BUONISTI O ASSASSINI?
Più assisto,sconcertato,
disgustato, avvilito e sempre più
incazzato, allo spettacolo inverecondo di queste torme di poveri cristi
fuggiaschi dalle loro agre terre mediorientali ed africane che tentano di
sbarcare in Sicilia , seminando morti e tragedie del mare ogni giorno e più
mi convinco di essere nel giusto quando disprezzo ( inutile nascondersi dietro falsi
infingimenti , diciamo le cose papale papale , senza mezzi termini e
francamente) quel miserabile, ipocrita,
farisaico ed ignobile buonismo di bassa sacrestia e quel terzomondismo senza se
e senza ma che anima l’ esercito delle
tante “ candide anime belle” e dei tanti “xenofobi perfetti” - alla Kyenge, alla
Boldrini, alla Vendola, alla Grasso, alla Turco, alla Bindi, ecc, gente che
prima era un “ mangiapreti” trinariciuto
e che da quando gli ex comunisti hanno
fatto comunella con gli ex democristiani
“de sinistra” sono diventati tutti adoratori di preti e di Papi, insomma dei
baciapile e dei servitori del clericalismo - le
cui metastasi - del ceppo più maligno,
quello dell’ideologia dell’accoglienza generalizzata - hanno oramai evidentemente ed irreparabilmente compromesso
ogni loro capacità di comprensione del problema migratorio.
Quando leggo le parole di questi ignobili fanfaroni arricchiti finti buonisti, che Dio li strafulmini ( gente che il mare lo
vede dall’oblò dello nave da crociera ,
dai freschi terrazzi sul mare dei lussuosi hotel dove bevono ghiacciai frizzantini in compagnia di
“ adeguati ospiti” o dal catamarano di babbo, che predicano l’accoglienza delle
porte aperte ) che si ammantano di umanitarismo mentre spacciano per “ azione
umanitaria” un vero e proprio sterminio
di poveri cristi annegati ( dei quali non si conosce affatto il
numero che non è certo quello che ci
viene trasmesso dai telegiornali italiani, perché bisognerebbe sapere quanti
erano su quel barcone quando sono salpati dalla Libia o dall’Egitto) li
prenderei a calci sui denti . Ma quanti morti annegati ci saranno stati nel Canale
di Sicilia senza che noi lo venissimo a
sapere ? Predicare una simile forma di
accoglienza non è forse autorizzare un eccidio di migranti , non è forse ingannare quei poveri cristi e farli annegare
?
Quando poi non sanno che altro
dire, se ne escono con quel solito “ ce lo chiede l’Europa”! Ah si? L’Europa ci
richiederebbe di attirare quei poveri cristi
in questo trabocchetto per poi farne morire a migliaia annegati? E perché, allora, che Dio vi strafulmini,
invece che impartici lezioncine di accoglienza e di umanitarismo tarocco col
solito ditino alzato rivolto solo all’Italia, perché, che Dio vi incenerisca,
non andate a scassare i gabasisi al Frontex, ovvero all’Agenzia Europea di Varsavia, costituita nel 2004. Possiede
elicotteri, aerei, navi, soldi, radar di ultima generazione, tutto il meglio
per organizzare l’accoglienza, non vi pare?
Ma loro fingono di ignorare il Frontex, lo tengono nascosto,
preferiscono rifugiarsi dietro le frasi roboanti “ ce lo chiede l’Europa”. Ma
che cazzo ci chiede l’Europa! Altro che
accoglienza! Fino ad oggi il Frontex è stato utilizzato non per l’accoglienza
ma per operazioni di respingimento e per operazioni di rimpatrio dei
clandestini, ecco perché , che Dio vi fulmini, del Frontex non ne parlate. Agli smemorati ricordo: Secondo dati ufficiali,
solo nel 2007 Frontex ha coordinato 22
missioni di pattugliamento, che hanno portato all’arresto di 19.295 migranti,
di cui 11.476 in mare, 4.522 a terra, e 3.297 negli aeroporti. Nel 2006 i
migranti fermati erano stati 32.016. Con
l’operazione “Indalo” la democratica Spagna di Zapatero bloccò , grazie all’intervento
del Frontex, più di 4 mila migranti, ne
rinchiuse in galera circa 10.000 che poi espulse dalla Spagna, sempre grazie al
Frontex. Con l’operazione “ Poseidon”
sempre il Frontex sistemò anche le coste
greche del Mar Egeo. Dopo quelle due operazioni le coste della Spagna e della
Grecia hanno perso di attrazione per i migranti. Chissà perché! Così, via,
tutti in Italia.
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LA PROVA DEL TRANELLO ORDITO
DA GIORGIO NAPOLITANO
A proposito dell’intervento
di Giorgio Napolitano sulla faccenda Berlusconi Mediaset, non perdetevi , mi
raccomando, un davvero esilarante Massimo
Giannini, un vice direttore di Repubblica , proprio quello che
usa presentarsi sempre con un “ Salve , sono Massimo
Giannini e sono molto colto”, che scrive, tra le altre amenità: “avevano
preso l’impunità giudiziaria e l’avevano
chiamata agibilità politica, l’ennesimo trucco , etico e politico, che violenta
le parole e la verità”. Il bue che pretende di dare del cornuto all’asino, perché se c’è qualcuno
che da una vita violenta le parole e
stupra la verità per infangare l’avversario politico questi è proprio Massimo
Giannini. Mi sono goduto lo scritto di Giannini, ha proprio perso la testa,
sempre più livoroso e bilioso , Giannini svanvera di una tremenda condanna che
Napolitano avrebbe comminato a Berlusconi.
Giannini è la dimostrazione vivente di come anche un minimo di equilibrio speso , forse
ambiguamente, da Napolitano per il caso Berlusconi faccia andare fuori di testa i
soliti trinariciuti. Soffiando dalle tre froge del naso come i pozzi di Larderello , ecco il Giannini ed il suo
sodale livoroso e bilioso Civati dare uno
spettacolo indecoroso, di come un giornalista ed un politico proprio non dovrebbero
essere.
Repubblica, Giannini, Civati e
trinariciuti incazzati a parte – ma che goduria vederli andar fuori dai
gangheri per qualche scherzuccio di dozzina da parte di Zio Giorgio – siccome bile,
livore e budellame contorto vario sono
pezzi di viscere e non del cervello, i soliti trinariciuti ideologizzati,
adoratori dell’antiberlusconismo neanche si sono accorti che Napolitano s’è
tradito: che vi è un inciso nel testo della nota quirinalizia che, una volta riletto, m’ha confermato nella
mia opinione: di Napolitano non bisogna mai fidarsi. Attualizzo il refrain di
quel film degli anni settanta “Riusciranno i nostri eroi a trovare…” e che era “
Ninì nun ce lassà!” con un “ Berlù, nun te fidà”!. Vengo al punto dolente.
Il passaggio da esaminare è quello che recita “… non deve mai violarsi il limite del riconoscimento del principio della divisione dei poteri e della funzione
essenziale del controllo della legalità che
spetta alla magistratura nella sua indipendenza”. E cosa mai
significa “ controllo della legalità”? A
mio giudizio, quelle parole costituiscono la decisa volontà di Giorgio
Napolitano di sposare una precisa
dottrina di cultura giuridica che , dal 1965 in poi, ha preteso di attribuire
al Magistrato proprio questo “ controllo
di legalità” con ciò tentando di rendere legale il trasferimento a favore dell’ordine
giudiziario di tutta una serie di attività e di funzioni che nulla hanno a che vedere con le funzioni
che la stessa Costituzione affida al
Magistrato. Per meglio comprendere in quale inferno civile quell’inciso fa
precipitare il nostro Paese basta riandare indietro nel tempo e rileggere quello
che sull’argomento scriveva un
Magistrato peraltro dichiaratamente di sinistra, Luciano Violante. Sosteneva Violante che
nella cultura giuridica di rilevante parte della Magistratura ( si
riferiva alla corrente Magistratura democratica dei Magistrati) il fondamento delle iniziative penali non fosse più solo l’applicazione delle disposizioni penali – che è il mero
compito che la Costituzione assegna al Magistrato – ma un non meglio definito “ controllo di legalità”
che , secondo quella fazione dei Magistrati, aveva il significa di “ un diretto
controllo che la legalità non fosse stata violata”. Insomma non un compito di
ricostruire la legalità violata, ma un compito di prevenzione, di ricerca,
antecedente alla commissione dell’eventuale reato penale. Ma da che mondo è
mondo e da che vige la Costituzione questo non è un compito della Magistratura,
ma della Polizia. Un magistrato si deve muovere solo quando ha notizia del
reato, ma nel senso della “ notitia
crimins” cioè del reato già consumato e non al solo comparire di un sospetto di
reato. Questa è roba da medioevo, roba da padre Pintacuda e Orlando Cascio,
quando nella Palermo del Sindaco Ciancimino
“ il sospetto era prova di colpevolezza”, la cancellazione dello Stato
di Diritto, lo stupro della Costituzione che pretende al contrario che l’obbligatorietà dell’azione
penale del Magistrato si incardini solo dietro la notitia criminis, cioè di un
reato penale consumato.
Non è difficile capire che l’accettazione
e la condivisione che Giorgio Napolitano
fa di quella dottrina giuridica significa
sostenere il partito del potere ai Magistrati, significa assecondare l’ordalia dei manettari e dei giustizialisti
medioevali, significa ritenere lecito che la Magistratura , dietro l’alibi del “
controllo della legalità”, domini e tiranneggi la vita politica e sociale del Paese , si
faccia “potere” dello Stato non essendo altro che un semplice “ ordine “,
significa consegnare al Magistrato le chiavi del potere più assoluto insieme
alla sua completa impunità, significa
trafugare la sovranità popolare dalle mani di chi ne è il solo e legittimo
proprietario e cioè dal popolo e riciclare la refurtiva nelle mani della
Magistratura.
Sarà stato un abbaglio? Sarà stato
un equivoco? Sarà stato un qui pro
quo? Non credo proprio. Stiamo parlando
di un comunicato della Presidenza della Repubblica italiana , non so se mi spiego. E come posso accettare
simili fraintendimenti dal Colle? Ma via, siamo seri e concreti. Giorgio
Napolitano ha praticamente suggerito,
guidato ed attuato , complice di una Magistratura ideologizzata , il complotto
per distruggere la sovranità popolare e consegnarla alla banda che lo insediò al Colle nel 2006, una banda composta
da politici della sinistra e magistrati ideologizzati. E questa frase ne è la
prova concreta, fumante, precisa.
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Buon ferragosto a tutti.
Roma 15 agosto 2013
Gaetano Immè