ONIDA
CREDE DI CAVARSELA CON IPOCRITE SCUSE, NAPOLITANO CON LA CONSUETA PRESA PER I
FONDELLI DEGLI ITALIANI.
Giorni
orsono ho spedito all’esimio Prof.
Valerio Onida, alla sua email, la mia seguente lettera che volentieri pubblico anche
sul mio blog. Eccola.
Egregio Professore Onida,
non credo che sia sufficiente che Lei si scusi per essere caduto in un tranello de " La zanzara", quello è un mistake umano, può capitare a tutti di " essere presi" in giro e di caderci. Ma i destinatari delle sue scuse sono sbagliati: cosa c'entra Napolitano, cosa c'entra Berlusconi? Come "in vino veritas" così Lei si è mostrato per quello che è il suo animo ed il suo intelletto: un acido uomo di parte, un rancoroso e fegatoso oltreché ottuso nemico del liberalismo democratico. Lei non solo presta il suo nome per prendere in giro gli italiani - e dunque agli italiani Lei dovrebbe porgere le sue scuse, non a Napolitano - con una inutile " sceneggiata " ( parole sue), ma si spaccia per " saggio super partes" mentre mi accorgo che Lei, dietro una apparente bonomia, è il tipico farisaico sepolcro imbiancato che ancora ci parla di gente che io, della sua stessa età, vorrei solo fosse definitivamente scomparsa, tanti sono i danni che ha fatto. Non si tratta solo del Prof. Amato, non alludo certo solo a quella sua incredibile affermazione. Insomma, egregio Professore, ritiro immediatamente le parole di rispetto che Le avevo dedicato qualche giorno fa. Al loro posto abbia tutta la mia meraviglia e disgusto nell'accorgermi che quel Prof. Onida, che pareva avesse l'intelletto, la schiena e la dignità per non volersi intruppare fra gli scherani pronti a trasformare il Parlamento dell'Italia in una banda di delinquenti pronti a farsi una legge per poter sparare alla nuca , impunemente, un avversario politico, quel Prof. Onida era solo una miserabile menzogna, un'altra mistificazione della realtà, pratica alla quale la sua parte politica mi ha ormai dal 1938( anno della mia nascita) abituato. Davanti a tutti voi io credo che Silvio Berlusconi sia un vero gigante, tanto che , dopo De Gasperi, dopo Craxi, dopo Andreotti, suscita l'ira ed il desiderio di una nuova fucilazione,m di una nuova Piazzale Loreto da parte di rancorosi sconfitti. Roba da miserabili! Ma lasci in pace Silvio Berlusconi, abbia invece il coraggio di parlare con noi, col popolo del centrodestra che non la voterà mai, che mai l'ha votata. Non cerchi facili consensi sventolando miserabilmente l'antiberlusconismo da quattro soldi, si confronti con quei dieci milioni di elettori che votano per il centrodestra e che vi hanno distrutto sei volte dal 1994. Berlusconi in pensione e che lasci in pace gli italiani? Ma Lei chi si crede d'essere? Che cattedra crede di occupare per atteggiarsi a dispensatore di patenti di democraticità e di rappresentatività ? Ma Lei non è forse uno dei tanti, anche se valente, burocrati, ben “organici” ad un sistema basato su corruttele e su clientelismo che, instaurato dalla DC e dal PCI nella prima Repubblica e non estirpato da Mani Pulite, continua ad imperversare nel Paese? Primo Levi direbbe " Se questo è un uomo", io Le dico ritrovi la sua dignità e faccia un passo indietro, abbandoni la sceneggiata dei dieci perditempo prezzolati. Rispetto certo, stima mai più per Lei. Prof. Gaetano Immè, Blogger, Roma
non credo che sia sufficiente che Lei si scusi per essere caduto in un tranello de " La zanzara", quello è un mistake umano, può capitare a tutti di " essere presi" in giro e di caderci. Ma i destinatari delle sue scuse sono sbagliati: cosa c'entra Napolitano, cosa c'entra Berlusconi? Come "in vino veritas" così Lei si è mostrato per quello che è il suo animo ed il suo intelletto: un acido uomo di parte, un rancoroso e fegatoso oltreché ottuso nemico del liberalismo democratico. Lei non solo presta il suo nome per prendere in giro gli italiani - e dunque agli italiani Lei dovrebbe porgere le sue scuse, non a Napolitano - con una inutile " sceneggiata " ( parole sue), ma si spaccia per " saggio super partes" mentre mi accorgo che Lei, dietro una apparente bonomia, è il tipico farisaico sepolcro imbiancato che ancora ci parla di gente che io, della sua stessa età, vorrei solo fosse definitivamente scomparsa, tanti sono i danni che ha fatto. Non si tratta solo del Prof. Amato, non alludo certo solo a quella sua incredibile affermazione. Insomma, egregio Professore, ritiro immediatamente le parole di rispetto che Le avevo dedicato qualche giorno fa. Al loro posto abbia tutta la mia meraviglia e disgusto nell'accorgermi che quel Prof. Onida, che pareva avesse l'intelletto, la schiena e la dignità per non volersi intruppare fra gli scherani pronti a trasformare il Parlamento dell'Italia in una banda di delinquenti pronti a farsi una legge per poter sparare alla nuca , impunemente, un avversario politico, quel Prof. Onida era solo una miserabile menzogna, un'altra mistificazione della realtà, pratica alla quale la sua parte politica mi ha ormai dal 1938( anno della mia nascita) abituato. Davanti a tutti voi io credo che Silvio Berlusconi sia un vero gigante, tanto che , dopo De Gasperi, dopo Craxi, dopo Andreotti, suscita l'ira ed il desiderio di una nuova fucilazione,m di una nuova Piazzale Loreto da parte di rancorosi sconfitti. Roba da miserabili! Ma lasci in pace Silvio Berlusconi, abbia invece il coraggio di parlare con noi, col popolo del centrodestra che non la voterà mai, che mai l'ha votata. Non cerchi facili consensi sventolando miserabilmente l'antiberlusconismo da quattro soldi, si confronti con quei dieci milioni di elettori che votano per il centrodestra e che vi hanno distrutto sei volte dal 1994. Berlusconi in pensione e che lasci in pace gli italiani? Ma Lei chi si crede d'essere? Che cattedra crede di occupare per atteggiarsi a dispensatore di patenti di democraticità e di rappresentatività ? Ma Lei non è forse uno dei tanti, anche se valente, burocrati, ben “organici” ad un sistema basato su corruttele e su clientelismo che, instaurato dalla DC e dal PCI nella prima Repubblica e non estirpato da Mani Pulite, continua ad imperversare nel Paese? Primo Levi direbbe " Se questo è un uomo", io Le dico ritrovi la sua dignità e faccia un passo indietro, abbandoni la sceneggiata dei dieci perditempo prezzolati. Rispetto certo, stima mai più per Lei. Prof. Gaetano Immè, Blogger, Roma
Fatevi
sentire pure voi, scrivetegli, sommergetelo con la vostra indignazione, questo
signore è stato anche Presidente della
Consulta! Figuratevi che razza di super partes !!!SVEGLIATEVI!!!! NAPOLITANO E
COMPAGNI CI STANNO PRENDENDO PER I FONDELLI!!!!!
P.S.
Nessuna replica da parte del Prof. Onida. Silenzio assoluto! La viltà vestita
da finta saggezza.
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ROMANO
PRODI, IGNAZIO MARINO: OVVERO LA DIGNITA’ PER LA SINISTRA E’ UN INUTILE
OPTIONAL.
Romano Prodi, l’aspirante Presidente
della Repubblica, apre la bancarella della sua mercanzia con la quale vorrebbe ottenere il lasciapassare
per il Quirinale. Se fosse per me, più che un “lasciapassare” gli darei un “
salvacondotto” per togliersi dai piedi e trasferirsi in Cina. Con il coraggio civile ed lo spiccato senso
di responsabilità che lo hanno sempre contraddistinto come il “codardo” più
famoso di Bologna e dintorni, dopo averci regalato una seduta spiritica nel ’78
,durante la quale “ l’aldilà” gli
comunicò che Aldo Moro si trovava a “ gradoli”, dopo aver provato a regalare a
Carlo De Benedetti la SME per 500 miliardi quando la sua successiva cessione
valse l’incasso di ben 3.500 miliardi di lire ma addossando la responsabilità
alla lobby ebraica cui ovviamente appartiene l’Ing. Carlo De Benedetti, oggi ci
regala un’altra perla degna del suo ben noto coraggio. Appena si è diffusa la
notizia della morte della Thatcher, con sprezzo del ridicolo e della peggior
vigliaccheria , Romano Prodi si lascia andare ad un commento ai microfoni
di RepubblicaTv:
"La Thatcher è stata la madre della crisi globale".
Per lui la donna che ha governato la Gran Bretagna per 11 lunghi anni è una
"sciagura". Ecco la vendetta del rancoroso e vigliacco omuncolo a tre ore dalla morte di un Premier che
entrerà nella storia della GB, come Prodi entrerà in quella degli imbroglioni
di Stato. Gli brucia, all’omuncolo, il
"no" della Lady di ferro all'euro. Un "no" che, alla faccia
di Romano Prodi, è stato comunque
raccolto da tutta la Gran Bretagna e che ancora vale, accolto anche da John
Major,Tony Blair, Gordon Brown e David Cameron.
Ho sempre ritenuto Ignazio Marino un personaggio politico
equilibrato e sereno, degno della stima e della fiducia
da parte di ogni partito politico per la pacatezza e l’equilibrio dei suoi
interventi. Ma lunedì scorso la televisione mi ha inondato tutta la mattina con
un servizio sulla vittoria di Marino alle primarie per candidarsi come Sindaco
per il Comune di Roma. A parte che rivaleggiare, come ha fatto Marino, contro un mezzobusto come Sassoli o contro un “ acqueo et fluido”
Gentiloni o con gli altri Carneadi in lista, era come sparare sulla Croce Rossa, vincere i 100 metri avendo come
avversario un handicappato o diversamente abile. Insomma, ho capito che a
Marino piace vincere facile. Già non era un bel pensare, ma transeat, robetta
loro. Sono rimasto invece basito, amareggiato, turbato e disgustato invece
quando ho letto la didascalia di quel servizio che ha occupato il video durante
tutta la mattinata di quel lunedì , che diceva” ora al Comune di Roma, basta
col malaffare”. A chi si riferiva Marino? A cosa si riferiva Marino? Per dire
una cosa del genere, cosa sa Marino che
non dice ? Perché non denuncia gli affari del malaffare al Comune di Roma?
Perché è stato zitto pur sapendo? Poi ho capito che Marino è diventato uno che
deve essere accettato, se vuole il potere, dagli ex comunisti, dagli sgherri
papalini che parlano per frasi apodittiche,
per slogan diretti alle budella dei post comunisti, dai giustizialisti che
vorrebbero fosse reato anche un semplice peccato. Ha solo cominciato a sparare
nel mucchio. Scrisse Levi, a tale proposito, “ se questo è un uomo”. Aggiungo io, a questo proposito, “ Marino, sei un
volgare diffamatore”!|
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MICHELE
SERRA E GAD LERNER. INNO ALLA DOPPIEZZA ED ALLA INCOERENZA
Michele Serra,uno cresciuto solo il
PCI, e “Cuor di Leone” Gad Lerner,
cresciuto in RAI di sinistra, dovrebbero occuparsi e preoccuparsi della loro doppiezza
morale, politica e civile , invece che impancarsi a Catoni non richiesti sul
caso Onida.Perlomeno della
doppiezza del quotidiano che ospita i
loro noiosi corsivi. Sto parlando di
Repubblica, l’organo ufficiale che pubblica ogni fotografia, meglio se
taroccata, ogni filmato,ogni colloquio, ogni
telefonata, qualsiasi fuori onda, qualsiasi cosa che riguardi, però, solo ed
esclusivamente Silvio Berlusconi, il
nemico politico o perlomeno chi dia fastidio a Repubblica. Non importa se sia lecito,
illecito, penalmente irrilevante, vero, falso, depositato o meno: Repubblica in
questi anni ha pubblicato ogni cosa e ne ha fatto una religione, un mantra .
Meraviglia dunque ( ma non troppo, conoscendo la doppiezza innata dei comunisti
, o ex o post ) che contro quella stessa religione prima adorata , oggi Michele
Serra mostri un’antipatia peraltro condivisibile. Ma è un dibattito già fatto, a pensarci: precisamente
nell’estate 2009, quando il gruppo Repubblica pubblicò le registrazioni
privatissime (anche queste «carpite con l’inganno») che Patrizia D’Addario
aveva fatto nella camera da letto di Berlusconi; si parlava di dolori rettali,
preservativi e altri affari di Stato. E ci hanno fatto scioperi e
manifestazioni - sul tema, non sui dolori - e hanno gridato al golpe
nell’ipotesi di una legge che regolasse meglio la privacy: la quale, pure,
risulterebbe già regolata. Repubblica del resto ha diffuso ampiamente anche la
presunta intercettazione (presunta perché non è neppure mai stata depositata
agli atti) in cui Angela Merkel fu definita «culona» e altri dettagli
irrinunciabili. Ragazzi, diciamolo! Serra, che stile!
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GLI
SCIENZIATI DEL NULLA
Nell'Italia
dell'intellettuale radical chic , Repubblica e Micromega ( da me ribattezzata
subdolamente “ una micro sega”!) hanno il medesimo ascendente, più mediatico che culturale, su un
gruppo di uomini di pensiero e di spettacolo, che firmano con riflesso
pavloviano gli appelli lanciati dalle due casematte giornalistiche della
sinistra italiana: la stessa compagnia di giro - Umberto Eco, Gustavo
Zagrebelsky, Alberto Asor Rosa, Stefano Rodotà, Flores D'Arcais, Barbara
Spinelli, Dario Fo, i Centoautori, i cantanti del Primo Maggio... - che
sottoscrive qualsiasi pezzo di carta, qualsiasi appello, sempre. Ma poi nessuno
se li fila. Guardando le ultime cause perse sostenute da cotanta intellighenzia arroccata
sull'asse Repubblica - Micromega, gli effetti ottenuti sono disastrosi. Chi fa
appello, rimane inascoltato. Chi firma, frana.
Tre giorni fa. Un
gruppo di intellettuali vicini al Pd lanciano un appello a Rosario Crocetta per
far rientrare Franco Battiato nella giunta della Regione Sicilia. Lo stesso
governatore li gela: «Mandandolo via gli ho fatto un favore. Appello sfanculato.
Marzo. Micromega
chiama alle armi l'intellighenzia organica per dichiarare ineleggibile Silvio
Berlusconi. Rispondono i soliti nuovi fascisti , tipo Camilleri, Fo, Margherita
Hack, la Spinelli. Intervengono anche Giorgio Napolitano («Bisogna garantire al Cavaliere la
partecipazione politica») e Matteo Renzi («Voglio mandare Berlusconi in
pensione, non in galera»). Intellettuali smerdati. Appello zittito.
Ancora nel
maledetto Marzo. Un gruppo di artisti internazionali corre in soccorso
dell'assessore Stefano Boeri, licenziato da Pisapia, chiedendo al sindaco di
ripensarci. Infatti Pisapia nomina subito Del Corno, il suo sostituto. Che portino
anche jella?
Settimane post-
voto. Su Repubblica vengono lanciati due diversi appelli, uno sostenuto da gente
forte, Benigni, Jovanotti, Saviano, Michele Serra. l'altro dalla Spinelli, la
De Monticelli, Salvatore Settis, ecc: chiedono, con firme diverse, la stessa cosa
(che contemporaneamente con un lungo articolo sullo stesso quotidiano chiede
anche Celentano): Pd e 5 Stelle devono allearsi «per salvare il Paese».
Risponde Grillo per tutti, a tutti: «Ma andate affanculo!».
Febbraio. Su
Repubblica Zagrebelsky, Eco, Rodotà, la Spinelli, Camilleri Asor Rosa e
compagnia di firmaioli, con un accorato
appello chiedono ai cittadini di votare per il centrosinistra così che si possa
dare all'Italia «un
governo stabile, autorevole, rispettabile» e - soprattutto - «scongiurare
l'ingovernabilità». Risponde direttamente il popolo italiano, alle
urne. Lasciando senza parole Bersani, e mandando gli intellettuali dallo
psichiatra.
Ottobre 2012.
Repubblica lancia una gigantesca campagna con raccolta firme: un appello per
l'approvazione in Parlamento della legge anti corruzione. Diventa la classica
figura della montagna e del topolino. Che alla fine scontenterà tutti.
Delusione scontata.
Intanto, Barbara
Spinelli, primissima firma di Repubblica, e Paolo Flores D'Arcais, testa
pensante di Micromega, hanno iniziato a stilare una serie di «note quotidiane» da
inviare congiuntamente ai parlamentari del Pd e del M5S «per trovare un accordo
sui principi fondamentali dell'agire politico e sulle scelte contingenti». Risultato:
il PD deve fare il Governo con Berlusconi e col PDL, altrimenti si va alle
urne.
Lo dico sempre io:
meglio averli nemici, questi scienziati della minchia! Perché se ti
abbracciano, sei morto!
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ABBATTERE
BERSANI E’ SALVARE L’ITALIA
Credo che ora sia chiaro a tutti che
il problema del Paese non è Silvio Berlusconi, non sono i quasi nove milioni di
elettori che votano per il PdL, ma il vero problema del Paese ha un nome, Pier Luigi, ed un
cognome: Bersani. Era la sua stessa storia a segnarne la debacle imminente. Per
chi sa leggere la storia recente non può disconoscere come l’arrivo al
Ministero di Bersani, con le sue lenzuolate svanite poi nel quasi nulla,
rappresentavano , per gli ex comunisti, il rassicurante ritorno alla tradizione
comunista. Iniziò il così detto “ usato sicuro” col quale Bersani ha costruito,
passo dopo passo, il suo consenso ed il suo potere nel P.D. Il sistema è
quello, collaudato, del vecchio PCI togliattiano: immettere nella Segreteria
politica del partito tutti i fidati “portaborse” di tutti i capicorrente. Erano
i “ Giovani turchi” , quelli che
avrebbero dovuto avviare il “ rinnovamento nella continuità”, un sistema che
era il fulcro della governance del PCI. Certi della loro vittoria elettorale
data per scontata da sondaggisti prezzolati e speranzosi ( in future
commissioni e commistioni) tutti hanno sostenuto P.L. Bersani . Ma Bersani ha
fatto un’opera d’arte: è riuscito a non vincere. A quel punto , davanti ai
risultati elettorali, Bersani ha scelto la via del fallimento sicuro: ha
avviato al politica grillista , ha fatto fuori Franceschini ( promesso
Presidente della Camera) e Finocchiaro ( promessa Presidente del Senato) a
vantaggio della Boldrini ( che cementava Vendola ) e la Magistratura ( meglio
averla padrona che ostile).Ha imposto un Carneade come capogruppo alla Camera,
tale Speranza, solo perché lo riteneva un suo “ fedelissimo”. Insomma il
promesso rinnovamento aveva sempre più il volto del PCUS di Stalin, altro che
storie. Oggi è P.L. Bersani il vero problema di questo Paese, Berlusconi è lì
che implora di dare al Paese un Governo, anche a guida Bersani, purché lo si
faccia. Il vero problema è invece questo novello “ Re Tentenna”, che ora è
ormai isolato anche dentro il suo stesso partito. Il trombato Franceschini
auspica un “governo di transizione d’intesa con Monti e PDL”. Veltroni lo supplica,
D’Alema lo irride, i suoi scienziati del nulla
stanno zitti ma intanto intascano i loro privilegi castali. Credo
inutile seguire ancora la sua schizofrenia galoppante, Renzi preme per farsi
largo, non è detto che sia un bene. Bersani ci vuole far precipitare nella
palude del tutti contro tutti, per sperare di strappare , col segreto dell’urna,
un altro Presidente della Repubblica da vergogna mondiale, dopo quella di
Napolitano. Svegliatelo e mandateli a casa.
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ADDIO
ALLA IRON LADY.
Come non rimpiangere la Thatcher ,
Helmut Kohl e Ronald Reagan, gente che ci disse chiaro e tondo come fosse ognuno
di noi l’attore fondamentale di quella grande tela che è la società. Che era la persona, l’individuo, l’uomo, la
donna, la base della società e della politica e non viceversa. Che esiste un
Governo e che esiste lo Stato perché esistono le persone, gli individui e che
lo Stato è,sì, necessario, ma non va divinizzato, né trasformato in leviatano.
Furono questi tre ad insegnarci , in quei favolosi anni ottanta, a farci
intravvedere come agissero per il bene supremo dei rispettivi loro popoli,
contrapponendosi, anche violentemente, con le organizzazioni sepolcrali e
sclerotizzate che pretendevano di rappresentare quei popoli senza averne alcuna
investitura. Che i Sindacati, le “authority”, la classe politica, la
società sono ectoplasmi, fantasmi
minacciosi, ghost inesistenti, perché essi non esistono anzi, essi opprimono l’individuo
quando eccedono. Ci hanno insegnato l’essenza
dello spirito liberale, l’anelito alla libertà ed alla felicità che è in ogni
uomo, in ogni donna. Che Stato, partito, sindacato, organizzazione, sono
astrazioni. Che se quel salumiere ha il salame ottimo è per la sua iniziativa,
non per una legge di Stato. Ma in Italia le lezioni non si ascoltano, non si
impara nulla. Fu la Thatcher che osò sfidare
le Trade Union inglesi che
rappresentavano un ostacolo allo sviluppo dell’economia inglese. Qui da noi fare
le riforme è impossibile, vanno bene solo le “ controriforme”, Hobbes, Locke
hanno insegnato a Londra non a Roma, il pensiero liberale in Italia è deceduto
con Gentile e De Nicola, forse con Einaudi. Basta pensare che fine hanno fatto
fare a Craxi, che era un riformista di sinistra per capire che melma sia il
nostro Paese, incapace di confrontare gli orrori del centralismo statalizzato
con i pregi del liberalismo democratico. Basta guardare a quel che sta facendo
Bersani per capire cosa sia ancora il nostro Paese: ancora schiavi del metodo
della concertazione che è l’antitesi pura della governabilità democratica. Che
abisso fra le Thatcher che rifilò in
faccia a Mr Delors , Presidente della Commissione dell’Eu, quel famoso triplo “
No!No! No!” scagliato contro l’Europa dei burocrati, della moneta unica
applicata come fosse una bara d’acciaio se confrontata con i Ciampi, i Prodi,
gli Amato ossequiosi e silenti , servili, pronti a sacrificare il popolo
italiano pur di acquisire un potere politico. E non date retta agli ipocriti:
Repubblica, L’Unità, il Corriere della Sera, La Stampa, ecc: avrebbero fatto fare alla Iron Lady la stessa
fine che hanno fatto fare a Bettino Craxi e che vorrebbero imporre anche a
Silvio Berlusconi: la morte in esilio. Meglio se con un colpo alla nuca.
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Roma martedì 9
aprile 2013
Gaetano Immè