SIGONELLA ?
SOLO UN TABERNACOLO
Storia.
Lunedì 7 ottobre
1985 ore 14, in Italia Governo Craxi 1°,
coalizione PSI, DC, PSDI, PRI, PLI, in carica dal 4 agosto 83 al 1º agosto 86,
Giulio Andreotti agli Esteri, Oscar Luigi Scalfaro agli Interni, Presidente del
Consiglio Bettino Craxi
A Goteborg viene intercettato un “help” lanciato dalla nave
italiana Achille Lauro che sarebbe stata sequestrata in mezzo al mare, ma non
si sa dove
Martedì 8 ottobre verso la sera Maxwell Rabb, ambasciatore Usa a
Roma, corre da Craxi strepitando e rivela i fatti, che Craxi “ancora ignorava”,
ossia che a bordo della nave da crociera italiana, Achille Lauro, con centinaia
e centinaia di persone a bordo, “per un puro caso”, erano stati scoperti
quattro terroristi palestinesi armati ovviamente fino ai denti. Erano diretti
in Israele per compiere una rappresaglia dopo il bombardamento ordinato dal
Governo israeliano di Rabin sul quartier generale dell’Olp a Tunisi.
I quattro terroristi, vistisi scoperti, sequestrarono la nave
italiana, ne presero il comando in acque egiziane.
Craxi resta sorpreso e stupito, dimostra di essere “indispettito e
contrariato” da questa ulteriore ’aggressione dei terroristi palestinesi ai
danni di inermi e ignari italiani
Gli italiani avevano già abbondantemente sofferto e pagato un altissimo
prezzo in sangue per la compiacenza, quasi una vera e propria “ silente
complicità” dei governi italiani a favore dei terroristi palestinesi, autori di
vere e proprie carneficine ai danni
di persone italiane inermi e ignare”, a
cominciare dal rogo dell’aereo Pan Am del 17 dicembre del 1973 a Fiumicino,
passando per l’immane tragedia del 2 agosto del 1980 alla Stazione di
Bologna dove per quegli 84 cadaveri e
duecento e passa feriti andava sempre più emergendo la responsabilità della “ pista palestinese”,
fino alla tragedia del 7 ottobre del 1982, con quel vile attentato alla
Sinagoga di Roma che provocò la morte di un bambino, Stefano Guy Tachè.
In quel frangente di quell’8 ottobre 1985, Craxi chiamò subito il Ministro degli Esteri Giulio
Andreotti, noto politico filoarabo di lunghissimo corso e di enorme “influenza”
e, insieme, decisero di ignorare le
proteste e le richieste dell’Ambasciatore Usa,
mentre Andreotti proponeva , per l’Achille Lauro, una strategia geopolitica funzionale alla loro comune ideologia
pro Palestina: contattare subito sia Yasser Arafat e il Presidente egiziano Mubarak , chiedere ad
Arafat la mediazione di Abu Abbas, ossia del capo dei terroristi del Fplp
La strategia suggerita dal competente Ministro degli Esteri,
Andreotti fu subito condivisa da Craxi forse perché “incarnava” l’occasione da
cogliere al volo, per il Governo Craxi 1°, per “fare emergere ed imporre” l’ideologia
pro Palestina che accomunava Craxi ad Andreotti.
In quei frangenti, Craxi, che era Presidente del Consiglio, pensò,
forse, che , mostrando “una forte insofferenza verso gli Usa” e mostrandosi invece “bonariamente comprensivo” verso i terroristi palestinesi,
avrebbe finito per attrarre, sulla sua figura politica, per il primo messaggio, una ondata di simpatie degli italiani - che
avrebbero molto apprezzato quella davvero inusuale manifestazione di
autonomia manifestata da Craxi verso gli
antiamericani- , mentre, il secondo messaggio, che suggeriva agli italiani di
considerare quei terroristi palestinesi
come fossero stati, tutt'al più, dei giovani e scapestrati boehemiens
che si immolavano per la loro patria palestinese, avrebbe promosso ,
negli italiani, una sorta di bonaria comprensione verso quei terroristi,
messaggio subliminale che avrebbe in un certo qual senso ammorbidito e
anestetizzato le ferite delle precedenti
stragi.
In poche parole, pur davanti ad un'altra proditoria aggressione
dei terroristi palestinesi ai danni di inermi italiani, Craxi non scelse
affatto – come invece sostengono i suoi “inconsolabili vedovi” - la via dell’orgogliosa
sovranità dell’Italia, perché quella via avrebbe dovuto comportare “schiena
dritta” certamente, ma sia verso gli Usa che verso il Fplp mentre, invece, scelse una acritica e cinica genuflessione alla politica suggerita e dunque voluta da
Giulio Andreotti e da Yasser Arafat.
Per molti anni e decenni, esattamente dal 1985, l’anno della crisi
di Sigonella, fino esattamente al 4 febbraio del 2018, quelle scelte politiche,
in quella sera dell’8 ottobre del 1985, sono state evocate ed incensate come
una prova della eccezionale capacità innovativa della politica di Bettino
Craxi, che per la prima volta nella storia repubblicana, aveva osato
“l’inosabile”, ossia ignorare e sfidare la “proterva arroganza” con cui gli Usa
volevano intromettersi negli affari interni italiani.
Riporto la nuda cronaca di Sigonella:
^^^^^^^^^^^^^^^^
“Nonostante
l’opposizione americana, il “salvacondotto” venne firmato dall'ambasciatore
Migliuolo e la nave venne liberata. L'amministrazione Usa, tramite il portavoce
Charles Redman, prese ufficialmente le distanze dalla mediazione italiana, ma
non ritenne di produrre elementi in senso contrario alla natura genuina
dell'intermediazione:
L’Achille
Lauro fa rotta per l'Egitto ed attracca a Porto Said: alle ore 15.30 del
giovedì, i passeggeri dell’Achille Lauro erano liberi e salvi, i terroristi pure.
Solo più tardi Craxi ebbe notizia del crudele assassinio di Klinghoffer.
^^^^^^^^^^^
Ma ancora gira la “
l’alibi” che Craxi liberò o terroristi per salvaguardare l’incolumità dei passeggeri,
Insomma, si è creato, sull'episodio di Sigonella, una sorta di “altarino
votivo”, da esporre alla venerazione degli italiani, come esempio preclaro
della lungimirante arte politica di un vero ed unico statista come Bettino
Craxi.
E, sia chiaro, in parte ma molto
in parte, Sigonella ebbe si funzione di evento che ha mostrato come “quel Governo
Craxi”, non solo Bettino Craxi, intendesse gestire la sua politica estera senza
condizionamenti da parte degli Usa, ma poi lo stesso Governo Craxi 1° fece un
immediato atto di
riparazione, concedendo segretamente a Reagan la base di Sigonella per
attaccare la Libia di Gheddafi.
Solo cinque mesi dopo la tanto osannata dimostrazione
di orgoglio nazionale, infatti, nel marzo 1986 gli F111 Usa, provenienti dalla Gran Bretagna e
ufficialmente diretti alle basi inglesi di Cipro, decollano dalla base
siciliana per attaccare e bombardare il golfo della Sirte.
La concessione avvenne , per giunta, anche in grande segreto: Craxi concesse l’uso della base militare agli Usa , ma
chiese discrezione perché in pubblico,
intanto, criticava aspramente l’azione militare degli Usa, come emergerà da una
inchiesta della giornalista Sofia
Basso, che , studiando una vasta
documentazione americana liberata dal segreto di Stato, scoprì una nota
confidenziale scritta a Reagan nella primavera 1986 dall'allora segretario di
Stato americano, George Shultz, uscita
dagli archivi segreti del Dipartimento di Stato.
Prove che contraddicono platealmente l’iconografia delle
schiene dritta di Craxi verso gli Usa e che portano a riflettere su quelle
decisioni politiche di quella sera dell’8 ottobre del 1985.
Poi il 4 febbraio del 2018, ecco “L’Espresso”
pubblicare una inchiesta sui “diari segreti di Yasser Arafat”, nei quali si
raccontano i diversi negoziati avvenuti fino al 2004, giorno di morte del
leader palestinese.
Ebbene in quei suoi diari, Arafat scrive che il vero
artefice del famoso “Lodo Moro”, la figura chiave di quell’accordo fra i
servizi segreti palestinesi e italiani che venne stipulato nel 1973, fu Giulio
Andreotti e non Aldo Moro, anche se quell’accordo fu chiamato “Lodo Moro” dato
che proprio in quei giorni del 1973 Andreotti era Presidente del Consiglio.
Inedite novità, queste, inoppugnabilmente confermate dalla
deposizione, di fronte alla Commissione parlamentare “Moro 2”, di Bassam Abu
Sharif, un consigliere di Yasser Arafat, dirigente dell’Olp e del Fplp.
Dunque fu Giulio Andreotti la “mente pensante” cui si
deve non solo l’episodio di Sigonella, ma anche tutta la ondivaga politica
estera di quel Governo Craxi 1°.
Ora dovreste farvi tutti una domanda e dare anche una risposta, ma onesta.
Ma davvero mi volete far credere che quella " calata di braghe" di Craxi e di Andreotti non sia stata colta come una via libera, come una opportunità per quei terroristi palestinesi che solo due mesi dopo Sigonella hanno fatti strage di inermi civili il 27 dicembre del 1985 a Fiumicino?
CONCLUSIONI SCONSOLATE DELL'AUTORE
Non si può pretendere di scrivere la storia di un
Paese isolando un fotogramma, ad esempio “Sigonella 1°”, dall'intero film (tutta
la storia dell’Italia, dall'inizio ad oggi) e limitando il giudizio a quel solo
fotogramma.
Non è storia, ma esaltazione, glorificazione, in
ultima analisi manipolazione grossolana.
La storia d’Italia va riscritta totalmente.
=================================
Capitolo tratto dal libro " Questo siamo stati, noi" scritto da Gaetano Immè, in corso di pubblicazione.