidenza di “babbo Lamberto” la Consob ha tenuto 40 riunioni aventi all’ordine
del giorno le società del Gruppo Ligresti . Per sfuggire ad accuse di
conflitto di interesse, Lamberto Cardia si é astenuto dal prendervi parte, ma
solo dal 2008. Il presidente dell’ADUSBEF, Elio Lannutti, nei giorni scorsi ha presentato un esposto
sulla vicenda Fonsai alle Procure di Roma e Milano chiedendo, tra l’altro, se i
magistrati non debbano «indagare sull’omessa
vigilanza della Consob» e in particolare sulla funzione svolta dall’ex
presidente Consob Lamberto Cardia, «che
sembra abbia chiuso gli occhi sui bilanci del gruppo Ligresti, forse per non
disturbare le consulenze e le generose offerte di inquilinato» del figlio.
Le maxi-consulenze di Marco Cardia, che in passato ha collaborato anche con
Gianpiero Fiorani, prima che diventasse un “ furbetto del quartierino “ e con
la famiglia Burani, sono riportate nella semestrale di Fonsai. Ma la novità è che , secondo quanto riferito
dalla Procura della Repubblica di Siena, al centro delle indagini finisce anche
il colosso bancario Jp
Morgan indicato da Mps tra le fonti di
finanziamento (un miliardo) a copertura del prezzo corrisposto a Santander per
comprare Antonveneta.Ma ora i pm vogliono sentire anche Lamberto Cardia, ex
presidente di Consob, soggetto, insieme a Bankitalia, chiamato a vigilare ma
stranamente assente, nonostante l'ammontare dell'operazione. Lamberto padre di Marco, all'epoca
consulente Mps. Non dico nulla, ma voglio vedere con i miei
occhi gli sviluppi. Strano però che nessun giornale ne abbia parlato, non
trovate?
Bassanini,invece, riferendosi alla sciagurata acquisizione di
Antonveneta , l'ha definita "la migliore operazione possibile"ma, come usava fare Giorgio Napolitano ai bei tempi
del PCI, ha obbedito al partito e concorso al suo saccheggio , salvo ora , a
portafoglio e pancia piena, fare l’ipocrita scettico e, peggio ancora, pentito.
Monti afferma che la vicenda MPS non getta discredito sul
sistema bancario italiano. Ah, no? Devo credere al professorone, forse il MPS è
una Banca del Ghana ed io non lo sapevo, mica sono un bocconiano. Tremonti, neanche il massimo della spigliatezza nel dibattito politico,
ha fatto a pezzi quel democristiano triste ( nipote dei regnanti
democristiani di Avezzano ) di Enrico Letta con argomentazioni
concrete e di estrema semplicità , come il fatto che acquistare una banca
pagandola cash 17 miliardi senza avere prima una “ due diligence” che ne
verifichi il vero valore e pagando
banche d'affari straniere e private per
operazioni che una banca può fare da sola è una follia totale. Il ministro Grilli dice che i 4 miliardi per MPS non sono un salvataggio ma un
prestito. Ma davvero? Voi presterebbe 4 miliardi Euro – averceli! - a una azienda praticamente fallita, perché ha debiti superiori al patrimonio?
E che garanzia possono avere le azioni di una società che oggi capitalizza meno
di 3 miliardi? Se MPS non restituisce il prestito lo stato acquisirebbe l'80%
di MPS. E perché solo l'80% Ministro
Grilli , se il prestito vale ben di più della banca stessa? Prima di dare un
euro a questa gente aspettare almeno quello che dirà la Magistratura, perché
trattare con possibili ladri, aiutandoli, prestando loro pure dei soldi, significherebbe commettere una
trattativa con dei delinquenti, trattare con dei banditi e questo non è dignitoso per uno Stato. O no? Scusate
ma non diceva così Giorgio Napolitano a nome del PCI quando si trattava di
salvare Moro da quegli altri delinquenti delle B.R. ? Eppoi, nessun prestito , comunque:
perché intanto cambiamo tutto il management della Banca e della Fondazione, poi
la proprietà della Banca passa totalmente al Tesoro che nomina un Commissario che
gestisce l’ordinario fino al momento in cui la Magistratura di Siena non avrà
le idee chiare sull’accaduto e sugli eventuali reati penali e civili delle
persone coinvolte, politici compresi. Solo allora saremo in grado di stabilire
se capitalizzare a spese di tutti noi il MPS
per rimetterlo in sesto per poi
venderlo al libero mercato ad un prezzo che ci faccia rientrare di quanto
anticipato. E questa gentaglia pretende
pure di voler guidare un intero Paese!
La linea di difesa adottata dal Pd sulla
vicenda Monte dei Paschi di Siena fa acqua da tutte le parti. Non solo perché pretendere di mettere sullo stesso piano l’istituto senese, il Credito Cooperativo fiorentino di Verdini
e Credieuronord della Lega
all’insegna del “così fan tutti” supera abbondantemente il limite del ridicolo.
Ma soprattutto perché la tesi di Bersani secondo cui “ il Pd fa il Pd e le banche fanno
le banche” e cioè che non esisterebbe alcun rapporto strutturale tra il maggior
partito della sinistra e la più antica banca del mondo, è semplicemente una balla colossale, smentita dai fatti, balla usata evidentemente per nascondere chissà quali inconfessabili
misteri. I dirigenti del Pd non hanno torto quando rilevano che il caso Mps è
solo la punta dell’iceberg di un fenomeno, come quello delle fondazioni
espresse dal territorio, che partecipano
al capitale della banca di riferimento, che è esteso all’intero sistema
bancario. Ma invocare come esimente dalle proprie malefatte un difetto del sistema equivale a sostenere che se uno ruba la colpa è del derubato che porta in tasca i soldi che
guadagna. Una cosa ridicola. Ma sono la bellezza di settant’anni che la sinistra senese tiene in pugno il Mps e da almeno vent’anni ha spostato la sua
cura dalle fabbriche alle banche, nella convinzione che solo attraverso una
ampia quota di controllo del sistema bancario gli eredi del PCI possono svolgere efficacemente la propria azione
politica. In parole povere, il partito un tempo arcigno custode della classe operaia è diventato il partito
dei banchieri e dunque parte preminente dei poteri forti. Coloro che non
contenti di averla già una Banca ( appunto il Mps), pretendevano anche di
volerne acquistare un’altra ( la Bnl) e che si vantano se tra i loro
simpatizzanti ed elettori figurano gli uomini di spicco del sistema bancario. Chi
non ricorda come l’attuale presidente del Monte dei Paschi, Alessandro Profumo,
cioè chi dovrebbe portare fuori dalle secche dello scandalo dei derivati
l’istituto senese liberandolo dai condizionamenti della politica, abbia fornito una dimostrazione precisa delle
proprie simpatie politiche partecipando al voto delle recenti primarie del Pd?
Ma il problema di oggi è che l’attacco
alla credibilità del Pd non viene solo dagli avversari tradizionali del
centrodestra o del centro ma è lanciato
soprattutto da quelle forze giustizialiste ed estremiste che si sono poste alla
sinistra del partito di Bersani e che gli contestato non tanto il controllo di
Mps quanto il tradimento della vecchia
classe operaia e degli ideali del passato. I sondaggi degli ultimi giorni
parlano fin troppo chiaro. Il Pd perde consensi a tutto vantaggio di Ingroia e
di Grillo e vede progressivamente svanire la prospettiva, che solo in autunno
sembrava a portata di mano, di poter conquistare il governo del paese senza
condizionamenti di sorta. La causa è il “destino cinico e baro”, magari con una
spintarella di qualche ex Rettore bocconiano ? O non sarà invece che , prima o
poi, tutti i nodi vengono al pettine e
la pretesa assurda di essere contemporaneamente un partito di lotta ed un
partito di governo,un partito degli operai
e quello dei padroni, il partito dei poveri e quello degli speculatori dimostra la sua insostenibilità
politica ?
I problemi del Montepaschi cominciarono con la pessima legge
Amato che privatizzava e accorpava le banche di interesse nazionale. C’era
qualcuno che lo ha sempre saputo, sostenuto e urlato a tutti gli azionisti,
qualcuno che si chiama Mauro Aurigi.
E’
troppo facile, come ha sostenuto Mauro
Aurigi nella recentissima assemblea del
MPS, l’ ex dipendente che dal
1995 ( anno in cui se ne andò in pensione indignato) ha sempre bersagliato i vertici della banca
senese ,quella in cui ha parlato anche Beppe Grillo. Ovviamente tutti i
giornali giù a parlare di quello che ha detto Grillo, quasi nessuno ha
ascoltato una persona come Aurigi, diciamo informata da dentro dei fatti. Il
quale ha ribadito che le cose nel MPS, già dalla fine degli
anni ’90 avevano preso una piega che non poteva che portare al disastro
attuale. La verità è un po’ diversa da come viene venduta: in realtà la
fondazione, manovrata dalla sinistra Pds
(Pci-Ds ecc.) nazionale con la complicità di parte di quello locale, specie
quelli del versante ex Margherita, ha pian piano espropriato i senesi della
banca. Pur continuando a tenerli tutti buoni con la “droga” dei finanziamenti clientelari
a pioggia sul territorio, pagati con i profitti / dividendi della Fondazione. O,
per usare le parole dello stesso Aurigi in assemblea, «la pletora
clientelare e servile che questa situazione ha fatto prosperare nelle
istituzioni, nei mezzi d’informazione, nel panem et circenses delle Contrade e
dello sport, ecc., ma questi si dissolveranno al sole, ora che il Grande
Feudatario è stato abbattuto dal trono. Ma per tutti gli altri, in caso di
accertamento di responsabilità diretta o per mancata vigilanza, ci auguriamo
che siano colpiti anche i patrimoni personali a parziale, modesto l’indennizzo
del futuro che avete scippato a questa comunità ed ai suoi figli». Della serie: nessuna pietà, ma solo la verità, in quel di
Siena.
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DEDICATO
AL PRESIDENTE GIORGIO NAPOLITANO
Dato che il Presidente Giorgio
Napolitano anche questo 27 gennaio 2013 ha ripetuto la sua consueta banalità criminalizzatrice del solo
fascismo fra le tante dittature che hanno straziato il secolo scorso con
milioni di vittime civili, al contempo condannando, ma solo per un giorno l’anno
– questo - lo sterminio del popolo ebraico che il nazismo attuò con la
scellerata ed indegna collaborazione del fascismo, sterminio del popolo
israeliano che invece la sinistra politica italiana invoca per tutti gli altri
364 giorni di ogni anno attraverso il suo sostegno politico ed economico ad
organizzazioni criminali quali Hamas ed Hezbollah il cui dichiarato scopo è
quello di eliminare lo Stato di Israele, questo blog ha deciso di pubblicare la
sintesi delle innumerevoli esecuzioni perpetrate
dai partigiani comunisti contro fascisti
o presunti tali subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, episodi che
la “ ortodossia dominante” creata dal PCI , con Giorgio Napolitano ad un posto
di comando, ha imposto al Paese come una cappa di ipocrisia dominante, episodi
che non si trovano nei libri di storia per le scuole italiane perché questa “ scuola di Stato” deve servire
alla “ formazione di individui sottomessi all’ortodossia dominante” che dunque
devono conoscere solo quello che fa comodo allo Stato. Una struttura da regime
sovietico o quasi, attuata attraverso un braccio armato costituito dalla “
scuola pubblica” che è, per sua natura, appunto, il braccio armato di ogni
tirannia , di ogni regime.
Oggi ricordo ai lettori la Strage di Oderzo avvenuta tra il 30
aprile e il 15 maggio 1945. Fu l’esecuzione sommaria di circa 150
persone appartenenti alle forze armate della R.S.I., Repubblica Sociale
Italiana, nella quale vi era una elevatissima componente di giovanissimi arruolatisi
per tenere fede alla parola data con l’alleanza con il nazismo. Giovani
impetuosi, ma giovani, che sbagliavano, ma giovani. Né più ne meno come quelli
che , negli anni settanta, si arruolavano nelle Brigate Rosse e che non
ricevettero però uguale sorte, ma chissà perché invece ricevettero poco carcere
e qualche sviolinata di troppo. Ma andiamo con ordine. Il 28 aprile 1945 nella
Casa Canonica di Oderzo fu firmato, presenti l’abate parroco don Domenico
Visentin e il nuovo sindaco della città Plinio Fabrizio, un accordo di resa tra
il Comitato di Liberazione Nazionale rappresentato dal sig. Sergio Martin e il
col. Giovanni Baccarani, comandante della Scuola allievi ufficiali di Oderzo
della RSI. e il maggiore Amerigo Ansaloni comandante del battaglione Romagna
della RSI. In tutto si arresero 126 uomini del Battaglione Romagna e 472 della
scuola allievi ufficiali. I militari repubblichini consegnarono le armi. Successivamente
sopravvenne la brigata “Cacciatori della
pianura” delle Brigate Garibaldi,
legate al Partito Comunista Italiano,
che non accettò l’accordo del Comitato di Liberazione Nazionale. Al finire
della guerra contro Il nemico esterno le Brigate affini al Partito Comunista
tendevano a ricevere ordini da una propria organizzazione, invece che dal CLN.
La brigata era comandata dai partigiani “Bozambo”, “Tigre”,”Biondo”, Jim”
(pseudonimi). Dopo un processo ritenuto sommario (per l’alto numero di condanne
in appena due giorni) tenuto presso il cortile del Collegio “Sigismondo
Brandolini”, gestito dai Giuseppini del Murialdo, cominciarono le “esecuzioni”,
condotte con particolare violenza, tra il 30 aprile e il 15 maggio 1945. Circa
120 furono gli uccisi il 30 lungo l’argine del fiume Piave presso il Ponte
della Priula; altri furono uccisi in seguito. Un particolare impressionante avvenne
il 16 maggio del 45: per le nozze di due partigiani, il “Biondo” e
“Anita” (pseudonimi), cui furono augurati dodici figli, si provvide, come atto propiziatore,
all’esecuzione di dodici allievi ufficiali della scuola, avvenuta nei pressi
del Ponte della Priula.
Il 16 maggio 1953, al termine del processo tenutosi a Velletri, alcuni
degli autori dell’eccidio di Oderzo furono condannati a pene
variabili, dai ventiquattro ai trenta anni di reclusione. Un Parlamento di
intimiditi e di condizionati dalle minacce del PCI, spinsero il Parlamento ed il governo a varare una serie di amnistie e di
condoni , grazie ai quali i condannati per quella orrenda strage scontarono solo cinque anni di detenzione. Nel
1957 infatti la Corte di Appello di Roma
estinguerà per amnistia i reati in quanto commessi in "lotta contro il fascismo”
Una vergogna inqualificabile. Che non esiste nei libri di Storia. Questa è l’Italia
giusta di Napolitano e di Bersani?
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Roma mercoledì 30 gennaio 2013
Gaetano Immè