PERCHÉ’ CRAXI AD HAMMAMET E ALDO MORO AL CIMITERO DI TORRITA
TIBERINA ?
Dopo i tasselli mancanti,
ritrovati e sistemati dal lavoro della 2° Commissione Moro (la terza in tutto,
dopo la Commissioni Stragi e poi la Commissione Moro 1), che ha eseguito
indagini ed esperimenti mai in precedenza eseguiti perché insabbiati e tralasciati,
si può, anzi, “si deve dire sempre con maggiore insistenza “la verità più credibile
“
(non la “verità dicibile” costruita
a tavolino dalle Brigate Rosse e dalle istituzioni italiane, nota come “Memoriale
di Morucci e Faranda”, una colossale menzogna)
ossia che “l’operazione Fritz”,
ossia l’operazione Aldo Moro, era stata predisposta e decisa da un “ intrigo
internazionale” – a motivato parere di chi scrive, elaborato, creato, ideato ,ordito
dal “Patto di Varsavia”, realizzato dalla Stasi, nel quale le Brigate Rosse erano solo
“ pura manovalanza“(non “ contavano
niente”) - che la lunga prigionia e il processo del popolo a Moro servirono per consegnare
al Patto di Varsavia il “ dossier
segretissimo Stay Behind” della Nato, sottratto, trafugato dalla cassaforte del Ministero della
Difesa durante i giorni della sua prigionia, per trasformare, così, Moro, agli occhi dei servizi segreti del mondo
, da “ prigioniero dei suoi aguzzini” a “pericoloso delatore di indicibili e segretissimi piani militari difensivi della Nato”, un pericolo da
eliminare.
Craxi sposò la così detta “linea
umanitaria”, contrariamente alla linea della assoluta fermezza decisa dal Pci e
dalla Dc e che su tale assunto, avviò anche due distinte trattative per
ottenere la liberazione di Moro vivo, sia a Roma - tramite Signorile e gli ambienti
“trattativisti delle B.R.” (Piperno, Pace, Scalzone, eccetera) - sia a Milano, tramite Guiso, Bonomi, persino
Vallanzasca, entrambe fondate sullo scambio fra “brigatisti scarcerati” e “Moro
vivo”.
Ma neppure in questa circostanza
la figura di Craxi assume una valenza politica lineare, univoca.
Infatti, in quegli anni (1977/1978)
mentre Craxi stava portando il Psi sulla linea “dell’eurosocialismo”, con Willy
Brandt, per emarginare politicamente, il Pci e la sua via all'eurocomunismo, il
colonnello del Sismi Giovannone spingeva affinché le organizzazioni
terroristiche palestinesi, specie il Fplp, intermediassero con le B.R. per far
liberare Moro.
Ma il filo medio-orientale passava
per le mani del Psi e di Craxi, che mise in piedi, infatti, non una, ma due
trattative umanitarie.
Perché Craxi, tramite l’avvocato
Guiso, disponeva o poteva disporre di un “canale diretto” fra la “prigione del
popolo”, dove era detenuto Moro, e il Psi. Solo Craxi poteva contare su questa
potentissima leva.
Ma Fplp aveva rifiutato di
intervenire sulle B.R. per indurle a salvare Moro e tutti sapevano che le B.R.
non avevano alcun potere decisionale nell'affare Moro, che tutto era diretto
dal “Lupo” ossia da Wolf, il potentissimo capo della Stasi, tutte le
organizzazioni terroristiche palestinesi, Fplp compreso, dipendevano e
collaboravano con la Stasi e con il Kgb
.
Credibile che Craxi ignorasse che
fu su disposizione proprio del “Lupo Wolf” che, durante i giorni della
prigionia di Moro, tutte le “fonti informative” che relazionavano i nostri
servizi segreti, come la famosa “fonte Damiano”, sui rapporti fra terrorismo
palestinese e Italia, vennero “silenziate” e che ripresero solo dopo
l’uccisione di Moro?
Per quale motivo, allora, Craxi volle
proseguire in quei suoi due tentativi?
Decisione encomiabile, sotto l’aspetto
umano, ma assurda, contraria ad ogni logica sotto l’aspetto politico.
Ora più volte Craxi,
sull'argomento delle due trattative ha sostenuto che furono fatte fallire
quasi, come si usa dire, “in dirittura d’arrivo”.
E da chi? E come? Niente, da parte di Craxi solo
“allusioni”, tetre prospettazioni di foschi, scenari, ma fatti, zero.
Stando così i fatti, mentre è
logico che Oscar Luigi Scalfaro si sia opposto alla richiesta del Presidente
della Commissione Stragi, On. le Giovanni Pellegrino, di effettuare una
trasferta in Tunisia, ad Hammamet, per “raccogliere la collaborazione di Craxi”
alle indagini su Moro, non è assolutamente comprensibile il motivo per cui Craxi
non abbia mai sentito il dovere di rilasciare almeno una intervista, fra le
migliaia concesse, che facesse chiarezza sugli esiti delle sue due trattative.
Quale altra risposta si può
ragionevolmente dare a questa domanda, se non che Craxi si era impegnato a non
rivelare nulla che potesse nuocere al Pci anche da Hammamet e che quel suo
impegno era la base del suo accordo con la Magistratura italiana che gli
consentì di scappare in Tunisia?
Gaetano Immè e Tanino da Ortigia