SENATORI A VITA? NO GRAZIE!
Un profondo senso di umiliazione, l’amara
consapevolezza di essere “un figlio di
un’Italia di serie B” , la pena e la vergogna per essere rappresentati
davanti a tutto il mondo da una persona ormai senza più freni inibitori che non
fa altro che prendersi gioco della maggioranza del Paese, trucidando la
Costituzione a suo piacere, non altro –
figuriamoci rancore, rabbia o ira che non appartengono alla mia sensibilità
culturale – provo ormai apertamente , senza falsi infingimenti, senza grida
spagnolesche, davanti ad un imbarazzante
Giorgio Napolitano. Lo so che ci sono delle “ menti povere e vili”
che furbescamente si riparano dietro l’alibi
che “ la nomina dei Senatori a vita è prevista e dunque è legittima”: animucce
belle! Anche l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla giustizia è un
fondamento che “ dovrebbe esistere” per
la Costituzione. Anche che la sovranità politica spetta al popolo italiano è un
fondamento della Costituzione. Anche l’articolo 49, cito un solo esempio, della
Costituzione esiste e non è stati mai applicato! Provo a spiegare gli svariati motivi della mia
posizione , perché recitare il ruolo
ottuso e servile del fan di qualsivoglia parte politica o religiosa non mi interessa,
io uso ragionare con la mia testa, senza prima andare a leggere la stampa organica
o a sentire la televisione organica.
Il PdR “ è il capo dello Stato e
rappresenta l'unità nazionale”, recita
l’articolo 87 della Carta , mentre l’articolo 59 stabilisce che “ Il
Presidente della Repubblica può nominare
senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi
meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario”.L’articolo 87 impone che il PdR rappresenta o “ dovrebbe rappresentare” tutto il popolo
italiano o, se ciò fosse impossibile , dovrebbe bilanciare le sue scelte in
modo equilibrato. L’articolo 59 conferisce al PdR questa “facoltà ”,non un “ dovere”. Non v’era dunque
alcun obbligo per Giorgio Napolitano di procedere alle cinque nomine( Monti e
questi ultimi quattro) se non il
tornaconto del suo partito , aduso ad
occupare casematte dalle quali imporre la loro volontà, gramscianamente e cioè,
indipendentemente dalla volontà del popolo!.E’ la storia, bellezza!!!!
Per rendersi conto di cosa si stia discutendo, basta illustrare un
poco la storia di questo “istituto”. Esso era previsto dall’ articolo 33 dello Statuto Albertino (
esso recitava: “Il Senato è composto da
membri nominati a vita dal Re, in numero non limitato”). Una volta che l’Italia
divenne una Repubblica , mi sarei aspettato che, col tempo, questo regale ed
imbarazzante residuo dell’italietta del Regno Savoia sarebbe stato accantonato nella rigatteria
sociale, posto che ampiamente merita. Invece ancora esiste e sembra essere più
vivo che mai. Ovvio che vi sia un “ cui prodest”, come pure invece ci sono
abbondanti motivi per i quali questo
blog affermi che i senatori a vita sono
una vergogna per la civiltà e per le democrazia .
In primis , essi sono uno schiaffo a sessanta milioni di cittadini italiani, ai quali la Costituzione
repubblicana assegna la “ sovranità politica” ( articolo 1 , 2° comma) E’
un atto tipico del Marchese del Grillo ,non certo uno da additare quale esempio di una democrazia liberale ( quello
dell’ “io so io e voi nun siete un cazzo” detto seraficamente e col sorriso dei
potenti in faccia alla plebaglia incolta, rozza e puzzolente), è come dire al popolo : “io so scegliere
meglio di voi”. Non spetta a una singola persona cambiare la classe politica ,
seppur marginalmente. Non è inoltre assolutamente scontato che una persona di pur altissimi meriti
artistici o scientifici sia in grado di votare con cognizione di causa ed
equilibrio ( basta portare ad esempio le votazioni sull’economia, sui bilanci
dello Stato, sulle decisioni che
comportano conoscenze del tutto estranee a quelle di cui i senatori a vita sono
paradigmatici portatori, per rendersene conto).
La seconda ragione è che l’ apporto di conoscenze di queste indubbiamente
prestigiose persone è semplicemente ininfluente e minimale. Basta
controllare dal sito del Senato per calcolare il numero di votazioni cui sono stati presenti
i senatori a vita durante la quattordicesima, quindicesima e sedicesima legislatura.
Su un totale di circa 85.000 votazioni elettroniche a cui avrebbero potuto e
dovuto partecipare, i senatori a vita (esclusi gli ex-presidenti della repubblica in quanto più
vicini se non addirittura provenienti dalla politica ) sono stati presenti al10%.
La stragrande maggioranza di queste presenze è dovuta ai due Senatori a vita
ex- politici e cioè Andreotti e Colombo.
Per esempio, nella quattordicesima legislatura, gli” altri” senatori a vita
hanno partecipato a sole quattro votazioni su un totale di circa 21407 cui avrebbero
potuto partecipare! Caso esemplare è quello della neo senatrice Cattaneo una
valentissima ricercatrice che, a soli 51
anni, sarebbe ancora nel pieno dell’ attività di ricerca. E’ ovvio che il
benessere del paese sarebbe molto più elevato se continuasse a
fare la ricercatrice, ruolo in cui ha pochi pari al mondo nel suo campo,
piuttosto che diventare uno dei quasi 1000 parlamentari, ruolo in cui può
essere rimpiazzata facilmente. Nominarla senatrice a vita non ha reso un
servizio alla comunità se la costringerà a scegliere fra le due attività
La terza ragione è che l’
istituto dei senatori a vita è politicamente rischioso. L’ onorevole Alberti, promotore fra i padri costituenti dell’ articolo 59 della
Costituzione, sosteneva davanti ad alcuni costituenti perplessi che, dato il
loro numero esiguo, i senatori a vita “non potranno mai spostare il centro di
gravità di una situazione politica”. In realtà, negli ultimi venti anni
dei senatori a vita si è parlato quasi solo per il ruolo decisivo di alcuni di
essi in due episodi cruciali della storia recente, la nascita del governo Prodi
nel 2006 e la sua caduta nel 2008. Dallo studio del lungo dibattito fra i
costituenti risulta evidente come l’intendimento fosse solo ed esclusivamente quello di apportare cultura e conoscenze al
Senato, ma mai quello di modificare l’orientamento
politico voluto dai cittadini. Invece è avvenuto esattamente l’ opposto. I Senatori a
vita votano pur non essendo stati incaricati dal popolo e ormai sono diventati
addirittura anche decisivi.
La quarta ragione è che basta dare un’ occhiata al dibattito fra i costituenti sull’articolo 59 della
Costituzione per capire l’ assurdo anacronismo dell’ istituzione. L’ onorevole
Alberti a suo tempo lo propose per dare ( testuale) “ai
sommi, ai Geni tutelari della Patria una tribuna che essi non hanno”.
Questo valeva forse nel 1947; ma oggi chiunque nella posizione dei senatori a
vita appena nominati ha accesso a decine di media.
La quinta ragione è che, anche se i quattro senatori a vita
nominati ieri sono al di sopra di ogni sospetto ( ma lo sono davvero o fra di
loro c’è qualche trombone e grande paraculo che evita l’Italia come la peste e
soprattutto evita il suo fisco ? Mi sono spiegato, signori di Repubblica?) , non
sempre la scelta si è rivelata giudiziosa. Tra i senatori a
vita del passato vi sono stati un ex presidente del consiglio che la
Magistratura ha bollato , in appello, colpevole di “associazione per delinquere”
(reato prescritto), un altro ex presidente del consiglio che ammise l’uso di
cocaina acquistata attraverso la scorta, un ex politico nominato per “meriti
letterari e scientifici”, un noto avvocato ed industriale il cui fondamentale ed unico merito
è stato nascere nella famiglia
giusta ma la cui lista dei misfatti inizia con l’aver
nascosto miliardi all’estero ( senza averci pagato imposte) sia al fisco
italiano che addirittura ai suoi stessi figli.
Nella storia dell’Italia
repubblicana il Presidente Enrico De
Nicola si rifiutò di nominare senatori a vita, Luigi
Einaudi ne scelse ben otto, Giovanni Gronchi uno, Antonio Segni tre ,Giuseppe
Saragat quattro, Giovanni Leone uno, Sandro Pertini cinque, Francesco
Cossiga cinque, Oscar Luigi Scalfaro
nessuno, Carlo Azeglio Ciampi cinque. Di tutti coloro che sono stati eletti al
laticlavio solo Arturo Toscanini ebbe l’onestà intellettuale di rinunciare
pubblicamente al munifico e regale privilegio. Nel corso dei suoi due
mandati Napolitano ha nominato al laticlavio nell’ordine: Monti, Abbado,Piano, Carlo Rubbia, Elena
Cattaneo. Pare che Napolitano – che interpreta la Costituzione sempre come
meglio aggrada al suo partito politico e mai come converrebbe meglio al popolo italiano – aderisca a quella
corrente di pensiero che vorrebbe attribuire al PdR la facoltà di nominare cinque senatori a vita ma per ciascun mandato.
Temo dunque che “il migliore al Colle” abbia ancora altri cinque” compagni
intellettuale organici”- roba da metà del secolo scorso – da farci mantenere
.Quelli finora da lui “unti”, sono tutti
conclamati sostenitori della sinistra. E’ così che Napolitano sbertuccia la
Costituzione, fregandosene delle sue disposizioni.
Non è certo una novità, anime belle!!!
Quando, quale tutore della
Costituzione, spesso afferma: «Le sentenze
definitive vanno applicate», afferma un principio indiscutibile e cioè che “ la legge sia uguale per tutti”,
principio costituzionale che si basa sul presupposto costituzionale ( che Napolitano omette sempre di ricordare,
mi sono sempre chiesto perché non dica la frase tutta intera in modo da essere
chiaro senza lasciare zone d’ombra ) che”tutti siano uguali di fronte alla legge ed a chi
l’amministra ” indipendentemente dal censo, dalla razza, dalla
religione, dall’ideologia politica ecc. Su questo credo che nessuno nutra dubbi
di sorta.
E perché allora a questo principio generale che riguarda “ tutti i
cittadini italiani” devono invece sottrarsi i magistrati che non hanno alcuna
superiore investitura popolare e che , quali funzionari pubblici, hanno il
dovere e l'obbligo di attenersi alla loro funzione costituzionale e cioè “
all’applicazione delle leggi” ( e non ad altro), al rispetto della obiettività
prevista dalla costituzione che
proibisce loro qualsiasi carenza di equilibrio ? Queste norme sono a tutela dei
diritti costituzionali di tutti i cittadini e devono rispettarle anche e
soprattutto i magistrati, ai quali viene affidato il potere di privare chiunque
della libertà personale e dei diritti civili. Non si possono lasciare spazi a
convincimenti personali nell'emanare una sentenza giudiziaria perché questi
aprirebbero le porte alla personalizzazione della giustizia, rinnovando i
drammi dei regimi totalitari, dei regimi monocratici e financo della Santa
Inquisizione. Perché Napolitano, sulla scena politica dal 1948, in vari momenti
cruciali della storia del Paese addirittura in posti istituzionali , oggi
addirittura per due volte Presidente della Repubblica ( quattordici anni sono
proprio tantissimi)non ha mai mosso un dito, un mignolo, l’angolo della bocca
per cancellare questa vergogna costituzionale?
Indovina indovinello…..
Giorgio Napolitano, altro ed ultimo esempio, come PdR non può certo ignorare
che le evasioni fiscali sono di competenza della Guardia di Finanza e
che una evasione fiscale non sempre produce anche un “reato penale” ai sensi
della vecchia Legge 516/82 e sue successive modifiche. E non può neanche
ignorare che usualmente è la Guardia di Finanza che, effettuato il controllo fiscale
, redige il relativo “verbale di accertamento”, nel quale contesta alla controparte le
violazioni di diritto tributario e, se esistono, segnala al Magistrato anche
gli eventuali reati penali che da esse violazioni derivano. Così come è
altrettanto vero che l’azione penale è obbligatoria , che essa deve essere
avviata quando il Magistrato ha la “ notitia criminis” e che , per Costituzione
“ la responsabilità penale è sempre personale”. Ora una “ evasione fiscale”
scoperta non dalla Guardia di Finanza ma da un Tribunale penale mentre procede ad una inchiesta su
quell’azienda per altri e diversi motivi , pur essendo legittima, è con tutta
evidenza il segnale che quella inchiesta, nata per altri presupposti tipi di
reato,sia come una specie di “ rete a
strascico”, buttata lì da quel Tribunale sperando che, mettendo le mani nelle
scartoffie della società , qualche peccato prima o poi venga fuori. Perché allora
quel Tribunale perché si è attivato se
non vi era alcuna “notitia criminis” ab
tunc , tanto è vero che il fatto criminoso ( l’evasione fiscale) è stato
scoperto solo nel corso dell’inchiesta? . E se anche tutto questo guazzabuglio
di competenze violate, di invadenza, di arroganza dei magistrati lasciasse anche un minimo
margine ad una sua ridottissima
legittimità, perché una evasione fiscale viene sanzionata penalmente mentre le
altre identiche evasioni fiscali vengono sanzionate solo fiscalmente? Perché dunque un signor X ( tessera numero 1
del PD e patron di Repubblica) pur
avendo evaso la bellezza di 250 milioni di Euro di imposte con operazioni
societarie ( ha perso anche la Commissione Tributaria di Secondo Grado, resta
solo la Cassazione) può cavarsela con una multa ma senza alcuna condanna
penale, mentre il signor Y , azionista di riferimento di Mediaset, per l’identico
reato fiscale (evasione fiscale, cioè imposte non pagate) per giunta di soli 7,5 milioni di Euro, deve scontare
quattro anni di galera?
Sarebbe un danno gravissimo ed un vulnus
alla nostra. Solo gli stolti non possono non capire che un dramma del genere spalanca
le porte alla supremazia di un semplice ordine dello Stato ( semplici
funzionari ) sul potere legislativo. E chi , davanti a questo scempio
incredibile, si trincea ignobilmente dietro a dichiarazioni apodittiche quale “ non si
baratta la legalità con la tenuta del Governo” non s’avvede che ha già
barattato i principi fondanti della nostra democrazia costituzionale ,
consegnati vigliaccamente alla Magistratura intimidatrice , onde assicurarsi in cambio la sua benevolente protezione, cioè l’impunità
assoluta dei propri delitti di Mani Pulite? Cos’è stato quello, signori della
sinistra, se non un baratto da vergogna?
A leggere le motivazioni della sentenza
su Berlusconi (208 pagine in “italiano giudiziario”, tutta un’altra lingua !)
personalmente ho impiegato un pomeriggio
intero. Una noia da abbattere un bisonte.
Sorprendente come moltissimi altri –Epifani, Bindi, Civati ed eminenze
similari - l’hanno commentata a botta
caldissima, all’impronta, il che significa che in precedenza sono riusciti
anche a leggerla e, soprattutto, anche a capirla! Roba da fotocopiatrici !
In compenso ho partecipato a un
dibattito che verteva proprio sulle motivazioni della sentenza, scoprendo che nessuno, dico nessuno aveva
letto tutto quella mappazza. Oltretutto gli ospiti mi hanno anche spiegato che nemmeno
l’ avevano capite bene. E te credo! Trovi
scritto infatti che Berlusconi fu «ideatore» del meccanismo
illecito e che dunque «sapeva», il che lo ritengo possibile e probabile, ma poi gira gira, leggi
leggi, sfoglia sfoglia, nelle 208 pagine non ho trovato nessuna dimostrazione
di questa affermazione. Nessuna prova. E mi devo pure sorbettare un
imbarazzante Giorgio Napolitano e tante
animelle candide che recitano la litania
– come le prefiche - che le sentenze si
rispettano. Io dico solo che si devono applicare. Me ne voglio fare di
risate!!!
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Roma lunedì 2 settembre 2013
Gaetano Immè