QUELLO
SCANNATOIO DI MANI PULITE.
CRONACA DI UNA TRUFFA GIUDIZIARIA, COMMESSA DAL POOL DI MILANO, PER SALVARE IL PCI
CRONACA DI UNA TRUFFA GIUDIZIARIA, COMMESSA DAL POOL DI MILANO, PER SALVARE IL PCI
Parte
Sesta
SEGUE: QUELLO CHE È AVVENUTO VERAMENTE E CHE L’OPINIONE PUBBLICA
ITALIANA NON SA
Ora, ogni Procura ha il suo Capo e quella di
Milano lo aveva, nella persona di un tremebondo Francesco Saverio Borrelli, il quale “non osò” calmare o richiamare all'ordine quel suo sottoposto del D’Ambrosio,
lo lasciò agire, pensando di salvare la sua infangata immagine e dignità di
Capo del Pool dietro la foglia di fico che D’Ambrosio
fosse “il coordinatore del Pool”.
La Parenti,
secondo le parole del “compagno coordinatore
D’Ambrosio,"si era messa in contrasto con la linea del 'Pool! su
questo specifico episodio" e si vide praticamente privata del suo caso.
Più che contrasto era rottura, anzi, un vero e
proprio “sopruso”
“Non potendo condividere un metodo d'indagine
teso a scorporare le posizioni di Greganti e di Stefanini da quelle del Pci” -
questo racconta, oggi, l’Avvocato Tiziana Parenti- il magistrato preferì lasciare
la procura di Milano.
Mah! Che dire?
Dico che poi sono proprio magistrati e avvocati
che ci raccomandano di denunciare ogni sopruso, ogni “mafiata”, per non essere o
diventare involontariamente o per paura delle ritorsioni loro complice e “bla
bla bla bla!”.
Lascio l’Avvocato Tiziana Parenti alle prese con la sua
coscienza di cittadina italiana – “Titti la rossa”, da Pisa è sempre stata una
militante del Pci – ma di fervente militante comunista e torno a bomba.
E così, pur non avendone i poteri, D’Ambrosio e tutto il Pool di Mani Pulite, con il Capo del
Pool vergognosamente umiliato ma compiacente, colgono la palla al balzo, le indagini del PM Parenti sono avocate al PM
D’Ambrosio e la PM Parenti verrà
estromessa dal Pool di Mani Pulite.
Nelle dichiarazioni esplicative, il Pool affermerà
che l’estromissione del Magistrato
Parenti dal Pool di Milano fu dovuta al fatto “che il Magistrato Tiziana Parenti non era allineato con la linea della
Procura…” e precisando come "questo
non fosse il processo al Pci ma a Greganti e a Stefanini.
Non solo il caso viene sottratto alla Parenti con questo impunito sopruso del
compagno D’Ambrosio, ma lo stesso
compagno D’Ambrosio, posso
immaginare con quale sostanzioso aiuto del compagno Luciano Violante, in quei mesi il vero Capo della Magistratura,
riuscì anche a fare entrare nel Pool di Mani Pulite, in sostituzione del PM Parenti, un altro fidato “compagno”, il
“Dr Paolo Ielo”.
Nessuno si meravigli! Il Magistrato milanese Paolo
Ielo proveniva dalla Procura di Milano, dove fu zelante nel rispettare i
voleri del collega D’Ambrosio, il
discepolo del Commissario politico del Pci
Ibio Paolucci. La Procura di Milano
è da sempre un “feudo” delle toghe rosse, progressiste di Md,
ora confluite nel cartello Areadg.
Oltre a Greco, erano toghe progressiste anche Francesco Saverio Borrelli, Gerardo D’Ambrosio, Edmondo Bruti
Liberati, Colombo ed anche Di Pietro,
quando gli faceva comodo. Credo che il Dr
Ielo, appartenga alla stessa corrente, possa contare, a Piazza
Indipendenza, sull’appoggio di Giuseppe
Cascini, che è già sicuro di essere eletto al Csm quale candidato di Areadg
nella categoria dei P.M.
Sistemato così il Pool, Gerardo
D’Ambrosio si dedicò, pensate un poco
che nobiltà d’animo, ad indagare a
favore dell’accusato (il nuovo rito probatorio lo presupporrebbe, ma nessun
P.M. fino ad allora aveva mai osato svolgere indagini “a difesa dell’indagato”)
mentre, come ho anticipato, il caso viene affidato al P.M. Paolo Ielo.
D’Ambrosio era ormai tutto preso solo in febbrili ricerche
per trovare qualche elemento che gli permettesse di sostenere la assoluta
estraneità del Pci rispetto a quel
miliardo e cinquanta milioni che Primo
Greganti aveva prelevato dal conto
Gabbietta.
Bisogna comprenderlo, il premio promessogli dal
Pci era la cadrega di Senatore del partito.
Comunque da un punto di vista mediatico il caso
“Greganti”, dopo la sostituzione
della Parenti con il Dr Ielo, sembrava “accantonato, messo da
parte”, chiuso e il procuratore capo di Milano, Francesco Saverio Borrelli, poteva finalmente ritrovare la voce
per rassicurare stampa e opinione pubblica con questa lapidaria affermazione:
"l'inchiesta sulla società 'Eumit' è stata condotta dalla procura in
maniera limpida".
Ovviamente Francesco
Saverio Borrelli mentiva, nel “caso
Eumit' nulla era (ed è ancora) chiaro.
Lasciato libero, il “compagno D’Ambrosio”, tranquillizzato dalla cacciata della Parenti e dall’entrata del “compagno Ielo “nel Pool, forte dei
poteri connessi al suo ufficio, si dedicò a fare quello che nemmeno l’avvocato
difensore di Primo Greganti si
poteva lontanamente sognare, ossia usare i suoi poteri inquirenti nel
ricercare qualche spunto che gli consentisse di sostenere che quel miliardo e
cinquanta milioni non era stato mai utilizzato dal Pci.
E così D’Ambrosio
rinvenne un atto notarile, un rogito di un notaio di Roma, con il quale Primo Greganti aveva acquistato una casa
a Roma.
E quel rogito diceva che “nella stessa giornata in cui
Greganti aveva prelevato quel miliardo e cinquanta milioni dal conto svizzero
Gabbietta, aveva anche acquistato quella casa a Roma”.
La promessa cadrega di Senatore del Pci era salva, “ecco
la prova- sostenne D’Ambrosio - che
Greganti aveva sottratto dal conto Gabbietta un miliardo e cinquanta milioni
per pagarsi una casa a Roma”.
Greganti insomma rubava per sé, il Pci non c’entrava niente.
In tal modo il partito di D’Alema, di Occhetto, di Bersani era salvo
Poi fu tutto una dolce discesa: il Dr Ielo compie una trasferta a
Berlino per sentire alcuni testi sul posto e poi deciderà di richiedere la
archiviazione dell’inchiesta della Parenti
su Marcello Stefanini e sul Pci, almeno per quanto riguarda la
serie di reati relativi all'illecito finanziamento del Pci e alla corruzione
Alla richiesta del Dr Ielo risponde, puntuale, il solito “soccorso rosso”, ossia Il gip Clementina
Forleo che accogliere la richiesta di archiviazione dei reati di illecito
finanziamento prodotta dal Dr Ielo,
mentre per il falso in bilancio la pratica viene rimandata per competenza ai
magistrati di Torino affinché decidano nel merito.
l sostituto procuratore torinese Giangiacomo Sandrelli ritiene che nella
gestione amministrativa della 'Eumit'
ci sia stato un falso nei bilanci e pertanto chiede il rinvio a giudizio per Gianluigi Regis, per Brenno Ramazzotti e
per Guido Accornero (non vengono menzionati il presidente Alberto Vergnano e il consigliere di
vigilanza Ettore Bronzo).
L’inchiesta sul Pci e sulle sue tangenti è stata bella che inumata dentro una bara
di ferro.
Fine Sesta parte –
Segue
Tratto da un
capitolo del libro dal titolo “Così eravamo noi” scritto da Gaetano Immè, in
corso di pubblicazione.